Patrizia Bonanzinga – Spazi di relazione.
Spazi di relazione comprende un corpus di opere fotografiche relative alla produzione più recente della Bonanzinga.
Comunicato stampa
Galleria Passaggi è lieta di presentare nel suo spazio
espositivo, la personale di Patrizia Bonanzinga Spazi di relazione.
La mostra sarà visitabile in anteprima a partire dalle ore 10 di giovedì 6 ottobre, in concomitanza con la giornata di apertura dell’Internet Festival (Pisa 6 - 9 ottobre) che ha inserito il progetto tra gli eventi culturali in programma.
Spazi di relazione comprende un corpus di opere fotografiche relative alla produzione più recente della Bonanzinga. È composta da una selezione di lavori appartenenti a tre progetti - The Big Data World, Nelle mie stanze, Groenlandia - diversi quanto a soggetti, ma accomunati da un uso della manipolazione digitale che intensifica il rapporto percettivo con i luoghi rappresentati, intessendo un gioco di relazioni e di rimandi tra la realtà e la sua interpretazione. Ciò che viene restituito rinvia a contenuti importanti nella riflessione dell’autrice, a varie declinazioni della dimensione temporale - tra passato e accelerazioni verso il futuro - e ai suoi effetti sui luoghi, sugli assetti sociali, sulla Natura. La Bonanzinga costruisce questo senso vivido delle stratificazioni temporali tramite immagini accostate l’una all’altra, dittici che forniscono una visualizzazione della durata.
Nelle fotografie appartenenti al ciclo The Big Data World, le architetture di spazi pubblici e le persone che le attraversano si manifestano in un gioco di sovrapposizioni, trasparenze e duplicazioni il cui intreccio sembra voler rendere palpabile la complessa rete di dati e di scambi informativi che come una seconda pelle avvolgono la realtà in cui viviamo. Con sempre maggior facilità e frequenza tali dati vengono veicolati attraverso l’uso di dispositivi elettronici che consentono di scattare e diffondere immagini in tempo reale, quali l’iPhone per l’appunto, medium da cui prende le mosse la Bonanzinga per sviluppare il suo personale percorso di ricerca: “così io, fotografa, scatto principalmente con l’iPhone, come oggi tutti fanno, perché ciò che differenzia l’occhio del professionista è il progetto.” Ma l’universo dei “Big Data” induce a presagire scenari futuri non sempre rassicuranti, dove gli individui, più che comunicare tra loro, si relazionano a dispositivi tecnologici, come in alcune immagini viene evidenziato.
Una serie di missioni in Mozambico sono all’origine del ciclo di fotografie Nelle mie stanze, che comprende immagini di antichi edifici abbandonati risalenti all’epoca della colonizzazione portoghese, quali la fortezza di São Sebastião, in Ilhia de Moçambique, o il
Palazzo del Governatore, a Cabaceira Grande: “cercavo - dichiara l’autrice - il modo di trasmettere quella strana sensazione di totale smarrimento o di ‘non essere’ che normalmente sento quando mi trovo in luoghi altri, che non conosco, lontano dai miei. Luoghi che, a mio avviso, hanno il potere di trasmettere atmosfere magiche. Molto spesso sono luoghi abbandonati, ma non solo”. Con misurati interventi sulla texture, sulle luci e sulle geometrie architettoniche, le composizioni fotografiche di Patrizia Bonanzinga restituiscono il fascino di questi luoghi abbandonati, su cui il tempo si è sedimentato. Più che sostituire la realtà, questi interventi diventano una forma di percezione intensamente partecipe del reale stesso.
Nella serie Groenlandia predominano i paesaggi naturali dei ghiacciai caratterizzati da suggestivi effetti estetici di raddoppiamento al centro, i cui esiti si traducono in immagini dalle molteplici valenze. Se in alcune di esse il paesaggio dirada in figurazione astratta, in altre l’effetto duplicatore crea un’immagine ambigua, che rimanda alla maestosità sublime dei paesaggi nordici e al contempo al loro attuale precario equilibrio, a seguito di cambiamenti climatici che stanno portando al progressivo scioglimento dei ghiacciai, a un loro dimezzamento. Tale dimezzamento viene “virtualmente raddoppiato” nella trasfigurazione fotografica, “con il preciso intento” dichiara l’autrice - “utopico, e anche desiderio, sempre utopico, di riparare i danni”.
Patrizia Bonanzinga (Bolzano, 1954). Matematica e fotografa ha vissuto in molte città in diversi Paesi (Messico, Algeria, USA, Francia, Cina e Belgio). E’ in Cina (1995-1998) che ha deciso di dedicare la sua attività professionale esclusivamente alla fotografia. In quel periodo lavora a diversi progetti legati alla Cina che hanno dato luogo a esposizioni e pubblicazioni su riviste italiane ed estere (Marie Claire Italia, Class, Espresso, DS Francia, Frigidaire). Ha esposto in: Italia, USA, Russia, Polonia, Guatemala, Spagna, Francia, Cina, Mozambico, Belgio e Portogallo. Le sue fotografie sono inserite nelle collezioni della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, della House of Photography di Mosca, del MAXXI Museo nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, del Centro di Documentazione e di Formazione Ricardo Rangel di Maputo, del Ministero Affari Esteri, della Fondazione Basso di Milano e in collezioni private.
Sviluppa il suo lavoro secondo due piani distinti: da una parte viaggia in territori sensibili con il chiaro intento di raccontare storie, e realizza reportage usando le classiche tecniche analogiche, dall’altra si interroga sulla relazione tra fotografia e realtà e costruisce dei medi formati digitali dove le immagini sono tagliate, elaborate e rimontate; in tal modo cerca di esprimere una nuova realtà, a volte plausibile a volte surreale.
www.patriziabonanzinga.com
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia Adriana de Cesare e l’organizzazione dell’Internet Festival (Pisa 6 - 9 ottobre) per aver inserito la mostra nel suo programma