Simone Gosso – Sopravvissuti
Una selezione di 40 immagini ritraenti luoghi e volti, quelli dei superstiti ai lager nazisti incontrati fra il 1998 e il 2003 dal fotografo torinese Simone Gosso, affiancate dai loro racconti-intervista, poi confluite nel Corpus Sopravvissuti; una ricerca artistica che è anche viaggio nella memoria delle cose, dei luoghi e delle storie di persone diventate vittime di una grande tragedia collettiva.
Comunicato stampa
Una selezione di 40 immagini ritraenti luoghi e volti, quelli dei superstiti ai lager nazisti incontrati fra il 1998 e il 2003 dal fotografo torinese Simone Gosso, affiancate dai loro racconti-intervista, poi confluite nel Corpus Sopravvissuti; una ricerca artistica che è anche viaggio nella memoria delle cose, dei luoghi e delle storie di persone diventate vittime di una grande tragedia collettiva.
Questo il progetto di mostra che l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti (ANED), in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, presenta alla Casa della Memoria di Milano dal 4 al 27 ottobre. L’esposizione, realizzata con il supporto dell’ impresa culturale torinese Ocra Lab, inaugura martedì 4 alle 18:00 ospitando Vera Vigevani Jarach, madre di Plaza de Majo e nipote di una vittima del campo di Auschwitz, introduce la serata Dario Venegoni, presidente nazionale ANED e figlio di ex-deportati politici, modera Giorgio Oldrini, scrittore, giornalista, già sindaco della città di Sesto San Giovanni.
Alcune delle fotografie proposte in questa mostra vengono scattate in occasione del XII congresso dell’ANED, svoltosi a Mauthausen nel maggio del 2000. A sedici anni di distanza, e alla vigilia del XVI congresso dell’Associazione, molti dei sopravvissuti, che allora guardavano così intensamente nell’obiettivo della macchina fotografica, non ci sono più. Questo è un dato di fatto che impone a tutti una riflessione sul futuro della memoria “dopo l’ultimo testimone”, una riflessione di cui l’ANED vuole farsi carico, interrogandosi sugli strumenti e sui linguaggi per continuare a comunicare l’attualità di una vicenda storica che fa profondamente parte delle nostre radici, italiane ed europee. Come scrive Anna Bravo nella sua post-fazione al lavoro di Gosso, uscito per i tipi di Fratelli Alinari nel 2004: “[…] di questa storia sarebbe impossibile privarsi. Il Lager può essere paragonato a un terremoto così catastrofico da distruggere, insieme alle strutture, gli stessi strumenti di misurazione. Sono allora gli indizi, evidenti o nascosti, sbiaditi o vividi, dispersi, a volte apparentemente indecifrabili, a offrire i primi squarci di conoscenza e a indicare la strada”.
La ricerca del fotografo piemontese è profondamente vicina all’ANED anche per la sua impostazione. Rappresentazione di ritratti singoli armonizzati in un coro, Sopravvissuti racconta bene uno spaccato della storia della deportazione e insieme restituisce la composita fisionomia dei singoli deportati - uomini e donne ebrei, partigiani, antifascisti, persone prese a caso nei rastrellamenti o durante scioperi e manifestazioni …-, con le loro storie particolari e i loro sentimenti, contraddittori, umani -dolore, resistenza, incredulità, rassegnazione, forza, vulnerabilità…-. Un approccio che ha sempre contraddistinto anche l’ANED, unica tra le molte associazioni combattentistiche che non si è mai divisa, e cha da sempre ha valorizzato la pluralità delle testimonianze, quelle degli intellettuali al pari dei molti prigionieri anonimi.
Spiega Simone Gosso: “Mi sono avvicinato al complesso universo della deportazione per caso, attraverso il diario di un sopravvissuto. Poi sono venute altre letture, altre testimonianze, altre storie. Memorie intime e corali. Ma anche eterne ed effimere se destinate a rimanere solo nella mente di chi legge pagine scritte. Fotografare ha significato provare a dare alle loro parole occhi, labbra, volti. Perché dietro a questi visi stanno tragedie individuali ma anche grandi percorsi. Dietro a questi volti si possono infatti scorgere più tracce: la storia collettiva della deportazione italiana, la vicenda personale di chi è stato deportato e la conoscenza diretta delle persone ritratte”.
“I milioni di morti erano il bilancio sconvolgente di una crisi di valori umani e civili […] qualcosa che potrà ripetersi, in altri momenti e altrove”, annotava ancora Primo Levi nel suo I sommersi e i salvati.
E i ‘sopravvissuti’ di Gosso sono lì a testimoniarlo, con le loro storie e le loro facce, forma di resistenza senza tempo contro l’odio e l’indifferenza che riflettono un male collettivo, ieri come oggi imbattuto.
Leggere le loro parole e incontrare i loro sguardi, sapientemente ‘fissati’ dall’autore con la potenza e la bellezza dell'arte visiva, è soprattutto un’occasione di riflessione. E la riflessione è infondo il primo passo, semplice e umile, perché la costruzione di un mondo nuovo sia possibile.
L’allestimento
40 leggii disposti in modo ‘apparentemente’ disordinato e insieme raccolto, su cui poggiano le fotografie scelte e realizzate su pannelli per la mostra, accolgono il visitatore, quasi a volerlo mettere subito in intima comunicazione con i sopravvissuti e le loro memorie, testi autobiografici e interviste raccolte dall’autore e puntualmente riportate accanto ai ritratti.
La leggerezza del supporto – un leggio da orchestra – , e il richiamo alla sua funzione - il sostegno alla lettura- vogliono, nell’intenzione dei curatori, prima ‘giocare’ con gli spazi del luogo e le sensazioni del visitatore, poi porre ‘seriamente’ un interrogativo, in un dialogo ideale a due voci fra chi è guardato e chi guarda: una dice “E adesso?” l’altra risponde, “Adesso, tocca a me”.
Un primo allestimento di Sopravvissuti viene realizzato nel 2004 dall’editore Alinari, in coincidenza dell’uscita del libro . Il Corpus viene poi riproposto a 11 anni di distanza in occasione delle celebrazioni dei 70 anni dalla Liberazione, in un evento sul carcere come anticamera della deportazione curato da Ocra Lab per le Ex Carceri Nuove di Torino oggi Museo.
La mostra promossa da ANED alla Casa della Memoria di Milano sarà a breve presentata anche in un altro luogo importante per la memoria della deportazione italiana politica e ‘razziale’. In occasione del XVI congresso nazionale dell’ANED, che si svolgerà dall’11 al 13 novembre di quest’anno, Sopravvissuti farà tappa a Bolzano. Benché ne rimanga solo un muro, Bolzano era infatti sede di uno dei quattro campi di concentramento esistenti in territorio italiano, oltre a quello di Fossoli nei pressi di Carpi, di Borgo San Dalmazzo in provincia di Cuneo e della Risiera di San Sabba di Trieste. Progettato per 1.500 prigionieri su di un'area di due ettari, con un blocco esclusivamente femminile e 10 baracche per gli uomini, fu successivamente ampliato e raggiunse una capienza massima di circa 4.000 prigionieri.
Nell’atrio della Casa della Memoria verrà predisposto un corner biblioteca dove si potranno liberamente consultare libri e documenti scelti dall’ ANED appositamente per l’occasione. Un invito alla scoperta di una produzione letteraria sorprendentemente ricca e poco conosciuta.
EVENTI COLLEGATI
MARTEDÌ 4 OTTOBRE, ORE 18,00
FARSI TESTIMONI È UNA SCELTA
L’Associazione Nazionale ex Deportati nei campi nazisti incontra Vera Vigevani Jarach, madre di Plaza de Majo e nipote di una vittima del campo di Auschwitz.
Introduce Dario Venegoni, presidente nazionale ANED
Modera Giorgio Oldrini, scrittore, giornalista, già sindaco della città di Sesto San Giovanni, profondo conoscitore della storia dell’America Latina
Il fotografo Simone Gosso sarà presente all’inaugurazione della mostra.
Ingresso libero fino a esaurimento posti
MERCOLEDÌ 19 OTTOBRE, ORE 18,00
IL PASSAGGIO DEL TESTIMONE: TRASMETTERE LA MEMORIA TRA GENERAZIONI
Tavola rotonda
intervengono:
Gadi Luzzatto Voghera, storico, direttore Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC)
Bruno Maida, storico, autore di Il Mestiere della Memoria (Ombrecorte, 2014)
Sara Troglio, Lapsus - Laboratorio di Analisi Storica del Mondo Contemporaneo
Modera Dario Venegoni, presidente nazionale ANED
Ingresso libero fino a esaurimento posti
INFO
Comune di Milano | Cultura – Direzione Musei Storici, Ufficio Comunicazione
+39 02 884 62451 / 53191 | [email protected] | www.casadellamemoria.it
NOTE SUL PROMOTORE
ANED - Associazione Nazionale Ex deportati nei Campi Nazisti (www.deportati.it) è un’associazione – democratica e apartitica – che afferma e persegue i valori dell’antifascismo, della lotta di Liberazione e della Costituzione, ovvero gli ideali perenni di libertà, giustizia e pace. I suoi aderenti sono i sopravvissuti allo sterminio nazista, i familiari dei deportati e coloro che intendono studiare e divulgare, soprattutto tra i giovani, la storia del fascismo, della Resistenza e delle deportazioni nei Lager nazisti.
E' un’associazione senza fini di lucro, eretta Ente morale con decreto del presidente della Repubblica italiana il 5 novembre 1968. L’ANED si pone l’obiettivo di dar voce e rappresentanza a tutti coloro che hanno sofferto perché avversari del fascismo e del nazismo, nonché ai tanti che ne sono stati vittima per motivi ‘razziali’ o di orientamento sessuale.
Con la propria testimonianza, con la conservazione dei documenti e degli archivi, con l’approfondimento storico e culturale sui temi legati alla deportazione, l’ANED vuole trasmettere attraverso le generazioni la memoria di quanto avvenuto nei Lager nazifascisti e contribuire a formare coscienze civili, eticamente responsabili e attente ai problemi del presente.
NOTE SULL’AUTORE
SIMONE GOSSO è nato nel 1969 a Torino. Inizia a fotografare nel 1986. Da anni conduce un approfondito lavoro sui ritratti fotografici. Predilige l’uso del bianco e nero, tecnica che gli permette di curare la fase di stampa delle immagini dei suoi reportage. Sopravvissuti è il frutto di una ricerca storica e artistica iniziata nel 1998 e conclusasi nel 2003.
NOTE SULLA CURATRICE
OCRA LAB Idee per comunicare (www.ocralab.org) è un’impresa creativa nata da un’idea di Cristina Ballerini, che progetta e realizza iniziative incentrate sulla promozione della lettura e sulla memoria del territorio. Fra quelle più recenti, un viaggio nella memoria delle ex Carceri Nuove di Torino, sorte nel centro della Città nella seconda metà del 1800 e oggi Museo, raccontate attraverso la potenza dell’arte del teatro della lettura. E un ciclo di incontri, #Torinoricorda gli anni di piombo, in memoria dei fatti di Terrorismo che colpirono il Paese nel decennio ’70. Il progetto di promozione e valorizzazione del lavoro di Simone Gosso, portato alla Casa della Memoria di Milano con il sostegno di ANED, inizia a Torino nell’ottobre 2015, e vuole proseguire nelle principali città italiane, in una visione di cultura itinerante e condivisa, al servizio della Memoria.