Iocose – Failing Forward
Il Colorificio è lieto di annunciare l’inaugurazione dei suoi spazi e la prima mostra “Failing Forward” del collettivo IOCOSE.
Comunicato stampa
IL COLORIFICIO
Il Colorificio è uno spazio progetto votato all’arte contemporanea, fondato da Michele Bertolino, Bernardo Follini e Giulia Gregnanin. Luogo di ricerca curatoriale libero e aperto, Il Colorificio non è interessato a barricarsi dietro le mura del formato mostra, come nemmeno a ingerire preconcetti o adottare una lungimiranza strategica.
Il metodo di approccio si basa, invece, su una serie di domande che possano accompagnarlo progressivamente verso la costruzione di una propria identità. Tale modalità di procedere permette di scardinare dogmi e riattivare discorsi, punto che si può intravedere nella scelta di insediarsi in un locale che dagli anni Cinquanta a fine anni Ottanta ospitò un negozio di vernici, “Il Colorificio Giambellino”.
Ed è proprio l’appartenenza a un contesto specifico, quello del Giambellino, storico quartiere milanese decantato da Gaber e Jannacci, un’importante componente della modalità di ricerca. Il Giambellino conserva le rughe della vecchia Milano, quella crepuscolare, industriale, ma affascinante, ordinaria, mai epica. E con questa storia alle spalle, il quartiere è poi divenuto arena di conflitti sociali, una realtà multietnica, contraddittoria e molteplice.
Il Colorificio, in quanto nuovo spazio progetto, è consapevole della realtà in cui si è inserito e per questo tenta di assumere una posizione mobile, in bilico tra interno ed esterno, privato e pubblico, personale e politico.
IOCOSE | Failing Forward
Il Colorificio si costituisce dunque per tentativi, accogliendo dubbi, dilemmi, errori e fallimenti nel processo di crescita. Ed è a partire da questa condizione che prende avvio la mostra “Failing Forward” di IOCOSE.
Da lungo tempo il collettivo artistico indaga la componente fallimentare all’interno del panorama contemporaneo, focalizzandosi particolarmente sulle aporie e contraddizioni dell’universo digitale. I lavori di IOCOSE, con sfrontata ironia, restituiscono le lacune del progresso evidenziando come la continua proiezione in avanti porti a un collasso del presente. Da qui il titolo “Failing Forward”, una condizione fallimentare inevitabile, reiterata nel futuro, immediato o prossimo che sia.
Due sono le opere esposte, First Viewer Television (FVTV) (2012) e Moving Forward (2016 - in corso), completate dalla settima edizione del NoTube Contest.
First Viewer Television consiste in uno schermo televisivo posizionato su una distesa di pop-corn su cui girano video mai stati visionati, prelevati da YouTube – la più grande e nota piattaforma web di video-sharing. Il visitatore è reso così il primo fruitore di video già presenti sulla piattaforma digitale o appena caricati, facendosi carico di un’azione iniziatica – quasi sacrale – che pone l’attenzione sui paria della rete, falliti in base alla logica imperante delle visualizzazioni su YouTube.
La serie di video Moving Forward si compone di brevi clip di 6 secondi in cui è ripreso un dito muovere in avanti oggetti di varia natura. Oggetto dopo oggetto, il collettivo prova a spingere il mondo in avanti, modificando le coordinate spazio-temporali di singoli frammenti e tentando invano di velocizzare la febbrile corsa verso il futuro promesso dalla tecnologia.
A collegare i due lavori si situa la premiazione del NoTube Contest 2016, concorso attivo dal 2009 e pensato da IOCOSE come una ricognizione dell’archivio online. Tutti gli utenti possono proporre video “falliti” di YouTube, nella ricerca del video “più inutile” dell’anno. I criteri a cui devono rispondere i video sono tre: nessuna ragione per essere realizzati, nessuna ragione per essere pubblicati, nessuna ragione per essere guardati.
Michele Bertolino, Bernardo Follini, Giulia Gregnanin
Michele Bertolino (Torino, 1992) si laurea all’Università Statale di Torino in Filosofia con la tesi La Struttura dell’Azione Artistica. Ha scritto per alcune riviste specializzate e ha lavorato come assistente di galleria presso Norma Mangione Gallery, Torino. Nel 2016 frequenta il corso per curatori CAMPO 15 promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. È stato il coordinatore di “PIIGS: An Alternative Geography of Curating” alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. Attualmente studia Filosofia all’Università di Torino, i suoi interessi di ricerca variano dall’ontologia dell’arte, all’approccio analitico alle questioni artistiche, alla filosofia dell’arte, concentrandosi sull’oggetto artistico in sé fino all’ontologia della dimensione sociale del mondo dell’arte. È tra i fondatori dello spazio progetto Il Colorificio.
Bernardo Follini (Milano, 1993) è critico e curatore. Si laurea all'Università Cattolica di Milano con la tesi Americanness, Dadaismo e Situazionismo in Ed Ruscha. Critica di un libro d’artista: Royal Road Test. Nel 2016 frequenta il corso per curatori CAMPO 15 promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Fondatore e redattore de La Cultura del Bloggo, è stato assistente curatoriale di Simone Menegoi per la mostra “corpo.gesto.postura” ad Artissima 2016, Torino. Tra gli ultimi progetti ha curato le mostre “200000” di Antoine Zgraggen alla Galleria l’Affiche di Milano, “Gabriele Amadori vedere la musica, ascoltare l'immagine” con Anna Detheridge al Museo Diocesano di Brescia e “PIIGS: An Alternative Geography of Curating” alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. È tra i fondatori dello spazio progetto Il Colorificio.
Giulia Gregnanin (Roma, 1990) è scrittrice, critica e curatrice. Nel 2015 si laurea all’Università IULM di Milano con la tesi The Nose: un’opera di William Kentridge, svolta in parte a Johannesburg con la supervisione di Vincenzo Trione. Nel 2016 frequenta il corso per curatori CAMPO 15 promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Attualmente è parte della redazione di Flash Art Italia, per cui scrive. Tra gli ultimi progetti: “A Natural Oasis? A transnational reasearch program” gruppo di ricerca coordinato da Alessandro Castiglioni e Simone Frangi per MEDITERRANEA 18; “PIIGS: An Alternative Geography of Curating” una mostra e un ciclo di talks frutto di un network tra scuole curatoriali, presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. È tra i fondatori dello spazio progetto Il Colorificio.
IOCOSE
IOCOSE è un collettivo artistico composto da Matteo Cremonesi (Brescia, IT), Filippo Cuttica (Londra), Davide Prati (Berlino) and Paolo Ruffino (Londra). Fondato nel 2006, il gruppo si avvale di diversi media: siti web, video, social networks, ritratti, semi e cani. L’arte di IOCOSE indaga il fallimento dello sviluppo tecnologico e culturale, mostrandone sia le visioni entusiastiche che pessimistiche. Il loro focus riguarda il momento in cui il presente racconta il futuro, concentrandosi su come le narrazioni costruite siamo pronte a fallire. IOCOSE ha esposto, tra gli altri spazi, alla Biennale di Venezia (2011, 2013), Tate Modern (London, 2011), Jeu de Paume (Paris, 2011), FACT (Liverpool, 2012), MACRO (Rome, 2012), Transmediale (Berlin, 2013, 2015), The Influencers (Barcelona, 2010, 2013), TAJ and SKE gallery (Bangalore, 2014). Il loro lavoro figura in riviste come Wired, Vice, The Creators Project, Flash Art, Liberation, Der Spiegel, El Pais, Adbusters, Neural e Vanity Fair.