Giuseppe Zigaina. L’italiano che dipinse i girasoli
Come l’Olanda ha van Gogh, anche l’Italia ha il suo pittore celebre per aver dipinto dei girasoli impressionanti, notati anche dal grande Marco Goldin. Scoprite qui di chi parliamo
Al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Casa Cavazzini a Udine è stata da poco inaugurata una nuova sala speciale. Tutta dedicata al pittore e saggista italiano Giuseppe Zigaina (Cervignano del Friuli, 1924 – Palmanova, 2015), con otto opere a sua firma. È l’occasione giusta per riflettere e riscoprire la sua storia e la sua pittura.
Per punti
Giuseppe Zigaina. Il debutto giovanile
Nel 1942, appena diciottenne, Zigaina partecipa alla sua prima mostra a Trieste. Il suo Girasole non passa inosservato, giudicato da l critico Marco Goldin, “il vero e proprio incunabolo della storia di Zigaina pittore”.
Con la sua luce notturna che allude all’oscurità del Friuli verso la Laguna, il territorio dell’infanzia dell’artista è estratto dagli abissi dell’inconoscibile ed espresso nell’opera. Esso diventa soggetto e oggetto del vedere: secondo Zigaina, infatti, “Ogni territorio si presenta ad immagine e somiglianza di chi lo abita”.
Il suo temperamento grafico esclude i lirismi, indirizzandosi verso elementi più concreti, come le estremità di una croce, i parafanghi bianchi delle biciclette, le ceppaie silenziose immerse nella neve, l’estremità della laguna, o ancora l’insieme dei salici e la sagoma di un’astronave.
Giuseppe Zigaina. Un pittore unico nella scena del Novecento
Zigaina si è ritagliato uno spazio a sé nella scena artistica del suo tempo. Dunque, categorie come il Neorealismo, l’Espressionismo, o il Surrealismo – utilizzate dalla critica per inquadrarlo storicamente – non devono essere prese alla lettera.
Volerlo confinare in un movimento significa dimenticare la sua inattualità verso ogni scuola. Per rendersene conto basta soffermarsi sull’ Assemblea dei braccianti sul Cormor, che Zigaina dipinge nel 1952, presente in Casa Cavazzini. Un quadro monumentale, che qualcuno considera il suo capolavoro.
Esposto alla XXVI Biennale di Venezia nello stesso anno, vi si racconta un momento dello sciopero a rovesciomesso in atto dai braccianti della bassa friulana nell’estate del 1950. A rovescio, in quanto esso fu indetto per chiedere l’apertura delle opere di bonifica e assicurare lavoro a centinaia di persone.
I contadini raffigurati, collocati in un ideale semicerchio rivolto verso l’alveo del torrente quasi ad estromettere l’osservatore, sono gli artefici della protesta. L’espressione fissa e decisa dei loro volti lasciava intuire che non avrebbero ceduto facilmente.
L’intensa virile consapevolezza di ciò che stanno facendo, la voglia di far sentire la propria voce, di cancellare la condizione di sotàns, (in friulano, sottomesso), si realizzano nelle vanghe dritte verso il cielo, nel bastone che uno dei braccianti seduto appoggia ad una spalla.
La scoperta di Paolo Uccello
Ancora nel 1942 Zigaina è a Firenze per la finale dei Ludi Iuveniles. È lì che scopre la Battaglia di San Romanodi Paolo Uccello: opera che influenzerà la sua Uomini che uccidono Cavalli del 1948. A partire dall’estesa luminosa macchia bianca al centro del dipinto, che riprende l’immagine del cavallo impennato del pittore quattrocentesco. L’autore friulano costruisce un’immagine aspra, spigolosa, sviluppata su di una superficie bislunga, di chi è stato suggestionato dalla pittura di Picasso che ha incontrato per la prima volta dal vivo nella Biennale di Venezia del 1948.
Giuseppe Zigaina. Le opere dell’ultimo periodo
Superata la fase neo-picassiana, negli Anni Cinquanta Zigaina crea l’Attesa del traghetto serale del Museo d’arte moderna di Bologna. In essa dipinge i contadini sulla riva del fiume Ausa, assorti in un’attesa che sembra non debba avere fine.
Le immagini che il pittore elabora nel decennio Sessanta-Settanta si sostanziano invece in tre tematiche chiave. La prima è il colle di Redipuglia, simbolo della carneficina della Grande Guerra. C’è poi il recupero del grande nucleo della Ceppaia, con la forma tozza di un tronco sfrondato per una nuova fioritura. Per concludere con il tema della farfalla notturna che sfocia nel ciclo della Farfalla del IV novembre.
Fausto Politino