Le case d’asta in tempi di crisi
Liquidità dei super ricchi e mercati instabili sono gli ingredienti che spingono le case d'asta a utilizzare la cosiddetta “third-party guarantee” o “irrevocable bid” per ridurre la volatilità dei prezzi dell’arte e pompare il mercato.
Nel 1971 Sotheby’s introdusse le garanzie sui lotti, garantiti però dalla casa d’aste stessa, risultando evidenti soprattutto nel periodo di boom tra 2005-2008 in cui Sotheby’s e Christie’s hanno offerto milioni di dollari in garanzie, soprattutto nell’arte contemporanea e moderna. Nel 2007 Sotheby’s ha contribuito con $902m di garanzia, il doppio rispetto al 2006 e ben al di sopra dei $131m del 2005.
Le case d’asta si affidavano a questa pratica di garanzia in prima persona per assicurarsi dei consignment di grande valore, soprattutto nei momenti di boom del mercato. Tutto ciò venne intaccato dalla crisi del 2008, e a causa dei numerosi lotti che non trovarono un compratore, le case d’asta smisero di pagare in prima persona preferendo affidarsi a terzi.
La third-party guarantee sposta il rischio su una terza persona al di fuori della casa d’aste. I garanti sono un gruppo selezionato e anonimo di collezionisti e dealers che trovano conveniente acquistare un’opera al minimo prezzo. Se le offerte si fermano a quel prezzo, acquisiscono il lotto; se le offerte superano quella cifra, perdono il lotto ma guadagnano una percentuale sulla commissione della casa d’aste.
La garanzia solitamente è pari alla stima minima o al prezzo di riserva del lotto, e corrisponderà dunque alla riserva al di sopra della quale si è sicuri che l’opera venga venduta. Questa garanzia serve ai venditori per essere più fiduciosi a consegnare un’opera in asta, e ai potenziali compratori che sanno che c’è qualcun altro disposto a comprare l’opera, giudicandola dunque interessante. Questi accordi naturalmente sono top secret, e sono accusati di distorcere il mercato e aumentare il conflitto di interessi. Infatti, le case d’asta vengono spesso accusate di favorire le opere garantite a discapito di quelle che non lo sono.
Le garanzie liberano le case d’asta dal fardello dei lotti invenduti e rassicurano i consignor nel presentare opere importanti che aiutino a vivacizzare l’offerta.
Sembra che dal novembre 2008 Christie’s abbia utilizzato third-party guarantees per 20 lotti di Arte Impressionista e Moderna e 56 per l’arte del Dopoguerra e Contemporanea. Da Sotheby’s si parla di cifre invece: le garanzie ammonterebbero a $626 milioni nel 2008 e $7 milioni nel 2009.
Dealer e collezionisti garantiscono le opere per varie ragioni: per assicurarsi una specifica opera ad un prezzo basso o, al contrario, per assicurare un prezzo di vendita molto alto per un artista verso il quale hanno qualche interesse. Le case d’asta mantengono segreta l’identità dei garanti, anche se si sa che essi sono rappresentati da una manciata di collezionisti e dealer ben noti al mercato dell’incanto.
La prima volta in cui venne introdotta la garanzia di terzi sembra sia stato nel novembre 1999 da Sotheby’s per l’opera di Picasso Seated Woman in a Garden, garantita per $40m. A partire dal 2000, entrambe le principali case d’asta hanno trovato l’appoggio di finanziatori esterni, come Bill Acquavella, Bob Mnuchin, David Nahmad e Adam Lindemann, o di collezionisti che davano garanzie come Si Newhouse di Condé Nast magazines, Steve Cohen, Pierre Chen, proprietario dell’azienda Taiwanese Yageo Corporation, e la famiglia reale del Qatar.
Nel novembre 2008 Sotheby’s iniziò a differenziare i lotti garantiti dalla casa con un piccolo cerchio, contro i lotti garantiti da una terza parte anonima con un cerchio e una specie di ferro di cavallo. Christie’s e Phillips de Pury la seguirono, indicando solo i lotti garantiti, sempre con un cerchietto, ma senza simboli speciali per la third-party guarantee. Sotheby’s diversificò i due casi per aumentare la trasparenza.
La comprensione dei contenuti relegati alla fine dei cataloghi è essenziale: il collezionista non deve fermarsi a leggere la descrizione del lotto, ma deve avere una piena comprensione dei simboli riportati, per evitare spiacevoli sorprese al momento di pagare. Tutto ciò rende il mercato dell’arte sofisticato e complesso, e i compratori devono studiare bene prima di piazzare un’offerta.
Facciamo qualche esempio. Si pensa che Guy Bennett, art advisor della famiglia reale del Qatar, abbia assicurato delle garanzie su delle opere presenti nelle aste di Arte Contemporanea di New York di novembre, come l’importante opera di Roy Lichtenstein, I can see the whole room!… and There’s Nobody in it! da Christie’s per $35m, acquistata poi a 38.5m (escluso Buyer’s Premium), tre opere di Clyfford Still da Sotheby’s per $50m di cui ne ha comprate due per $61.7m e $19.7m. Il terzo Still è stato venduto al doppio della stima minima, di cui Sotheby’s ha perciò dovuto pagare una percentuale al garante.
Un dealer di New York garantì l’opera di Felix Gonzalez-Torres Untitled (Portrait of Marcel Brient) (1992) che segnò il record per l’artista a $4.5m e l’opera di Juan Gris Violon et guitare (1913), anch’esso segnando il record per l’artista a $28.6m da Christie’s a novembre 2010.
Un altro garante, di cui si conosce l’identità finalmente, è il collezionista taiwanese Pierre T.M. Chen, che coprì un Amedeo Modigliani, Nu assis sur un divan (La belle Romaine) (1917), comprato da un collezionista asiatico alla cifra record di $68.9m da Sotheby’s New York a novembre 2010, e Picasso La lecture (1932) acquistato da Sotheby’s Londra a febbraio $40m.
Grazie alle garanzie, un gruppo di opere della collezionista di Los Angeles Mrs. Sidney F. Brody sono state affidate a Christie’s per la vendita di maggio 2010. Un dealer di New York coprì l’opera di Picasso Nude, Green Leaves, and Bust (1932), venduta a $106.4m e quella di Giacometti Grande tête mince (1955), battuta a $53.2m. Secondo le fonti, il dealer guadagnò $10 milioni.
Il meccanismo della third party guarantee non è identico nelle due case d’asta maggiori: da Christie’s i garanti pagano un buyer’s premium ridotto grazie alla copertura da essi assicurata al lotto acquistato. Questa pratica non viene adottata da Sotheby’s, rendendo più attrattiva Christie’s.
Da Christie’s i garanti guadagnano una percentuale sia se risultano i compratori finali sia che non comprino l’opera. Da Sotheby’s la percentuale viene pagata al garante solo se non è il compratore finale. La differenza tra le due è molto significativa, e può influenzare i finanziatori verso chi rivolgersi. Da Christie’s, quando un garante accetta di finanziare tutto o in parte un lotto, egli prende parte in tutto o parzialmente al rischio che il lotto non venga venduto, e verrà perciò remunerato in cambio dell’accettazione del rischio.
I consignor hanno bisogno di sicurezze in questi anni di turbolenze finanziarie che hanno intaccato il mercato artistico, finché non si sarà ripreso completamente.
Le garanzie forniscono flessibilità, incrementano la liquidità e la sicurezza per il venditore.
Ma nascondere il valore della garanzia rischia di rendere il prezzo di riserva e la stima massima artificiali, e lasciare a mani vuote un bidder che ha lanciato un’offerta minore della garanzia. Inoltre, questi giochetti rendono fittizio il prezzo finale reso pubblico, contribuendo a rendere ancor meno trasparente il mercato dell’arte.
Martina Gambillara
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