Floating People 2.0
Nelle opere di questi artisti, la
riflessione sulle contraddizioni e i nodi irrisolti dell’epoca contemporanea si traduce in una ricerca
estetica che trae ispirazione dall’Ukiyo-e, movimento nato nel Giappone del XVII secolo.
Comunicato stampa
"Floating People 2.0"
Donatella Baruzzi - Mario Giavino - Roberto Staffilano
Inaugurazione: giovedì 13 ottobre ore 18.30
sabato 15 ottobre aperto ore 16/20 – giornata del contemporaneo AMACI
Giovedì 13 ottobre presso ArtiLab si inaugura la mostra "Floating People 2.0" (Seconda
Edizione) di Donatella Baruzzi, Mario Giavino e Roberto Staffilano. Nelle opere di questi artisti, la
riflessione sulle contraddizioni e i nodi irrisolti dell'epoca contemporanea si traduce in una ricerca
estetica che trae ispirazione dall'Ukiyo-e, movimento nato nel Giappone del XVII secolo. Non si
tratta di un mero recupero stilistico-formale, ma di riflessioni, molto diverse tra loro, a partire dalla
soggettività dell’artista e del proprio modo di vivere il quotidiano.
Scrive il curatore Gualtiero Mazza nel testo di presentazione:
“Viviamo in un mondo dove le cose fluttuano a velocità crescente. Il clima, in tutto il pianeta, fluttua
in modo schizofrenico e sfida ogni previsione. Le fluttuazioni delle borse valori generano ansia a
milioni di persone. Natanti carichi di esuli fluttuano tra le onde, verso coste sconosciute e inospitali.
Anche la nostra personale esistenza, sempre più connessa alla tecnologia, sembra fluttuare in una
realtà parallela, dove fasci di elettroni hanno la stessa importanza dei corpi in carne e ossa.
Non è quindi fuori luogo che un gruppo di artisti prenda ispirazione da una filosofia compositiva basata
proprio sul "mondo fluttuante": l'Ukiyo-e, che già in passato influenzò molti pittori europei, sensibili alle
trasformazioni innescate dalla modernità. Ai colossali problemi del XXI secolo, Baruzzi, Giavino e
Staffilano rispondono con opere di assorta eleganza, consapevoli che l'arte non può cambiare il mondo,
ma calandosi nel suo eterno divenire può migliorare la nostra capacità di visione e di riflessione critica.”
Donatella Baruzzi suggerisce l'apertura a sensibilità inedite, miscelando icone e simbologie universali
in un sincretismo che si estende alla tecnica, basata sull'abile fusione di ceramica e pittura.
Mario Giavino prosegue con lucida coerenza la sua ricerca sui segni, che appaiono sempre più nitidi
e pregnanti, grazie alla scelta di portare il colore di fondo verso un bianco di abbagliante purezza.
Roberto Staffilano, con i suoi collage fotografici a mandala, sancisce il fallimento dell'idea che la realtà
possa ruotare attorno a un solo centro, mentre nel contempo ne sottolinea la nostalgica persistenza.