Diffusione di materia
Diffusione di materia è un progetto, che nasce da un’idea della Galleria Giordani, a cura di Fabio Weik e Martina Corbetta.
Comunicato stampa
Diffusione di materia è un progetto, che nasce da un’idea della Galleria Giordani, a cura di Fabio Weik e Martina Corbetta.
La famiglia Giordani, istitutrice della Graziano Ricami, da sempre sensibile alla sperimentazione e all’innovazione nel campo dell’alta moda, offre da qualche anno il suo interesse per l’arte contemporanea verso la creatività giovanile al fine di sviluppare, con l’uso delle sue esclusive tecniche di ricamo, influenze reciproche tra arte e design.
Il progetto consiste nella creazione di un percorso visivo che narra la sinergia e la comunicazione tra un’azienda leader nel settore tessile dell’alta moda e artisti di fama internazionale. Nello spazio di Via Savona 43 a Milano, sono presenti i risultati dei processi creativi convenzionali che, interagendo con le produzioni della Graziano Ricami, danno origine a installazioni, opere pittoriche e scultoree, e oggetti di design trasversali. I preziosi ricami, ora trasfigurati, contaminano gli elementi delle singole produzioni, generando un dialogo serrato tra tessuto e maniera. Disegno e materia sono il prodotto. Diffusione di materia oltre ad essere un’esposizione collettiva, si propone con eventi satellite ospitando gli artisti protagonisti in incontri con il pubblico e con addetti ai lavori in genere.
Giuliano Giuliani (Ascoli Piceno, 1954). Scultore, la cui peculiarità è la lavorazione della pietra estrapolata dalla natura che è resa visivamente morbida. Giuliano presenta una serie di sculture e bassorilievi in travertino, che dialogano armoniosamente con gli intarsi di Graziano. Nelle lastre, le linee morbide delle famose texture di Missoni si fondono con la durezza delle placche di travertino interamente lavorate a mano, la materia del supporto diventa l’opera e avvolge la tecnica. Di particolare interesse è Libreria, un’opera la cui struttura è strappata dalla cava, dove Giuliano vive e lavora, in cui si notano le applicazioni di tessuto ricamato che ricordano il muschio del travertino appena estratto.
Anna Turina (Lecco, 1973). Artista poliedrica, specializzata nella manipolazione del ferro. Anna espone per l’occasione un’installazione autentica ispirata alle tracce del racconto La sirena di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, noto anche come Lighea. Code di balena è il titolo di un’opera composta di una serie di pezzi autentici realizzati in ferro saldato derivato da scarti di carpenteria. Lo spacco della lamiera a ossitaglio e la calandratura finale sono i processi manuali della concretizzazione che dà luce a sculture disegnate, leggere, i cui pieni e vuoti sono la forma.
Fabio Weik (Milano 1984). Graffiti artist dal 1997 e artista. Weik indaga sul concetto di percezione dell’assenza di luce, il rapporto sinergico e il potere rilassante dei fosfeni nell’uomo.
I fosfeni sono un fenomeno visivo caratterizzato dalla percezione di puntini luminosi in assenza di luce, visibile anche a occhi chiusi.
Teorie scientifiche ne associano l'uso in campo medico per provocare stati di rilassamento corporeo.
Per l'occasione, Weik, presenta dei lavori inediti tratti dalla serie Phosphene, tele magnetiche realizzate ad acido catturano lo spettatore interagiscono con la materia tessile di Graziano, stimolando fisicamente l'apparato visivo tramite riflessi e colori scintillanti.
Silhouette eleganti di spine dorsali e cuori emergono da texture su pelle bianca dai ricami in 3D che ricordano impronte digitali. Un percorso introspettivo che è allo stesso tempo un registro scientifico visivo trasfigurando le parti anatomiche dell’uomo e le sensazioni interessate nel momento del rilassamento fisico e nel buio.