Per la serie: dischi con copertine d’artista, italian style. Il Teatro degli Orrori si affida a Roberto Coda Zabetta
Quest’anno abbiamo già assistito alla collaborazione tra Damien Hirst ed i Red Hot Chili Peppers (l’inutile album I’m with you), alla copertina di Watch the throne dei signori dell’hip-hop Jay-Z e Kanye West firmata dall’italiano Riccardo Tisci, ed alle visioni di Stanley Donwood per il nuovo album dei Radiohead, solo per citare gli esempi più […]
Quest’anno abbiamo già assistito alla collaborazione tra Damien Hirst ed i Red Hot Chili Peppers (l’inutile album I’m with you), alla copertina di Watch the throne dei signori dell’hip-hop Jay-Z e Kanye West firmata dall’italiano Riccardo Tisci, ed alle visioni di Stanley Donwood per il nuovo album dei Radiohead, solo per citare gli esempi più famosi.
Ora è la volta del Teatro degli Orrori, gruppo nostrano autore di un rock-noise duro e sincero, capeggiato dall’istrionico front-man Pierpaolo Capovilla già a capo di progetti musicali tra cui quello degli One Dimensional Man. Il 31 gennaio 2012 è prevista l’uscita del nuovo disco, intitolato Il mondo nuovo, un concept album diviso in 16 brani ed interamente incentrato sul tema della migrazione dei popoli, e che vede la collaborazione di artisti del calibro di Egle Sommacal (Massimo Volume), Caparezza e Rodrigo D’Erasmo (Afterhours).
La parte interessante è sicuramente la copertina, un’opera inedita dell’artista Roberto Coda Zabetta intitolata Face Cancel. Il solito volto in primo piano giocato sui colori del bianco e nero, le solite pennellate frenetiche ed informali, la solita espressione spaventata.
Sul sito della band si legge anche una considerazione dell’artista, non sappiamo se associata o meno al lavoro in questione, in cui si sottolineano i rapporti tra musica e pittura: “Credo vivamente, che il periodo d’esecuzione di un buon lavoro sia simile ad un tempo musicale. La mia tecnica è velocità e azione. Il risultato finale sono una sequenza di grandi schiaffi che mi consentono di arrivare ad una completa sobrietà tra me e il soggetto che ho dipinto”.
– Alessandro Marzocchi
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