La struttura alare del calabrone
Mostra collettiva
Comunicato stampa
“La struttura alare del calabrone non è adatta al volo, ma lui
non lo sa e vola lo stesso”. Questo aforisma viene attribuito ad
Albert Einstein, che forse, in realtà, non lo ha mai scritto.
Lo abbiamo scelto come titolo del nuovo progetto della
Fondazione per l’Arte per la leggerezza dell’immagine che evoca,
e per quella provocazione delicata con la quale congiunge, come
in un goffo volo, pensiero logico, sentimento volitivo, élan
poetico. Nessuna specifica riflessione di ordine scientifico,
nessun riferimento ad attività di natura psicologica, cui pure
sembrerebbe rimandare.
Solo un’immagine atta a restituire la temperatura di un
progetto.
È stato Alessandro Sarra a suggerirlo, divertito. Ed era
perfetto. Di fatto abbiamo lavorato tutti insieme a questa
mostra, come è sempre stato in Fondazione, ove fin dalle prime
battute abbiamo deciso di muoverci tra le coordinate della
dimensione laboratoriale e della condivisione progettuale.
Nei cantieri del 2014 e 2015 ci siamo concentrati esclusivamente
sulla generazione emergente, facendo della produzione gomito a
gomito il fulcro di un dialogo a più livelli.
Quest’anno la modalità si complica e mette insieme l’idea di
una residenza estiva di giovani artisti con quella di una
mostra vera e propria, pensata, stricto sensu, come occasione
dialogica tra opere di artisti di generazioni differenti, per
qualche verso vicini. Una mostra da vedere, più che da leggere
su un invito o un comunicato. Con una compagine di artisti
apparentemente inadatta a produrre un volo in stormo. Eppure…
Effettivamente ci siamo incontrati parecchie volte. Diversi i
temi sul tavolo. Fra i più sentiti: la possibilità reale di un
dialogo tra generazioni e provenienze culturali differenti, al
di là delle mode dell’ultim’ora.
Come evitare l’applicazione di facili schemi di relazione
intergenerazionale? Perché riunire artisti già tradizionalmente
vicini? Perché nessuno straniero?
Abbiamo un quadrato e un triangolo in mostra. Dalla loro
intersezione esce una forma geometrica composita. Evviva. C’è
dell’inventiva. C’è una risposta ai quesiti posti.
Altri due temi forti nelle nostre chiacchiere: geometria e
contiguità sentimentali.
Non sarà difficile ritrovare tutto questo nel grande capannone
di via del Mandrione 105.
Ho cercato di dare forma a un’intuizione che ha a che fare
con il valore fondativo dell’opera, con le ragioni del suo
concepimento, gli orizzonti visivi della sua ideazione, con
26 settembre • 20 ottobre 2016
inaugurazione 26 settembre • ore 19.00
A CURA DI DANIELA BIGI
La struttura alare del calabrone
non è adatta al volo, ma lui non
lo sa e vola lo stesso
Simone Berti campostabile Stanislao Di
Giugno Genuardi/Ruta Gianfranco Maranto
Giuseppe Pietroniro Alessandro Sarra
Fondazione per l’Arte • Via del Mandrione, 105 • HUB 5 • 00181 Roma
le relazioni di contiguità elettiva, o talvolta semplicemente
geografica, o magari invece sentimentale, che ne scandiscono i
processi generativi.
La struttura alare del calabrone non è adatta al volo, ma lui
non lo sa e vola lo stesso. D.B.
Simone Berti (Adria, 1966) Vive e lavora a Milano. Dopo gli
studi all’Accademia di Belle Arti di Brera, Kingston University
– Multimedia Department Londra e Corso Superiore di Arti Visive
Fondazione A.Ratti con J.Kosuth a Como, espone il suo lavoro in
gallerie, musei ed esposizioni internazionali tra cui: Galleria
Massimo De Carlo a Milano, Galleria Vistamare a Pescara, Galleria
SALES a Roma, Analix Forever a Ginevra, Studio Geddes Franchetti,
Roma.
Realizza varie performance con modelle che indossano i suoi
copricapi-scultura, l’ultima dal titolo Pavoni nel 2016 all’Istituto
Svizzero di Cultura a Milano.
breve selezione: 2015 I will be forever | The sense of classic,
Palazzo Cusani, Milano; Liberi Tutti, Museo Ettore Fico, Torino;
2014 Visioni per un inventario, Fondazione Bevilacqua La Masa,
Venezia; Se di-segno, Padiglione Esprit Nouveau, Bologna; 2012
Fuoriclasse - 20 years of Italian Art in the courses of Alberto
Garutti, GAM MIlano; 2010 Temporaneo. Arte contemporanea nella
città in evoluzione, Casa del Jazz, Roma; 4th Biennial of Ceramics
in Contemporary Art - Changing the world with a flower vase,
Istituto Culturale Italiano di Madrid / Remotti Foundation, Camogli
/ MUDAC - Museum of Design and Contemporary Applied Arts, Losanna;
2009 Fare Mondi/Making Worlds, 52^ Biennale Internazionale d’Arte
di Venezia; Italics, al MOCA Museum of Contemporary Art, Chicago
e a Palazzo Grassi a Venezia; El tiempo del Arte, Fundacion PROA,
Buenos Aires; 2006 Apocalittici Integrati, MAXXI, Roma; Young
Italian Artists At The Turn Of The Millennium, Galleria Continua,
Pechino; 2005 mostra perosnale, GAMEC, Bergamo; 2002 Polyphonix
40, Centre Georges Pompidou, Parigi; 2001 Egofugal - 7^ Biennale
di Istanbul; Borderline Syndrome: Energies of Defence, Manifesta
3, Ljubljana; 1999 Examining Pictures, Whitechapel Art Gallery,
London/Museum Of Contemporary Art, Chicago/A. Hammer Museum -
UCLA, Los Angeles.
campostabile è un duo artistico formato da Mario Campo
(Alcamo, 1987) e Lorena Stabile (Alcamo, 1989), che hanno
studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo.
campostabile esordisce con la sua prima doppia personale
Zeitformen, presso L’A project space a Palermo nel 2012. Seguono
poi alcune collaborazioni, workshop e partecipazioni a mostre
collettive: 2016 Pre-Visioni, Fondazione Puglisi Cosentino,
Catania; 2015, Museo delle Palme, Palermo/Roma; Debut, Teatro
Garibaldi, Palermo; 2014 Compostabile per Amorlab, Amorlab,
Palermo; Workshop di Gianni Caravaggio e Diego Perrone presso
Fiumara d’Arte, Castel di Tusa; Residenza presso la Stanza della
Seta, Ficarra; Pianeta X, Museo Riso, Palermo; Give Way to Give a
Way, Schau Fenster, Berlino; Xenia, Venezia/Palermo; 2013 Aziza,
ZAC, Zisa Zona Arti Contemporanee, Palermo.
Stanislao Di Giugno (Roma, 1969) vive e lavora a Roma. Nei
suoi lavori si ritrova una processualità tesa a stravolgere la
lettura della realtà. Nei collage, nelle opere su carta così come
nei dipinti, è interessato ad esplorare le peculiarità fisiche
dei materiali, prestando attenzione a caratteristiche quali il
volume, la forma, la dimensione. I lavori scultorei sono delle
composizioni astratte create a partire da oggetti prelevati
dal paesaggio urbano. Parti di automobili o frammenti di
oggetti di produzione industriale che egli osserva e riassembla
intuitivamente come calchi in gesso o in metallo o come negativi,
in un processo a ritroso, inverso a quello della produzione
la struttura alare del calabrone Simone Berti campostabile Stanislao Di Giugno Genuardi/Ruta
Gianfranco Maranto Giuseppe Pietroniro Alessandro Sarra • a cura di Daniela Bigi
settembre
ottobre
Fondazione per l’Arte • Via del Mandrione, 105 • HUB 5 • 00181 Roma
seriale e che apre l’oggetto ad altre potenzialità.
Tra le principali mostre ricordiamo: 2016 There is no place like
home, Roma; Deserted Corners, Collapsing Thoughts, Galleria
Tiziana Di Caro, Napoli (personale); Granpalazzo, Zagarolo, Roma;
2015 Fold, Sammlung Lenikus, Vienna; La scrittura degli echi,
In the frame of The Independent, MAXXI, Roma; 2014 There is no
place like home, Roma; Èdra. Connecting Landscapes, American
Academy ed altre location, Roma; 2012 Regeneration, Macro, Roma;
2011 Never talk to strangers, Edel Assanti Gallery, Londra; When
in Rome, Istituto Italiano di Cultura, Hammer Museum e Laxart,
Los Angeles; 2010 La Danse Macabre, Nomas Foundation, Roma; 2009
Zweck Gemein Schafft,MICAMOCA, Berlino; 2008 Give time your
time / Dai tempo al tempo, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo,
Guarene, Torino; Beware of the Wolf, American Academy, Roma; 2005
Art Omi. International Artists Residency, New York, Sponsor DENA
FOUNDATION for contemporary art, Parigi.
Genuardi/Ruta è un duo formato da Antonella Genuardi (Sciacca
1986) e Leonardo Ruta (Ragusa 1990). Hanno studiato presso
l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Mostre: 2016, FuoriUso,
Pescara; Pre-Visioni, Fondazione Puglisi Cosentino, Catania;
INquadrato, Galleria Francesco Pantaleone, Palermo (mostra
personale); 2015, Learning what you already know, Spazio
Espositivo del Caffè Internazionale, Palermo; FICARRA_CONTEMPORARY
DIVAN, residency/summer school con Lois Weinberger, Ficarra
(ME); Ce l’ho, mi manca, progetto di Fondazione Mandralisca e Ars
Mediterranea, Cefalù (PA); DebuT,Teatro Garibaldi, Palermo; Il
senso del corpo, FISAD, In Partnership con Fondazione Sandretto
Re Rebaudengo, Accademia Albertina, Torino; LATI, Cappella
dell’Incoronazione-Riso Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia
(mostra personale).
Gianfranco Maranto (Petralia Sottana, 1983) vive e lavora a
Palermo. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo.
Ha partecipato a numerosi workshop e mostre all’interno di spazi
non profit e istituzionali. i progetti più significativi: 2015
MUSEO DELLE PALME, Orto Botanico Palermo; PIANETA X, Museo Riso,
Palermo; 2014 XENIA, Palazzo Flangini, in collaborazione con la
Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; 2013 PIATTO, AmorLab,
Palermo; EL VENTO FUGGE, L’Aproject space, Palermo; PALMA_
BIANCA, Borgo degli Artisti,Modica; AZIZA, presso Zac, Zisa Zona
Arti Contemporanee, Palermo; 2012 ZEITFORMENN, Prova di mostra,
L’Aproject space, Palermo.
Giuseppe Pietroniro (Toronto, Canada, 1968) Vive e lavora a
Roma. La sua ricerca parte da un’analisi concettuale della
realtà. Attraverso la fotografia, il disegno, l’installazione,
la pittura Pietroniro indaga la realtà come forma di illusione,
rendendola esteticamente in chiave concettuale attraverso la
rappresentazione di essa o per mezzo di giochi architettonici
e prospettici capaci di creare spazi e forme che dilatano la
percezione.Tra le sue mostre personali: 2015 È come se nulla
fosse…, Museo MACRO Roma, a cura di Costantino D’orazio;
2012 Né qui né altrove, Museo H.C. Andersen, GNAM, Roma (con
Marco Raparelli); 2011 Risonanza, Fondazione Merz, Torino;
2009 Lo scandalo del vuoto, Spazio Gerra, Reggio Emilia; 2008
Giuseppe!!! W Warsawie, Zacheta National Gallery of Art, Galeria
Kordegarda, Warszawa, Polonia; 2007 Perluciditas, Galleria Maze,
Torino. Tra le mostre collettive cui ha partecipato: 2016 There
is no place like home, Roma; 2015 La scrittura degli echi, MAXXI,
Roma; 2014 There is no place like home, Via Aurelia Antica
425, Roma; 2012 REGeneration, MACRO, Roma; 2011 Meteorite in
giardino, Fondazione Merz, Torino; When in Rome, IIC, Hammer
Museum, LA x Art, Los Angeles CA; 2009 Italian Open, Galleria
Annet Gelink, Amsterdam; Speranze e dubbi. Arte giovani tra
Italia e Libano, Fondazione Merz, Torino; The Buffer Zone,
American Academy in Rome, Roma; 2008 Hopes and doubts. Cutting
edge art between Lebanon and Italy, The Dome City Center,
Beirut; Triennale di Torino T2, 50 Lune di Saturno, Torino.
Alessandro Sarra (Roma 1966) vive e lavora a Roma. Esordisce
alla fine degli anni ’90 proponendo una ricerca improntata
sull’individuazione delle ritmiche e delle armonie attraverso
le quali si attua l’unione o la separazione dei diversi
elementi. La pittura e in taluni casi l’istallazione diventano
i mezzi espressivi più frequenti. La scrittura, il segno, il
disegno e l’immagine sono i luoghi che da anni frequenta con
l’intenzione di costruire un progetto in cui l’incrocio e la
contaminazione di generi e procedimenti s’inscrivono anche in
una logica “comportamentale”. Tra sue mostre personali più
importanti ricordiamo 2013 - Bada al senso e i suoni baderanno
a se stessi, Frutta Gallery, Roma L’inedito di Mozart e altri
appunti per la rivoluzione, a cura di Claudio Libero Pisano,
CIAC Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea, Castello
Colonna, Genazzano 2010 - Wallpainting, Nido Building, Londra
2009 - SevenDays, Galleria NotFair, Milano 2007 - Ritrattotutto,
Neon>fdv, Milano.
tra le sue partecipazioni a mostre collettive ricordiamo 2015 -
Edra “ Tutta l’Italia è silenziosa” a cura di Davide Ferri Real
Accademia di Spagna, Roma,Istituto russo per le Arti e Scienze,
Roma 2015- In Abstracto a cura di Melania Rossi, Alessandro
Casciaro Art Gallery Bozen 2014 - There is no place like
home Roma 2013 - AB, un progetto di Gabriele De Santis, Nomas
Foundation, Roma.