Elvis è vivo (e lotta insieme a noi)
Questa volta, L.I.P. - Lost in Projection ci porta in Texas, terra d’elezione del grande e iper-produttivo romanziere Joe R. Lansdale. Da un suo racconto è infatti tratto “Bubba Ho-tep”, commedia horror firmata dall’indimenticabile B-movie-maker Don Coscarelli.
Elvis è vivo. Ha scambiato identità con uno dei suoi tanti sosia, un certo Sebastian Haff e, dopo la morte improvvisa di quest’ultimo (troppo affezionato alle droghe), non ha più potuto tornare indietro. A parte una brutta infezione al pene e problemi all’anca, il re vive annoiato in un ospizio nel mezzo del Texas in compagnia di infermiere acide e anziani fuori di testa. Primo fra tutti, un vecchio di colore che si crede Kennedy scampato all’attentato e poi nascosto a Mud Creek dalla CIA.
La vita monotona e ripetitiva dell’ospizio si movimenta improvvisamente per l’apparizione di una Mummia egizia millenaria che succhia le anime degli anziani degenti dal posteriore. Solo Elvis e JFK si renderanno conto del pericolo per i loro compagni e per il luogo che oramai considerano l’unico rifugio possibile. Intraprenderanno così una lotta (naturalmente vittoriosa) con il mostro succhia-anime.
Fedelmente tratto dall’omonimo romanzo breve di Joe R. Lansdale (una piccola gemma letteraria) Bubba Ho-tep, pur non essendo mai uscito in sala in Italia – ecco perché è finito nella nostra rubrica L.I.P. -, è un film divertente, irriverente, osceno e irresistibile. Don Coscarelli costruisce con abilità un horror che, tra citazioni cinematografiche e interpretazioni magistrali (per prima quella di Elvis da parte di Bruce Campbell), non ha veramente nulla ha a che vedere con le operazioni di entertainment hollywoodiano cui siamo purtroppo abituati.
Dalla scena di apertura (in cui viene descritta minuziosamente l’infezione genitale del protagonista) all’apparizione della mummia tra effetti speciali semplici ma efficaci, il film sa giocare fra tensione e comicità in un equilibrio perfetto, senza mai cadere in eccessi di virtuosismo e, soprattutto, senza mai prendersi troppo seriamente.
Tra dialoghi irriverenti e trovate comiche scaltre e ben ritmate (ad esempio, il ritrovamento di geroglifici nel bagno degli uomini, la cui traduzione riserva sorprese indecenti), Bubba Ho-tep può vantare una sceneggiatura fedele, essenziale, divertente, una scenografia curata nei minimi dettagli, una colonna sonora (concepita da Brian Tyler) perfettamente in linea con i “movimenti” della pellicola.
Giulia Pezzoli
Don Coscarelli – Bubba Ho-tep
USA / 2002 / 92’
www.bubbahotep.com
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati