Franco Menolascina – I Am But I Don’t Exist
In occasione della dodicesima edizione della Giornata Del Contemporaneo, la Galleria Formaquattro apre la nuova stagione con un progetto espositivo dedicato a Franco Menolascina, uno dei personaggi più di spicco in Puglia per le sue numerose partecipazioni nazionali ed internazionali.
Comunicato stampa
In occasione della dodicesima edizione della Giornata Del Contemporaneo, la Galleria Formaquattro apre la nuova stagione con un progetto espositivo dedicato a Franco Menolascina, uno dei personaggi più di spicco in Puglia per le sue numerose partecipazioni nazionali ed internazionali. L’ esposizione prevede una selezione di opere, tra le più rappresentative, realizzate ciclicamente negli anni duemila, capaci di svelare e mettere a fuoco la straordinaria evoluzione compiuta dall’artista nel contemporaneo. Una visione completamente anarchica , egli evidenzia nettamente nelle sue opere il decadimento dell’uomo – che non è solo decadenza – raffrontandolo, spesso, con l’umano titanismo della pittura rinascimentale e post-rinascimentale. Di particolare interesse, è la tecnica che diviene atto di disvelamento palese d’ogni suo pensiero. Per chi non lo abbia ben capito, non siamo difronte all’artista dalla facile trovatina, né dal concettino facile, ci troviamo dinanzi ad una macchina molto più complessa ed articolata. Nelle sue opere risuona fortemente un modo di sentire la forma, lo spazio, il tempo, il romanticismo nostalgico, etico sin nel suo fondamento creativo-ideologico, legato ad un’ostinata necessità di mutazione di noi stessi e della natura. Franco Menolascina appartiene alla minoranza degli artisti decisi a riconquistare l’identità perduta, a modificare l’essere umano, ad identificarsi in un mondo ideale libero dai campi di concentramento, dall’oppressione, dalla schiavitù, guerra e morte. Da quando esiste la civiltà esiste un condizionamento del pensiero, ma è l’artista che cerca la liberazione per sé e per gli altri. Non è asservito al prototipo culturale omologato, egli difende la sua libertà di pensiero. Nelle sue opere polimateriche, si attesta una disperata solitudine e nello stesso tempo un amore cosmico in cui confluiscono varie motivazioni etico-esistenziali ma tutte riconducibili all’idea del riscatto dell’intera umanità attraverso la coscienza della raffigurazione. Lacera il velo dell’ipocrisia e dell’impotenza critica della società globalizzata, rilevando l’incoscienza e l’ambiguità dove l’uomo vive la morte della sua identità. Egli assolve al compito, morale prima che artistico, di mettere in luce ciò che vi è di invisibile, ciò che vi è di inesplicabile nella natura. L’artista offre all’osservatore una visione che in qualche modo, tramite la sua coscienza, gli permette di percepire l’apparire in tutta la sua significazione della condizione umana. In sintesi vi è una spaccatura ineliminabile che si viene a creare: l’uomo è obbligato a conquistare un’essenza che sente conquistata ma che non comprenderà mai nella sua interezza. Si può affermare che la ricerca di comprendere diverse riflessioni su vari argomenti che possono essere rintracciati, in generale nella storia e in particolare nella quotidianità e sui quali l’artista medita nel tentativo di scoprire nuove positività e possibili proposte per la formazione di un uomo libero e migliore. D’altronde la condizione umana presentata nelle sue opere, denota una logistica compositiva tutta protesa a porre la domanda sull’angoscia e la solitudine umana ma dall’altra parte lasciando il posto ad una intima riflessione sulle motivazioni classiche nel tentativo di scoprire interpretazioni che possano trovare una risposta edificante.
Franco Menolascina nato a Bari nel 1948 dove vive e lavora, fondatore 1975 con Mimmo Conenna della Cooperativa Esperienze Culturali. Si interessano al suo lavoro critici come Enrico Crispolti, Miklos N. Varga, Lara Vinca Masini, Giovanni Testori, Roberto Sanesi, Pietro Marino, Marcello Vunturoli, Marco Valsecchi, Renzo Margonari, Graziano Menolascina, Massimo Bignardi, Vittorio Sgarbi, Marco Ancora, Elisabetta Longari. Le sue opere si trovano in Gallerie e Musei d’Italia ed Estero. Nel 1973 vince il XXVII Premio F.P. Michetti, nel 1976 X Biennale Internazionale Campione D’Italia_ Museo Mondiale del Pattinaggio Finale Emilia. Nel 1980 Primo Premio XVII Aldo Roncaglia _nel 1982 Museo Ca Pesaro di Venezia sull’arte fantastica in Italia_ invitato al Museo d’Arte Contemporanea di Bilbao_ nel 1983 invitato da E.Crispolti e Vittorio Fagone a AB Origine Presenze Pugliesi nell’Arte Contemporanea allo Studio Carrieri Martina Franca, nel 1985 sempre invitato da E. Crispolti alla Fortezza Medicea di Siena per Una Nuovissima Generazione nell’Arte italiana_ nel 1986 partecipa alla XI Quadriennale di Roma_ nel 1988 partecipa alla Biennale Internazionale del Mare Castel dell’Ovo Napoli_ successivamente alla X Biennale Internazionale d’Arte Fantastica Casal Pusterlengo Milano_ nel 1992 vince come primo classificato al XXIII Premio Suzzara_ nel 1999 inaugura il nuovo spazio della Galleria Spazio Annunciata di Milano con mostra personale “Game Over”_ nel 2000 partecipa alla rassegna “Carta Canta” nella Galleria Barbara Behan di Londra_ nel 2004 partecipa a The Art Card, Sharjan Museum, Emirati Arabi_ partecipa al Progetto Esserci, Padiglione Italia a invitato da Philippe Daverio e Jean Blanchaert 51° Biennale d’Arte di Venezia_nel 2011 partecipa alla 54° Biennale d’arte di Venezia, Puglia – Padiglione Italia – a cura di Vittorio Sgarbi.