Corpo privato e corpo sociale

Informazioni Evento

Luogo
CASA D'ARTE FUTURISTA - FORTUNATO DEPERO
Via Portici 38, Rovereto, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Martedi - Domenica 10.00 - 18.00
Lunedi chiuso

Vernissage
18/11/2016

ore 18 su invito

Biglietti

Intero: 11 € Ridotto: 7 €

Artisti
Andres Serrano, Cindy Sherman, Ketty La Rocca, Hermann Nitsch, Arnulf Rainer, Sarenco, Yoko Ono
Curatori
Nicoletta Boschiero, Duccio Dogheria
Generi
arte contemporanea, performance - happening, collettiva

A partire dal multiforme ingegno di Fortunato Depero, la mostra Performance. Corpo privato e corpo sociale approfondisce il tema del corpo come strumento e luogo di ricerca attraverso un nucleo di opere provenienti dal Mart e una selezione di documenti dell’Archivio del ‘900.

Comunicato stampa

Una fase fondamentale della ricerca di Fortunato Depero è quella connessa al corpo e alla sua messa in scena: anticipando di qualche decennio il concetto di performance, gli artisti futuristi realizzano esibizioni pseudo-teatrali basate sull’improvvisazione e sul coinvolgimento del pubblico.

Il corpo come strumento di azione politica è, invece, un leitmotiv che ricorre in molte opere degli anni Sessanta e Settanta, ben documentate dai materiali conservati nell’Archivio del ’900. Un primo gruppo di lavori presenti in mostra rimanda ad azioni collettive, come nel caso delle esibizioni di teatro politico del Living Theatre o di Enrico Baj, mentre altre, pur svolte in una dimensione pubblica, riconducono a gesti individuali, per esempio i public poems di Sarenco o Arias-Misson.

Le opere di Hermann Nitsch e Arnulf Rainer, collegate alle performance radicali del Wiener Aktionismus, ci restituiscono un corpo ferito e offeso, mentre i lavori di Cindy Sherman e Andres Serrano introducono un’idea di corpo artificiale, frutto di un travestimento che porta alla trasformazione e ridefinizione dell'identità.

Infine, il corpo inteso come luogo di ricerca ha portato a delle particolari commistioni tra performance e scrittura, di cui sono un chiaro esempio le opere di Ketty La Rocca.

In mostra si possono vedere anche tre video: Cut piece (1964) di Yoko Ono, che attesta l’inizio di un percorso molto importante sull’identità femminile, Applications (1970) di Vito Acconci e un inedito di Sarenco, Mein Gott Nein Gott (1970), eseguito a Bienne in occasione del Festival de l’imagination.