Enzo Silvi – Io sono te
Mostra dell’artista Enzo Silvi “Io sono te”, a cura di Elena Giampietri.
Comunicato stampa
Inaugura sabato 3 settembre alle ore 17 presso Palazzo dei Principi di Correggio (RE) la mostra dell’artista Enzo Silvi “Io sono te”, a cura di Elena Giampietri.
Il processo creativo di Enzo Silvi (Bibbiano, 1943) presuppone l'acquisizione e condivisione del concetto di processo alchemico, ben noto a numerosi artisti da Dürer a Parmigianino, da Rembrant a Bosch, da Leonardo a Michelangelo. E ciò sia come momento in cui si realizza la trasformazione del metallo vile in oro, sia come costante ricerca finalizzata a raggiungere una conoscenza superiore e una coscienza più profonda di sé non tanto come singolo, ma come genere umano.
Per Silvi questo si realizza attraverso il principio dell'amore, inteso nella sua dimensione spirituale e di condivisione tra sé e gli altri. Da qui il titolo della mostra: “Io sono te”.
Nelle sue opere c'è una ricerca incessante, frutto di un logorio interiore fatto di domande anche senza risposta, come pure un fare artistico che si avvale dei materiali più disparati, di forme geometriche, frasi miniaturistiche e riflessioni desunte dai Veda, di un crogiolo di colori, di grumi di materia o sagome calligrafiche.
Come l'alchimista macinava nel suo laboratorio minerali e vegetali, li mescolava, misurava e diluiva, così Silvi si sbizzarrisce attraverso varie tecniche, dal collage all'inserto materico, anche di tessuto, secondo il medesimo principio del “Solve et Coagula”.
Mancano le certezze, ma solo il cuore, inteso come pietra filosofale, è – a fronte di questa finitezza e limitatezza dell'essere umano – l'unica possibile risposta. La foresta di segni di Silvi è il mondo in cui si vive; i contorni non sono mai definiti e le presenze, non inquietanti, irradiano di luce propria le tele. I paesaggi mistici, intesi come luoghi da comprendere, accennano sovente a un reticolo sotteso di geometrie, a coordinate che sembrano voler equilibrare il caos delle suggestioni emotive dell'artista, come se ci fossero un'unità e concordia finale.