Jacopo Candotti – La mia architettura suona in nero

Informazioni Evento

Luogo
EDICOLA RADETZKY
Viale Gorizia, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

visibile tutti i giorni 24 ore su 24

Vernissage
29/10/2016

ore 19

Artisti
Jacopo Candotti
Curatori
Andrea Lacarpia
Generi
arte contemporanea, personale

Progetto Città Ideale presenta La mia architettura suona in nero, mostra di Jacopo Candotti, parte del ciclo di esposizioni realizzate con il sostegno di Enel con cui Edicola Radetzky viene attivata come spazio espositivo per l’arte contemporanea.

Comunicato stampa

Progetto Città Ideale presenta La mia architettura suona in nero, mostra di Jacopo Candotti, parte del ciclo di esposizioni realizzate con il sostegno di Enel con cui Edicola Radetzky viene attivata come spazio espositivo per l'arte contemporanea.

La relazione tra pensiero e percezione delle forme esteriori è l’elemento centrale della ricerca di Jacopo Candotti, in una continua rimodulazione delle forme scultoree che apre riflessioni sul confine tra oggetto d’uso e dimensione contemplativa. Il rapporto conflittuale della modernità nei confronti dell’ornamento, nelle opere di Candotti viene superato modificando il ruolo dell’ornato, che da accessorio superfluo diviene protagonista che tende a sostituirsi alla forma che lo ospita. Differenziandosi dallo spirito postmoderno, che ha riscoperto la decorazione nella dimensione ludica del nonsense, Candotti concentra l’attenzione sul significato della forma e sui fattori che influiscono nell’esperienza estetica.

Per Edicola Radetzky, Jacopo Candotti realizza una grande scultura modellata con cera d’api nera, composta da più forme che si legano in una composizione dall’atmosfera metafisica.
Diversi elementi iconici della storia dell’architettura sono prelevati da Candotti per essere trasferiti in una dimensione sospesa, un arrangiamento visivo che trasforma la città in accordo musicale. I volumi geometrici del razionalismo dialogano con le forme della classicità e le decorazioni del gotico, in un compendio storico che annulla le distanze temporali per mostrare un’architettura lieve, alleggerita dal peso della funzionalità per animarsi come un organismo vivente dalla sensualità accentuata dalla morbidezza della cera d’api.
La grande visibilità dell’interno dell’Edicola Radetzky viene esaltata da Candotti collocando la scultura sopra un piano all’altezza dello sguardo e inserendo un elemento verticale che ruota su se stesso come a volersi rendere maggiormente visibile, mostrandosi come oggetto prezioso. Una colonna ornata da decori marinari tratti dallo stile manuelino, tardo gotico portoghese caratterizzato da un ornato particolarmente eccentrico, conferma l’idea di un’architettura che si libera dalle freddure del funzionalismo per aprirsi all’incanto e all’immaginazione, che nella mostra di Jacopo Candotti portano ad un’orchestrazione che unisce le arti in un inedito accordo.

Prima stagione
Fino a dicembre 2016 Edicola Radetzky ospiterà Prima Stagione, ciclo di mostre riunite nell’idea di “altrove” tra natura selvatica e idealizzazione, con installazioni progettate appositamente per lo spazio dell’Edicola con il fine di promuovere la formazione di un immaginario collettivo intorno ad essa, un dono per i cittadini che andrà ad arricchire l’identità culturale che dalla zona si estende alla città.

Enel Energia per Edicola Radetzky
La riqualificazione di Edicola Radetzky è resa possibile grazie al sostegno di Enel Energia, che ha scelto di promuovere e valorizzare il progetto culturale realizzato da Città Ideale. Parallelamente a ogni ciclo di mostre, all’interno del Punto Enel di Via Broletto 44 verrà esposta un’opera dello stesso artista presente nell'Edicola con un reciproco rimando tra un luogo e l’altro.

Il restauro di Edicola Radetzky
Struttura storica situata in riva alla Darsena di Milano, Edicola Radetzky è stata affidata a Progetto Città Ideale dal Municipio di Zona 6 del Comune di Milano per farne il nuovo centro culturale della Darsena, con programmazione di mostre e progetti esterni. Il restauro ha coinvolto attivamente un gruppo di artisti riuniti nel progetto Cantieri Radetzky, ed è stato realizzato anche grazie al contributo dell’associazione Casa Gialla e di alcuni cittadini milanesi.