Palinsesti 2016 – Fracturae
A quarant’anni dal tragico sisma che nel 1976 colpì duramente il Friuli, Palinsesti dedica una riflessione sul tema del disastro e del coraggioso superamento della crisi con l’allestimento, nel seicentesco Palazzo Altan, della mostra collettiva Fracturae.
Comunicato stampa
PALINSESTI 2016
XXVa EDIZIONE DELLA RASSEGNA D’ARTE CONTEMPORANEA “PALINSESTI”
2° COMUNICATO STAMPA
La XXVa edizione della rassegna d’arte contemporanea Palinsesti, organizzata dal Comune di San Vito al Tagliamento e che sarà inaugurata domenica 13 novembre alle ore 15.30 nell’Antico Teatro Sociale “G. G. Arrigoni”, anche quest’anno offre al pubblico una serie di progetti che guardano da un lato a ciò che sta accadendo nel contesto artistico-culturale più prossimo, locale, e che dall’altro si aprono a prospettive di carattere europeo.
A quarant’anni dal tragico sisma che nel 1976 colpì duramente il Friuli, Palinsesti dedica una riflessione sul tema del disastro e del coraggioso superamento della crisi con l’allestimento, nel seicentesco Palazzo Altan, della mostra collettiva Fracturae. In quest’occasione il tema della “frattura” – della faglia fisica, visiva, ma anche esistenziale – non vuol essere declinato solo sulle istanze della tragedia, del disastro, del dolore, della distruzione e della perdita: questo progetto, al contrario, vuole in prima battuta ragionare su ciò che viene dopo il sisma, sulla ripresa, la ricostruzione, la necessità di fare della situazione di crisi un nuovo punto di partenza, per un futuro necessariamente diverso, ma non per questo peggiore. La storia del Friuli, di fatto, ci dimostra proprio come la tragedia possa essere punto di partenza per una nuova, più vivace e diversificata storia di uno stesso territorio. L’esposizione vuole dunque parimenti riflettere sulla questione molto attuale della crisi (economica, sociale, ambientale, lavorativa, generazionale) e sulle possibilità di superamento di quest’ultima da parte di ciascuno di noi. Gli artisti intervenuti nel progetto sono Christian Fogarolli (vive e lavora a Trento), Sophie Ko (nata a Tbilisi in Georgia, vive e lavora a Milano), Silvia Mariotti (nata a Fano, vive e lavora a Milano), Paolo Meoni (nato a Prato dove vive e lavora) e Caterina Rossato (nata a Lecco, vive e lavora a Bassano).
Al Castello il progetto espositivo Mind the Map del collettivo austriaco Time’s Up invece propone al visitatore di approfondire le tematiche sulle politiche europee dell’emigrazione.
L’esposizione, curata da Davide Bevilacqua, racconta, attraverso una serie di installazioni narrative e interattive, la verosimile storia di Christine Kollan, una cittadina austriaca ereditiera dell’industria di famiglia, che si scontra con la realtà dei migranti in fuga da guerra, fame e miseria attraverso il mar Mediterraneo. Accusata di essere una trafficante di uomini, pur avendo semplicemente salvato i migranti da morte certa, la protagonista – e lo spettatore di conseguenza – vive in prima persona la stridente contraddizione tra gli interessi economici della propria famiglia e l’assurdità di una tragedia umanitaria di enormi proporzioni, che ci obbliga a rivalutare i nostri valori e prendere una posizione.
Inoltre Mind the Map si inserisce in continuità tematica con Human, spettacolo teatrale di e con Marco Baliani e Lella Costa, in programma nel calendario della rassegna di prosa il 17 novembre all’Auditorium comunale di San Vito.
All’Essiccatoio Bozzoli è invece ospitata la personale di Giorgio Valvassori, curata da Antonio Garlatti e Giorgia Gastaldon, che costituisce un affondo sul lavoro Áskesis (2002) presente nella collezione d’arte contemporanea di San Vito al Tagliamento Punto Fermo. Questa iniziativa si prolunga poi sul territorio attraverso l’installazione permanente di alcune opere dell’artista negli spazi pubblici del paese.
Si rinnova in questa ottava edizione, curata da Giorgia Gastaldon, anche il connubio tra Premio In Sesto e Antiche Carceri di San Vito al Tagliamento, le cui celle ospitano per la durata della rassegna, a carattere internazionale, l’esposizione dei progetti elaborati da Jacopo Mazzonelli, Ida Blažičko e Kristian Sturi, insieme a una selezione delle loro opere.
I lavori del trentino Mazzonelli sono installazioni visive e mediali attraverso le quali l’artista esplora concetti musicali come il silenzio o il noise.
Le sculture della croata Blažičko fanno generalmente riferimento a strutture ispirate dalla biomimetica, lo studio delle strategie costruttive della natura.
Infine il goriziano Sturi realizza le sue opere utilizzando materiali e stili eterogenei (ceramica smaltata, serigrafie, fumogeni, film colorati), che uniti alla presenza di elementi ricorrenti creano un giocoso sistema di segni e simboli.
Una sezione del premio, curata da Davide Bevilacqua, che sarà inaugurata sempre domenica 13 novembre, ma alle ore 11.00, si trova invece a Pordenone, nelle sale espositive della Fondazione Ado Furlan (via Giuseppe Mazzini, 49). L’artista goriziano Michele Spanghero presenta, oltre a Pebbles, progetto vincitore della scorsa edizione del Premio in Sesto, anche una nuova versione dell’opera Natura Morta, un’installazione sonora che rivisita in chiave tridimensionale il celebre genere della rappresentazione pittorica. In Natura Morta il suono sprigionato dalla scultura viene generato convertendo l’energia chimica presente nella frutta in energia elettrica e subirà nel corso della mostra un decadimento acustico parallelo a quello fisico-chimico del materiale organico.