Start up. Quattro Agenzie per la produzione del possibile

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE BARUCHELLO
Via del Vascello 35, 00152 , Roma , Italia
Date
Dal al

dal martedì al venerdì dalle ore 16.00 alle ore 19.00

Vernissage
09/11/2016

ore 19

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Elisabetta Benassi, Massimo Bartolini, Claire Fontaine, Antoni Muntadas, Jimmie Durham, HH Lim, Cesare Pietroiusti, Felice Levini, Bruna Esposito, Cesare Viel, Emilio Fantin, Leonardo Petrucci
Curatori
Maria Alicata, Carla Subrizi
Generi
arte contemporanea, inaugurazione, collettiva
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La Fondazione Baruchello inaugura la nuova sede di Roma in via del Vascello 35 (Monteverde Vecchio) con il progetto Start up. Quattro Agenzie per la produzione del possibile, ideato da Gianfranco Baruchello e a cura di Maria Alicata e Carla Subrizi.

Comunicato stampa

START UP
QUATTRO AGENZIE PER LA PRODUZIONE DEL POSSIBILE

da un’idea di Gianfranco Baruchello

a cura di Maria Alicata e Carla Subrizi

10 novembre 2016 – 28 aprile 2017

Inaugurazione della mostra e del nuovo spazio della Fondazione
mercoledì 9 novembre ore 19.00

Anteprima stampa: mercoledì 9 novembre ore 11.30

Via del Vascello 35, Roma

Mercoledì 9 novembre 2016 la Fondazione Baruchello inaugura la nuova sede di Roma in via del Vascello 35 (Monteverde Vecchio) con il progetto Start up. Quattro Agenzie per la produzione del possibile, ideato da Gianfranco Baruchello e a cura di Maria Alicata e Carla Subrizi. Si apre così un nuovo capitolo per la Fondazione – nata nel 1998 e già attiva nella sede del Parco di Vejo, tuttora in funzione – che con questo spazio di circa 300 mq nel cuore della Capitale intende rafforzare il legame con la città, incrementando la propria attività e il dialogo con il pubblico.

Da sempre incentrata sulle relazioni tra arte, natura, economia, storia, la ricerca di Gianfranco Baruchello prosegue con questo progetto sperimentale che prende il proprio nome dall’ambito economico. Con il termine start up, si identifica infatti una nuova impresa nella forma di un’organizzazione temporanea o di una società di capitali in cerca di modelli di business per creare e distribuire valore. In un momento storico contraddistinto da flessibilità e mobilità, in cui le accezioni di lavoro, economia, produzione e formazione sono in continua crisi e trasformazione, l’arte diviene il territorio dove nuove forme di immaginazione possono sfidare i confini del possibile.
Il progetto è strutturato come un ufficio per la promozione e la diffusione di proposte visionarie che intendono innescare ulteriori dinamiche economiche e di relazione, e ridefinire il rapporto tra il valore d’uso e il valore di scambio.
Lo spazio espositivo ospiterà quattro agenzie, ognuna delle quali lavorerà attivamente per raggiungere un obiettivo diverso: la promozione di scambi di terra a livello globale, l’adozione di pecore portatili, la produzione di utopie, la realizzazione di oggetti anomali.
Ciascuna agenzia si occuperà di promuovere le varie attività ricercando investitori, aziende, amatori, disposti a sostenere, affiancare o co-produrre i progetti proposti.

La mostra è articolata in quattro ambienti:

1. Earth Exchange. La prima stanza è dedicata alla terra, custode di valori antichi e patrimonio del vivente, tema di Un metro cubo di terra – Earth Exchange. Il progetto è stato avviato nel 2014 e consiste nello scambio tra la terra della Fondazione (proveniente dalla sede di Via di Santa Cornelia, nella campagna a nord di Roma) con terra proveniente da un altro luogo in Italia o all’estero. Il destinatario dello scambio riceve due casse di legno della misura di un metro cubo, una piena e una vuota. L’agenzia si occuperà di seguire tutte le fasi: dalla ricerca del partner alla spedizione della terra nelle casse, allo svuotamento delle stesse, al mescolamento delle terre dei due luoghi fino al ritorno della cassa contenente la terra del partner e al suo mescolamento con la terra della Fondazione.
La terra è qui intesa come un elemento che può fondersi con le terre di tutto il mondo, in una sorta di trasfusione geografica e culturale senza confini.
Nei due anni dall’avvio del progetto, sono già avvenuti scambi tra Martina Franca (Puglia), Amburgo e Karlsruhe (in Germania).

2. Adozione della pecora. Sull’importanza, oggi, di ripensare la pecora si concentra la seconda agenzia. I visitatori della mostra hanno la possibilità di diventare pastori virtuali attraverso l’impegno personale di adottare una pecora portatile in legno, nella forma essenziale – con misure reali – di una sagoma piatta, timbrata e numerata. Dopo la registrazione e la compilazione dei relativi moduli, l’utente diviene custode di una delle cento pecore disponibili e quindi pastore di un gregge simbolico diffuso nel mondo. La pecora dotata di un alloggiamento/maniglia può essere trasportata facilmente e accompagnare il suo pastore in tutte le ordinarie e quotidiane attività. Un manifesto in undici punti suggerisce modi di uso e manutenzione dell’oggetto.
L’atto di adozione conferisce concettualmente all’oggetto molte qualità di una vera pecora. La pecora in legno diviene così portatrice delle proprietà affettive e identificative tipiche della cura di un animale vivente.
A differenza del gregge tradizionale, con un unico pastore, questo gregge portatile definisce una proprietà comune basata sulla condivisione. L’agenzia, oltre a individuare i potenziali custodi della pecora, si occuperà anche di seguire e controllare le vicende e gli usi dell’oggetto adottato. È prevista la compilazione di una mappa per seguire gli itinerari e le destinazione del gregge.

3. Oggetti anomali. Per avviare le attività di questa agenzia, Baruchello ha invitato un primo gruppo di artisti (a cui seguiranno altri) a presentare, ognuno, il progetto per un “oggetto anomalo”: un’idea o l’invenzione di uno strumento differente da quanto già esistente nella produzione industriale. Compito dell’agenzia sarà trovare l’ente, o l’amatore, che finanzi la realizzazione dell’oggetto nei modi e dettagli che l’artista propone: un esperimento per capire le possibili funzioni dell’errore, dell’inutile, dello scarto per innescare una nuova relazione tra creatività e produzione. Tra gli artisti invitati: Maria Thereza Alvez, Massimo Bartolini, Elisabetta Benassi, Jimmie Durham, Bruna Esposito, Emilio Fantin, Claire Fontaine, Felice Levini, HH Lim, Rogelio Lopez Cuenca, Antoni Muntadas, Leonardo Petrucci, Cesare Pietroiusti, Santo Tolone, Carlo Gabriele Tribbioli, Cesare Viel.

4. Produzione di utopie. Cosa fa venire in mente immaginarsi al centro di un bosco fitto, oscuro, in totale solitudine, per qualche minuto? L’agenzia ha per obiettivo l’offerta di questa emozione. Dislocata al piano inferiore rispetto agli spazi delle altre agenzie, la piccola stanza dell’utopia implica la discesa in un luogo sotterraneo e l’immersione in un ambiente insolito che simula l’interno di un bosco, dove la paura potrebbe essere in agguato come memoria o fantasia: un luogo simbolico della rimozione, intimo e raccolto, possibile “attivatore” di pensieri e di immaginazione.
All’utente di questo spazio è richiesto di lasciare una parola venuta in mente.

Per tutta la durata del progetto si terranno incontri e workshop con artisti, poeti, scrittori, filosofi, in cui saranno affrontate diverse tematiche quali l’utopia, plusvalori e disvalori dell’economia, ruolo della pecora nella storia dell’arte, pastorizia, sopravvivenza e capitalismo, in una prospettiva interdisciplinare, metodologia che da sempre contraddistingue le ricerche e le attività della Fondazione Baruchello.