Helene Appel – Washing up

  • P420

Informazioni Evento

Luogo
P420
via Azzo Gardino 9 , Bologna, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a sabato 10.30-13.30 e 15-19.30
Altri giorni solo su appuntamento

Vernissage
24/09/2016

ore 18

Artisti
Helene Appel
Generi
arte contemporanea, personale

P420 è felice di presentare Washing up, prima mostra personale in Italia dell’artista tedesca Helene Appel (Karlsruhe, 1976). L’esposizione è costituita da tutti i suoi più recenti dipinti appositamente realizzati per i nuovi spazi di P420.

Comunicato stampa

P420 è felice di presentare Washing up, prima mostra personale in Italia dell’artista tedesca Helene Appel (Karlsruhe, 1976). L’esposizione è costituita da tutti i suoi più recenti dipinti appositamente realizzati per i nuovi spazi di P420.

La pittura della giovane si appresta come una preghiera laica all’occhio di colui che osserva. Come d’inganno si viene sedotti dalle tele granulose volte a celebrare singolarmente oggetti apparentemente banali ma di indubbio fascino, oggetti quasi bordeline, non meritevoli di una superficie ma che, dipinti su una tela lasciata grezza, trovano un palcoscenico che diviene teatro di un’epifania mondana.
Reti da pesca, stracci, scarichi di lavelli da cucina, acqua di mare, fette di carne o di pane, le nature morte della Appel sono ogni volta studiate, vivisezionate, descritte con una lucidità formale tipica di un freddo iperrealismo dove stati di trasparenza si alternano a quelli di fitta densità.
La pittura della Appel non è una pittura dello spreco, il suo è un gesto di conservazione, un gesto fedele ad un unico elemento per volta, per non perdere il dettaglio, la sfumatura, l’anatomia di ogni singolo interstizio formale. Una pittura che fa del gesto una tessitura di un tempo dilatato, in un contemporaneo che sempre di più si libera della lentezza, vista quasi come una sconfitta dal capitalismo.
In questo, la pittura dell’artista tedesca è anticapitalista perché si attarda in uno spazio di riflessione autentico e originario, soffermandosi lì dove l’occhio passa disinteressato. Nell’usato, nel banale, o nel semplicemente naturale, quel qualcosa abbandonato dall’attenzione ci risparmia da tutto l’eccesso, da tutto l’inquinamento visivo a cui siamo quotidianamente sottoposti. La quotidianità della Appel è una quotidianità depurata, lavata via, sciacquata, ripulita, dal gesto pittorico, talvolta visto dallo sfrenato contemporaneo come obsoleto-obso-lento. Le superfici e i soggetti/oggetti della Appel sono presenti non solo nel momento stesso del loro accadimento ma nella prosecuzione dell’attimo, che come in un fotogramma viene impresso per sempre.

Washing Up mostra lavori alla stregua di depositi di materia viva che lavano, puliscono e tutelano l’occhio dall’inganno del caos dell’oggi. La superficie delle cose diviene ricerca ostinata di un presente in perenne fuga.

Tra le mostre personali ricordiamo le più recenti presso James Cohan Gallery, New York (2014) e The Approach, Londra (2013) nonchè al Mönchehaus Museum Goslar in Germania (2011). E’ attualmente esposta nella mostra I prefer life presso il Museum Weserburg di Brema, ha esposto alla Reale Accademia di Spagna a Roma (2015) e al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (2013).


P420 is pleased to present Washing Up, the first solo show in Italy by the German artist Helene Appel (Karlsruhe, 1976). The exhibition features all her latest paintings, made specifically for the new spaces of P420.

Appel’s painting is like a tribute to the eye of the observer. As if by deception, we are seduced by the grainy canvases that depict apparently banal objects, almost borderline subjects not worthy of a surface, which when painted on raw canvas find a stage, a set of a theater of everyday revelation.
Fishing nets, rags, kitchen sink drains, sea water, slices of meat or bread… Appel’s still lifes are always studied, dissected, described with a formal lucidity typical of cold hyperrealism, where states of transparency alternate with others of great density.

Appel’s painting is not a matter of waste, but a gesture of conservation, faithful to one element at a time, in order not to lose the details, the nuances, the anatomy of every single formal cranny. A painting that makes gesture into a weave of dilated time, in a contemporary age that increasingly breaks away from slowness, seen almost as a defeat by capitalism. In this sense, the German artist’s painting is anti-capitalist, because it lingers in a space of authentic and original reflection, hovering where the eye would otherwise skim rapidly, without interest. In the used, the banal or the simply natural, that something abandoned by attention rescues us from all the excess, all the visual pollution to which we are constantly subjected. The artist’s quotidian universe seems to be purified, cleansed by the pictorial gesture whose slow pace might be seen as obsolete in the speed of the contemporary world. The surfaces and subject/objects of Appel are present not only in the very moment of their occurrence, but also in the continuation of an instant, permanently imprinted as in a film frame.

Washing Up presents works that are like deposits of living matter, that wash, clean and safeguard the eye from the deception of today’s chaos. The surface of things becomes the stubborn search for a constantly elusive present.

Selected solo shows: James Cohan Gallery, New York (2014) and The Approach, London (2013), also at Mönchehaus Museum Goslar in Germany (2011). Presently in progress, I Prefer Life at Museum Weserburg in Bremen. Appel has also shown work at the Royal Academy of Spain in Rome (2015) and Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci in Prato (2013).