La guerra civile della cultura a Palermo. Riso, sempre più caos. Contestato il direttore e annunciata una nuova programmazione. Decisa da chi?

È ufficiale, Riso rischia di perdere il suo Direttore. Gesualdo Campo, Dirigente Generale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, contesta ufficialmente l’ardimentoso funzionario – definito direttore di un “sedicente Museo d’Arte Contemporanea” – e chiede alla giunta regionale la revoca del suo incarico. Era evidente: le minacce di provvedimenti disciplinari e le dichiarazioni a mezzo […]

È ufficiale, Riso rischia di perdere il suo Direttore. Gesualdo Campo, Dirigente Generale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, contesta ufficialmente l’ardimentoso funzionario – definito direttore di un “sedicente Museo d’Arte Contemporanea” – e chiede alla giunta regionale la revoca del suo incarico.
Era evidente: le minacce di provvedimenti disciplinari e le dichiarazioni a mezzo stampa non lasciavano dubbi. Sergio Alessandro, con la sua provocatoria resa, ha dato il là a un polverone clamoroso. Il caso Riso è esploso e l’opinione pubblica ha cominciato a capire: qualcosa nella macchina non funzionava, troppo difficile portare avanti mostre, progetti, attività, in presenza di condizioni amministrative, bizantinismi burocratici e incertezze economiche ormai insostenibili. Il tutto aggravato dalla mancata attivazione della Fondazione, regolarmente istituita nel marzo del 2010.
Troppo rumore per Riso. Il Direttore, in barba alla circolare intimidatoria, ha parlato: con la stampa, con gli artisti, con la città. Gli equilibri si sono rotti, qualche scheletro è uscito dall’armadio e la “massa critica” ha cominciato a chiedere. Niente di peggio per la politica che sentirsi osservata, braccata, interrogata. E non è solo una mobilitazione locale: dall’Italia dell’arte arrivano decine di messaggi pro-Museo, inviati al Comitato Cittadini per il Museo Riso. Da Pierluigi Sacco a Pio Baldi, da Andrea Bruciati a Gabriella Belli, da Emilio Isgrò a Massimo Bartolini, Da Christian Valsecchi a Marcello Smarrelli.
Alessandro dovrà ancora chiarire molte cose, ma soprattutto dovranno farlo coloro che stanno ai vertici della Regione, perché un Museo regionale, che lo ammettano o no, sta al centro di una bufera che non può essere ignorata. Minimizzare, negando una fantomatica “chiusura” (era ovvio che l’istituzione Museo non venisse soppressa!) e annunciando nuovi programmi espositivi a brevissimo termine, come ha fatto ieri sera l’Assessore dei Beni Culturali Sebastiano Missineo… Non serve più. Non è abbastanza.

la folla davanti ai portoni sbarrati di Riso dopo che lassemblea cittadina è stata annulata su indicazione del dirigente Campo La guerra civile della cultura a Palermo. Riso, sempre più caos. Contestato il direttore e annunciata una nuova programmazione. Decisa da chi?

La folla davanti ai portoni sbarrati di Riso, dopo che l'assemblea cittadina del13 gennaio è stata annullata dalle autorità

Riso, potrebbe a breve non avere più un Direttore. Ma chi nel frattempo avrebbe lavorato, nel giro di una settimana, a questi imminenti programmi annunciati con orgoglio? E i progetti da 12 milioni finanziati con i PO-Fesr, che dovevano partire già a dicembre, che fine faranno?
A Missineo si chiedono spiegazioni, certamente, ma soprattutto a lui, Gesualdo Campo, il cui nome, in questi giorni di fuoco, torna in ballo spesso. Bloccata l’assemblea del comitato Cittadini per il Museo Riso, assorbite le polemiche sul suo tentativo di piazzare la moglie “ottocentista” a capo del Museo (oggi dal web la notizia è arrivata sulla carta stampata), ora prova a segare la direzione.
Ma a questo punto, la domanda è una: di questo Museo d’Arte Contemporanea che cosa vogliono farne i dirigenti regionali siciliani? E quanto ne hanno compreso l’importanza e il ruolo strategico, sia come anello di congiunzione con la scena artistica internazionale, sia come attivatore del sistema dell’arte territoriale, sia come fonte di un indotto economico importante? Il contemporaneo, in Sicilia, non ha mai avuto vita facile. Purtroppo. E a questo proposito ricordiamo che proprio Campo, nel 1989, denunciò per abusivismo edilizio e occupazione del suolo demaniale Antonio Presti, fondatore del Parco di scultura Fiumara d’Arte. Il mecenate catanese, però, ebbe la meglio. Assolto: di arte trattavasi e non di edilizia abusiva.
Adesso, nella speranza che non arrivi un “ottocentista” sconosciuto ma, casomai, un Direttore con titoli internazionali e competenze specifiche nel campo dell’arte contemporanea, attendiamo di conoscere le famose “iniziative che partiranno a breve e che colmeranno l’attuale mancanza di programmazione” e quella nuova “squadra che operi per valorizzare il Museo”. Missineo dixit.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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