Collezioni in Catania. Conventuali non convenzionali
“Una poesia, di cui ogni quadro è un verso”. Così descrive la collezione sua e dalla moglie Anna Pia il collezionista catanese Filippo Pappalardo. Che mostra un brano dei suoi possedimenti all’ex Monastero dei Benedettini, sino a fine mese.
“Una poesia, di cui ogni quadro è un verso”. Così descrive la collezione sua e dalla moglie Anna Pia il collezionista catanese Filippo Pappalardo. Una delle più importanti collezioni siciliane, con oltre 800 opere frutto della passione e di anni di viaggi, incontri, mostre e fiere. Una collezione quotidianamente vissuta dai Pappalardo, che non saprebbero muoversi per casa senza vedere un’opera ovunque lo sguardo sia puntato.
Il titolo della mostra, apparentemente bizzarro (L’arte c’è quando, malgrado, si ride), trae spunto da un’opera, presente anche all’ex Monastero dei Benedettini, di Joseph Beuys che prova a riflettere sulla funzione e sui compiti dell’artista contemporaneo.
Molti gli altri artisti in mostra, per un totale di 80 opere: Alviani, Baj, César, Chia, Christo, Cucchi, Fautrier, Fontana, Guttuso, LeWitt, Manzù, Mathieu, Rotella, Schnabel, Vasarely, Vedova.
Tra i lavori di particolare rilevanza e interesse: Superficie CP/200 (1953) di Giuseppe Capogrossi, uno dei capisaldi della collezione; un Cellotex di Alberto Burri del 1980, su cui esplode il cromatismo del nero e del rosso; un Senza titolo di Mimmo Paladino del 1992, che esprime mirabilmente il mistero dell’uomo nel passato e nel presente; il rarissimo Archimede a Broadway di Jannis Kounellis. E ancora: Vanessa Beecroft è presente con VB36.267.VB, Marina Abramovic con una fotografia della performance Balcan Baroc II della Biennale di Venezia 1997, e il Cavaliere di George Baselitz del 2005.
La mostra, allestita da Andrea Caporali e Roberta Andaloro dello Studio Omphalos, segue sei percorsi attraverso colori tracciati sulle didascalie delle opere. “Corpi rivelati” è aperto da un grande nudo di Giorgio de Chirico del 1949-50, che gioca sull’ambiguità semantica per suggerire, come scrive la curatrice, da una parte l’idea della manifestazione di sé attraverso la corporeità, dall’altra l’azione del “velare nuovamente”, la sovrapposizione di sofisticazioni e artifici che celano e occultano, travestono e travisano la persona.
“Still life” è un omaggio alle rivisitazioni novecentesche del genere. “Sul paesaggio” focalizza l’attenzione sul binomio natura-città. “Alleg(o)ria” è dedicato all’ironia e alla metafora, ai temi del misterioso e del fantastico. “SegnoGestoMateria” onora una parte cospicua della collezione Pappalardo, dedicata alla pittura astratta e informale. “Percorsi e ricorsi” include alcune ricerche degli ultimi quarant’anni.
La mostra è ospitata nella notevole Sala Vaccarini (1733) e nei locali delle ex-cucine del Monastero dei Benedettini. La sala, dell’omonimo architetto, è a pianta rettangolare, si sviluppa su due piani ed è rischiarata da grandi finestre ovali – realizzate in modo da far passare la luce del sole fino all’ultima ora del giorno, cosicché i monaci potessero svolgere la loro attività di amanuensi fino a ora tarda – con le alte scaffalature e il ballatoio in legno scolpito, il pavimento napoletano in maiolica e la volta affrescata da Giovanni Battista Piparo con il trionfo delle scienze e delle arti.
La sala è rimasta immutata dal Settecento anche nella disposizione dei volumi, divisi per facoltà. Le cucine, costruite dal 1739 sempre dall’architetto Vaccarini, vengono stravolte, mantenendo solo alcune parti originali, a partire dal 1890, essendo usate come sede del laboratorio di geodinamica.
Mario Bucolo
dal 2 al 30 aprile 2011
L’arte c’è quando, malgrado, si ride. La collezione di Filippo e Anna Pia Pappalardo (opere dal 1950 al 2011)
a cura di Daniela Vasta
Ex Monastero dei Benedettini
Piazza Dante, 32 – 95124 Catania
Orario: da lunedì a venerdì ore 9-13; sabato ore 9-12
Ingresso libero
Catalogo Giuseppe Maimone Editore
Info: tel. +39 095316883; www.lartecequandomalgradosiride.com
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