Emiliano Alfonsi – Animamundi
L’immagine è manifestazione potente e allo stesso tempo bisognosa di protezione, protezione che Emilano realizza con un succedersi di spessi contorni intorno ad essa, bordi che contengono ed irradiano allo stesso tempo. Una danza intorno all’evento che si “mostra” e che afferma la propria irragiungibile distanza.
Comunicato stampa
Presso la sala espositiva della Banca SANPAOLO invest, il 26 e 27 novembre 2016, Karol Soprano con l'introduzione critica del Prof. Egidio Maria Eleuteri (critico d’arte) è lieto di presentare ANIMAMUNDI-verità e pittura di Emiliano Alfonsi .
Un incontro con l'Artista e un “ viaggio attraverso la ricerca della traccia per il recupero del pensiero nell’attuale approfondimento sull’Etica”.
L' indagine pittorica di Alfonsi è sensibile al richiamo storico di Nazareni e Preraffaelliti, di cui sente una certa affinità stilistica, pur passandone indenne, così pure del Simbolismo, ne fa proprie le istanze poetiche, perseguendo una meticolosa indagine sulla pregnanza dei segni nella narrazione mitico-religiosa. Ciò che però rende singolare la ricerca di Alfonsi mettendola al riparo da qualsiasi ingenuo anacronismo è la progettualità verso il quadro come opera, come oggetto.
Del tutto originale risulta infatti l’apparire dell’universo simbolico in un contesto in cui l’opera, mantenendo una forte tensione, al confine fra ciò che la contiene ed il proprio contenuto, si fa oggetto evocativo della propria presenza fisica.
L’immagine è manifestazione potente e allo stesso tempo bisognosa di protezione, protezione che Alfonsi realizza con un succedersi di spessi contorni intorno ad essa, bordi che contengono ed irradiano allo stesso tempo. Una danza intorno all’evento che si “mostra” e che afferma la propria irragiungibile distanza. Tutto ciò non ha a che fare con il senso comune di cornice ma è quasi una fortezza che vigila la soglia dove si incontrano lo sguardo che guarda e lo sguardo di chi è guardato.
Immediato è il riferimento alle icone della tradizione cristiana come ai mandala buddisti o più coerentemente agli yantra induisti dove l’andamento centripeto di contrazione verso il centro delle figure geometriche equivale a quello centrifugo di estensione all’infinito.
Le immagini di Alfonsi, così accuratamente dipinte, non ritraggono nulla, non vogliono essere verosimili, non vogliono avere a che fare con il carattere (anche quando può all’origine esserci un soggetto reale o mitico) impongono con la forza del simbolo, che non scade mai a didascalia, in chi le osserva una sfida: quando l’osservatore crede di averne colto l’essenza in modo stabile, si ritraggono, innescando una metamorfosi perturbante. Opere come vere macchine spirituali per percorsi mentali emancipativi.