Mercato, come stai? La salute dell’arte in 12 tweet
Fiere, aste, oscillazioni, mercati vecchi e nuovi. Tutto quel che muove l’artworld in termini di vil danaro ci è sempre interessato. Nessun malriposto pudore, ma nemmeno mera copiatura di numeri e nomi. Quel che si farà qui su Artribune è soprattutto analisi. I nomi che firmeranno questa immersione? Le teste di ponte sono le “solite”: Alfredo Sigolo, Santa Nastro e Martina Gambillara. È proprio quest’ultima che dà il via alle danze.
Il 5 aprile scorso è uscito il rapporto annuale di Artprice, utile per fare il punto della situazione del mercato dell’arte. Novità assoluta di quest’anno è il riassunto dei dodici mesi appena trascorsi attraverso i post della pagina Twitter di Artprice. In particolare, vengono ricordati i record d’asta più rilevanti, che preannunciano la scalata asiatica nel mercato dell’arte.
Il ribaltamento degli equilibri geopolitici è sotto gli occhi di tutti, con la Cina che è balzata in dieci anni dal nono al primo posto nel 2010, diventando il mercato d’asta più importante, spingendo Usa e Uk giù dal podio.
Nella recente crisi economica globale, Hong Kong è stata la prima piazza artistica a subirne gli effetti, a partire da ottobre 2008, ma è anche stata la prima a mostrare segnali di ripresa. Dalla fine del 2009, il fatturato totale delle vendite d’arte (esclusa quella antica) rappresentava il 17% del mercato mondiale e la metà di esso veniva generato nelle principali case d’asta del Paese: Poly International, China Guardian e Beijing Council. L’altra metà veniva fatturata da Christie’s e Sotheby’s di Hong Kong. Il segreto delle case d’asta cinesi per mantenere lo stesso livello di vendita pre-crisi è stato quello di adattare le proprie strategie al contesto economico, presentando opere d’arte poco coinvolte nella speculazione.
La ripresa del mercato dell’arte mondiale si mostra nel primo semestre del 2010, con una corsa ai record soprattutto nei settori d’investimento più sicuri, come il comparto impressionista e moderno, che segna il 205% di crescita delle vendite dalle due capolista, Christie’s e Sotheby’s.
Dietro di loro troviamo le tre suddette case d’asta cinesi: Poly International, China Guardian e Beijing Hanhai. Phillips De Pury è solamente al sesto posto, seguita da altre compagnie cinesi: Beijing Council, Beijing Jiuge, Xiling Yinshe e Beijing Highest Auctions. La prima altra compagnia occidentale la troviamo al dodicesimo posto (Bonhams) e la prima francese (Artcurial) al diciottesimo posto della graduatoria.
Il mercato francese è sempre più in caduta libera, soprattutto in seguito allo scandalo Drouot e alla mancata adesione alla Direttiva Europea riguardante le vendite all’asta. A discapito di tutti questi mutamenti, il mercato d’oltralpe detiene la posizione di eccellenza nel comparto delle arti decorative e altri segmenti di nicchia come fotografia e comic strip.
Il cuore pulsante del mercato dell’arte si trova ora a Pechino, Hong Kong, Shanghai e Hangzhou. Sempre per quanto riguarda i singoli poli, la capitale cinese è al secondo posto dopo New York in termini di fatturato annuale. Il mercato cinese sta crescendo così rapidamente grazie all’enorme sviluppo della comunità di collezionisti locali. Le restrizioni del Governo han fatto sì che di questa espansione del collezionismo abbiano beneficiato unicamente le case d’asta nazionali, escludendo quindi quelle occidentali.
Le due principali Pechino-based sono Poly International Auctions e China Guardian Auctions. La prima nasce nel 2005 come filiale specializzata in arte contemporanea cinese del Poly Group, conglomerato specializzato in commercio e proprietà immobiliari. China Guardian Auctions nasce nel 1993 e si è sempre mostrata attiva sul fronte del rimpatrio dei rari manoscritti cinesi, donandoli anche ai musei nazionali.
La top ten degli artisti riconferma Pablo Picasso al primo posto, con un fatturato di 361,5 milioni di dollari; Andy Warhol è spinto al terzo posto da Qi Baishi, l’unico artista non colpito dalla recessione nel 2008-09, e al quarto posto sale Zhang Daqian con oltre 800 opere vendute e un nuovo record personale di 13,2 milioni di dollari.
Le cifre delineano un mercato dell’arte in buona salute, con un giro d’affari dell’ultimo anno di 9,36 miliardi di dollari, più del doppio rispetto al 2009 e vicino al totale realizzato nel momento di massima euforia del 2007 (9,39 miliardi).
Martina Gambillara
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