Giancarlo Galeotti – Erbario per i Giorni di Pioggia
“Erbario per i giorni di pioggia” è un primo nucleo rappresentativo dei lavori di Giancarlo Galeotti – architetto, incisore e scultore toscano – esposto al Museo MAGMA di Follonica. Tredici lavori per ognuno dei linguaggi scelti da Galeotti: 13 disegni, 13 incisioni calcografiche e 13 sculture.
Comunicato stampa
La città di Follonica ha raccolto negli ultimi tempi la sfida culturale di creare nel sito archeologico industriale dell’ex Ilva un polo attivo di innovazione creativa e di rigenerazione attraverso l’arte in tutte le sue forme. E il linguaggio artistico può creare "nuove" connessioni con gli spazi, le storie, il vissuto di luoghi già ricchi di fascino e di suggestione.
Da qui nasce l’idea della mostra Erbario per i giorni di pioggia, un primo nucleo rappresentativo dei lavori di Giancarlo Galeotti, architetto, incisore e scultore toscano, esposto nel piano seminterrato del MAGMA.
Il museo trae dalla mostra di Galeotti un’opportunità di incontro inedito e fecondo: lo scenario del Magma si trova in stretta affinità con le opere, caratterizzate da scelte materiche che evocano e entrano in dialogo con gli ambienti del Forno San Ferdinando.
L'obiettivo della mostra è quello di organizzare un percorso coerente tra i vari ambiti della sua ricerca, con una particolare attenzione ai lavori recenti, nati dagli studi svolti presso la Scuola di Arte Grafica “Il Bisonte” di Firenze sotto la guida di Vincenzo Burlizzi e di Manuel Ortega e dalla frequentazione e dagli insegnamenti del suo maestro Enzo Arduini.
La mostra vede esposta una selezione di tredici lavori per ogni tecnica: disegni, incisioni calcografiche e sculture.
Il deciso uso di una tecnica antica, l’incisione, con un linguaggio grafico moderno, una continua sperimentazione di materiali per ricreare i luoghi della mente; con questi mezzi Galeotti si propone di creare un percorso inedito negli ambienti dell’antico luogo di lavoro.
Influenzato dal proprio percorso personale e dall’opera letteraria dello scrittore Julio Cortázar (che suggerisce il titolo della mostra oltre a quello di diverse opere), come l'autore argentino ne "Il gioco del mondo" (Rayuela) anche l’artista ricompone i frammenti della propria esistenza e del proprio lavoro artistico in un percorso poetico fatto di suggestioni, emozioni e personaggi che affiorano dall’inchiostro e dall’argilla.