Piet Mondrian: l’inventore del Neoplasticismo e il pioniere dell’arte astratta

Piet Mondrian, figura centrale del Neoplasticismo, ha rivoluzionato l’arte astratta con le sue composizioni geometriche, cariche di colori puri, linee nere e ritmi ripresi dalla musica jazz americana. Scopri qui tutto sulla sua vita, sulle sue opere e su come interpretarle

Piet Mondrian – nato Pieter Cornelis Mondriaan – è universalmente riconosciuto come uno dei pionieri dell’arte astratta e il fondatore del Neoplasticismo, movimento artistico noto anche come De Stijl, dal titolo dell’omonima rivista su cui vennero diffuse le idee della corrente. 
Con una vita dedicata alla ricerca di un’armonia visiva perfetta, Mondrian ha trasformato l’arte moderna con le sue composizioni geometriche caratterizzate da linee rette e colori primari. Questo articolo esplora la sua vita, le sue influenze e le sue opere, offrendo una panoramica completa dell’evoluzione del suo stile unico.

Piet Mondrian, Mulino Oostzijdse con cielo blu, giallo e viola c. 1907-08, olio su tela. Kunstmuseum Den Haag
Piet Mondrian, Mulino Oostzijdse con cielo blu, giallo e viola c. 1907-08, olio su tela. Kunstmuseum Den Haag

Biografia di Piet Mondrian

L’infanzia e la formazione accademica

Piet Mondrian nacque ad Amersfoort nel 1872, un grosso borgo nella regione di Utrecht, in Olanda, in una famiglia di rigida osservanza calvinista. Suo padre, preside di una scuola, lo introdusse al disegno fin da giovane età, influenzando profondamente il suo sviluppo artistico.
A soli 20 anni, Mondrian si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Amsterdam, dove iniziò il suo percorso come pittore figurativo. Le sue prime opere erano principalmente paesaggi naturalistici, influenzati dal Romanticismo olandese e dall’Impressionismo francese. Questi lavori, che rappresentano immagini pastorali dei Paesi Bassi, mostrano un giovane artista ancora profondamente ispirato dalla natura, molto lontano dagli sviluppi pittorici successivi.

La crisi esistenziale e l’incontro con la teosofia

Nel 1899, Mondrian iniziò a interessarsi alla teosofia, un movimento filosofico che cercava di unificare le verità spirituali delle diverse religioni. Questo interesse culminò con la sua iscrizione alla Società Teosofica Olandese nel 1909. La teosofia cominciò a influenzare profondamente la sua arte, portandolo a esplorare concetti di verità superiore e unificazione cosmica.
Un esempio chiave di questo periodo è il trittico Evoluzione, una composizione esoterica che simboleggiava con tre figure dipinte sui toni del blu e dell’azzurro il passaggio da una realtà materiale a una rivelazione mistica. Questo lavoro segnò un punto di svolta nella carriera di Mondrian, introducendo elementi di spiritualità e simbolismo che avrebbero influenzato le sue opere successive.

Il trasferimento a Parigi e l’evoluzione verso l’Astrattismo

Nel 1911, Mondrian si trasferì a Parigi, un ambiente vibrante che ospitava alcuni dei movimenti artistici più innovativi dell’epoca, tra cui il Cubismo. Questo cambiamento segnò un deciso abbandono del naturalismo in pittura, e un conseguente avvicinamento all’arte astratta.
Influenzato dai Cubisti, Mondrian iniziò a scomporre le forme nei loro elementi essenziali, esplorando la relazione tra linea, colore e spazio. Tuttavia, mentre il Cubismo manteneva un legame con la rappresentazione oggettiva, Mondrian cercava un’ancor più profonda astrazione, aspirando a rappresentare l’essenza della realtà attraverso l’arte.

La fondazione del Neoplasticismo e la collaborazione con Theo van Doesburg

Nel 1917, Mondrian, insieme a Theo van Doesburg, fondò il movimento De Stijl e la rivista omonima, che promuoveva un’estetica basata sull’uso di forme geometriche e colori primari. Questo movimento, che rappresentava un nuovo umanesimo, mirava a un’arte universale capace di trascendere le differenze culturali e personali.
Il Neoplasticismo si fondava su una rigorosa riduzione degli elementi visivi: linee orizzontali e verticali, colori primari (rosso, giallo, blu), e non colori (bianco, nero, grigio). Questa estetica minimalista mirava a esprimere l’armonia universale e l’equilibrio tra opposti.

Il ritorno a Parigi e l’evoluzione dell’arte di Mondrian

Dopo la Prima Guerra Mondiale, Mondrian tornò a Parigi, dove continuò a sviluppare il suo stile caratteristico. È in questo periodo che nacquero i celebri “quadri a griglia”, caratterizzati da linee nere che formavano una struttura ortogonale su uno sfondo bianco, con aree colorate di rosso, giallo e blu.
Mondrian credeva che l’arte dovesse riflettere l’interiorità dell’essere umano e la sua connessione con l’universo. Pertanto, si allontanò da qualsiasi rappresentazione oggettiva, cercando di creare un linguaggio visivo che fosse puramente astratto e universale.

Gli ultimi anni e il soggiorno negli Stati Uniti

Nel 1940, Mondrian si trasferì negli Stati Uniti per sfuggire alla guerra in Europa. L’energia vibrante di New York e la sua passione per il jazz influenzarono profondamente il suo lavoro, portandolo a una fase finale caratterizzata da un uso più vivace del colore e da composizioni più dinamiche.
Mondrian morì a New York nel 1944, lasciando un’impronta indelebile nel mondo dell’arte. Le sue opere continuano a ispirare artisti e designer, e il suo approccio al Neoplasticismo ha avuto un’influenza duratura su diverse discipline artistiche.

L’evoluzione pittorica di Piet Mondrian: dalla natura al Neoplasticismo

Come è evoluta la pittura di Piet Mondrian? Dai paesaggi naturalistici olandesi all’arte astratta del Neoplasticismo: vediamo ora in dettaglio questo percorso di ricerca artistica, fortemente intrecciata con la filosofia.

Le radici naturalistiche: i primi passi di Mondrian nell’arte

Piet Mondrian iniziò la sua carriera artistica con una formazione profondamente radicata nella tradizione naturalistica. Influenzato dal paesaggio di stile olandese, dipinse per anni una vasta gamma di scene naturalistiche, caratterizzate da campi, boschi e fiumi, tipici della campagna locale. Queste prime opere mostrano una sensibilità quasi impressionista, con un uso del colore e della luce che riflette la sua ammirazione per il movimento olandese e francese.
Una delle prime opere che segnalano un cambiamento nel suo approccio è La sera, un dipinto che mostra un albero solitario in un campo al crepuscolo, dipinto con una tavolozza limitata ai colori primari. Quest’opera anticipa il suo futuro uso del rosso, giallo e blu come elementi dominanti nella sua estetica.

Piet Mondrian Piccola casa al sole, 1909, olio su tela. Kunstmuseum Den Haag
Piet Mondrian Piccola casa al sole, 1909, olio su tela. Kunstmuseum Den Haag

L’influenza della teosofia e la ricerca spirituale

Nel 1908, l’incontro con la teosofia influenzò profondamente la direzione della sua arte. Mondrian si avvicinò alla Società Teosofica, che proponeva una visione del mondo spirituale oltre le limitazioni della percezione sensoriale. Questo movimento, che cercava di conciliare scienza, religione e filosofia, promosse in Mondrian l’idea di una realizzazione interiore attraverso l’arte.
Questo periodo di ricerca spirituale culminò in opere come Evoluzione, un trittico che simboleggia il passaggio da una realtà materiale a una conoscenza spirituale più alta. La teosofia influenzò la sua comprensione della natura come manifestazione di una realtà spirituale più profonda, che lo portò a cercare l’essenza delle cose attraverso l’arte.

Il Cubismo e il trasferimento a Parigi: una nuova prospettiva

Il trasferimento a Parigi nel 1911 segnò un ulteriore cambiamento nel percorso artistico di Mondrian. In questa città, entrò in contatto con le avanguardie artistiche, in particolare il Cubismo di Picasso e Braque. Questo incontro lo spinse a riconsiderare la sua visione dell’arte, portandolo a sperimentare con la scomposizione delle forme.
Le sue opere di questo periodo, come L’albero rosso (1908) e L’albero grigio (1911), mostrano un progressivo abbandono della rappresentazione naturalistica a favore di una maggiore astrazione. L’influenza cubista è evidente nella frammentazione delle forme e nell’uso di linee geometriche, che anticipano la sua transizione verso lo stile astratto.

La fondazione di The Stijl e il Neoplasticismo

Durante la Prima Guerra Mondiale, Mondrian si trovò costretto a rimanere in Olanda, dove incontrò Theo van Doesburg. Insieme, fondarono il movimento De Stijl e la rivista omonima nel 1917. Questo movimento, che comprendeva pittori, architetti e designer, si basava sull’idea di creare una nuova estetica che riflettesse un’armonia universale attraverso forme e colori elementari.
Mondrian sviluppò la teoria del Neoplasticismo, che postulava l’uso di linee orizzontali e verticali e colori primari per esprimere l’essenza della realtà. In questo periodo, Mondrian pubblicò numerosi saggi su De Stijl, delineando i principi fondamentali di questa nuova estetica. La sua opera Composizione con rosso, blu e giallo (1930) è un esempio emblematico di questa fase, caratterizzato da una struttura a griglia con campiture di colori primari e ampie aree bianche.

Piet Mondrian, Composition A, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea.
Piet Mondrian, Composition A, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.

L’evoluzione verso la purezza formale: le Losanghe

Negli Anni ’20, Mondrian continuò a raffinare il suo stile, portando la sua arte verso una sempre maggiore essenzialità e purezza formale. In questo periodo, iniziò a sperimentare con le “losanghe”, tele quadrate appese in diagonale. Queste opere, come Composizione in blu e bianco (1936), mostrano una riduzione estrema delle forme e un uso molto contenuto del colore, con una predominanza di superfici bianche e linee nere che creano una struttura quasi architettonica.
Le “losanghe” rappresentano il punto culminante della ricerca di Mondrian di un’arte che esprimesse una verità universale attraverso la semplicità delle linee e dei colori. Queste opere sono spesso considerate il massimo esempio di minimalismo nella sua carriera, con un’enfasi sulla bidimensionalità della tela e un rigore compositivo che esclude ogni elemento superfluo.

Il periodo di New York e l’influenza del jazz

Nel 1940, Mondrian si trasferì a New York, dove il suo stile subì un’ulteriore evoluzione. L’influenza della vivace cultura urbana e del jazz – una sua grande passione – è evidente nelle opere di questa epoca. Dipinti come Broadway Boogie Woogie (1942-43) e Victory Boogie Woogie (1944) mostrano un uso più dinamico delle linee e dei colori, riflettendo l’energia e il ritmo della città.
In queste opere, Mondrian abbandona la rigidità delle griglie precedenti per una composizione più libera e pulsante, che ricorda la vibrazione musicale del jazz. Questo periodo rappresenta un’ultima fase di sperimentazione, in cui l’artista si avvicina a una nuova sintesi tra arte visiva e musica, sottolineando la sua ricerca continua di un’espressione universale.

Conclusione: l’eredità del Neoplasticismo e l’influenza su movimenti successivi

Piet Mondrian è stato non solo un innovatore artistico ma anche un pensatore che ha cercato di connettere arte, spiritualità e scienza in un’unica visione universale. La sua opera ha avuto un impatto duraturo sull’arte moderna e contemporanea. Il Neoplasticismo, con la sua enfasi sull’ordine e l’armonia universale, ha influenzato numerosi movimenti successivi, tra cui l’astrattismo geometrico, il minimalismo e l’arte concettuale. Mondrian ha ridefinito il concetto di astrazione nell’arte, dimostrando come la riduzione formale e cromatica possa esprimere profondi significati spirituali e universali.
Il suo percorso, dalla rappresentazione naturalistica alla più radicale astrazione, riflette una ricerca incessante di verità e bellezza che trascende il tempo e le culture.

Emma Sedini