Giuseppe Ayna
Giuseppe Ayna inaugura una mostra di una quindicina di suoi recenti lavori prodotti tra il 2014 e il 2016.
Comunicato stampa
Giuseppe Ayna inaugura una mostra di una quindicina di suoi recenti lavori prodotti tra il 2014 e il 2016.
Le opere sono esposte in un dialogo suggestivo con l’architettura di uno dei maggiori monumenti religiosi milanesi, la Basilica di San Marco, nella cui Sacrestia Monumentale le opere sono installate.
Come scrive Gianluca Ranzi nel saggio in catalogo: “Come antiche icone, queste opere risplendono emergendo dall’oscurità, sottolineata da una fascia dipinta di color antracite ai bordi, mentre al centro i colori acrilici creano atmosfere soffuse e allo stesso tempo vibranti di energia cromatica”.
Giuseppe Ayna è unito da uno stretto rapporto di ispirazione e di ammirazione per Venezia e per le sue tonalità che si ritrovano qui in certi verdi imbevuti di luce che si fanno contemporaneamente terra, acqua e atmosfera e in cui l’elemento solido coincide con quello liquido e gassoso. Se in alcuni casi la memoria visiva corre alla strutturazione geometrica di Serge Poliakoff, è però nelle opere di Paul Klee che questo lavoro trova un lontano riferimento, nell’illuminata opacità e nelle trasparenze del colore, nell’evocazione delle forme e nei suggerimenti poetici dati dalle atmosfere notturne illuminate dall’energia del colore.
Questo pulsare della luce imprime dinamismo alle opere che si servono dell’asimmetria e dell’irregolarità per accrescere evocazione e trepidazione, richiamando alla mente la deregulation armonica del jazz, un’altra grande passione dell’artista, come è ad esempio evidente nell’opera Ascoltando Dizzy G. del 2016.
Inoltre Giuseppe Ayna, appassionato lettore del poeta giapponese Shimpei Kusano, conosce ed apprezza anche la cultura orientale, da cui ha appreso che l’essenza del mondo si esprime anche attraverso l’irregolarità e l’asimmetria, verso il mistero che ancora circonda il mondo.