Christiane Beer / Elena Modorati – Terrain vague
Sul terrain vague di questa mostra si collocano, in modo volutamente problematico, le opere di Christiane Beer e di Elena Modorati.
Comunicato stampa
TERRAIN VAGUE
Terrain vague ovvero spazio refrattario a definizioni, superficie sdrucciolevole che rende scivoloso ogni approccio sociologico e urbanistico, non luogo venato di tentazioni metafisiche alle quali però risulta arduo cedere.
Sul terrain vague di questa mostra si collocano, in modo volutamente problematico, le opere di Christiane Beer e di Elena Modorati. Ad accomunarle sono alcune tracce di indagini filosofiche: anzitutto sulla soglia nel pensiero di Carlo Sini, ma anche sulla «immensità intima», la formula coniata da Gaston Bachelard per definire la sua idea di casa, e in fondo anche la sua concezione dello spazio tout-court. Per farsi intima, l’immensità deve cercare il «contatto più profondo tra piccolo e grande», tra punto di vista e orizzonte, tra singolo battito e ritmo. Per divenire immensa, l’intimità deve possedere «il carattere dell’intensità», deve aprirsi alla «vastità dell’immaginazione poetica», deve accettare che «lo spazio intimo e lo spazio esterno si incoraggino, per così dire, nella loro crescita».
Le opere di Christiane Beer e di Elena Modorati si incontrano sul filo di queste oscillazioni, di questi lirici paradossi. Intimità e immensità, ma anche esteriorità, intensità, vastità poetica sono categorie estetiche comuni alle ricerche espressive delle due artiste, e in fondo anche alle loro concezioni dello spazio.