Molto rumore per nulla. UIL e Codacons ritirano le denunce sulla vicenda Colosseo-Della Valle: in Italia si concilia
Le parole più ispirate, e la cosa non ci stupisce più ormai, pare siano state quelle del ministro Lorenzo Ornaghi: “Aspettiamo, confidiamo in una soluzione”, avrebbe in sostanza detto, un contributo fondamentale alla soluzione di una questione che ha interessato i media di tutto il mondo, preoccupati per le sorti di un monumento fra i […]
Le parole più ispirate, e la cosa non ci stupisce più ormai, pare siano state quelle del ministro Lorenzo Ornaghi: “Aspettiamo, confidiamo in una soluzione”, avrebbe in sostanza detto, un contributo fondamentale alla soluzione di una questione che ha interessato i media di tutto il mondo, preoccupati per le sorti di un monumento fra i più amati e popolari.
Già, perché torniamo a parlare delle polemiche scoppiate attorno al progetto di sponsorizzazione del gruppo Tod’s di Diego Della Valle per il Colosseo: perché dopo averle alimentate per giorni, lamentando irregolarità nella gestione dell’affidamento e nelle clausole legate allo sfruttamento dell’immagine da parte dello sponsor, ora UIL Beni culturali e Codacons innestano la marcia indietro, ritirando le denunce e spendendosi per un tentativo di conciliazione. Come dire: abbiamo alzato tanto polverone, abbiamo offerto al mondo l’ennesima immagine di un’Italia pastrocchiona che non è capace neanche di gestire la donazione di un mecenate a favore del patrimonio collettivo, adesso torniamo a condurre la questione all’italiana: conciliando.
Il sindacato ha quindi ritirato l’esposto sul contratto di sponsorizzazione; più elaborata la posizione del Codacons – che ufficialmente risulta essere un Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori, ripetiamo -, che per risolvere la controversia avrebbe però presentato alcune richieste. Come la fissazione di regole affidata – così scrive l’edizione romana di Repubblica – a un “soggetto terzo di caratura internazionale scelto dal gruppo Tod’s ma gradito al ministero dei beni culturali e a Codacons”. Gradito al Codacons? Siamo a questo punto? Un gruppo di privati cittadini – ancorchè consumatori – è messo in Italia nelle condizioni di esigere interlocutori “graditi” in un settore strategico come questo? Vogliamo far decidere a Codacons anche la politica energetica, sociale o militare del paese? Anzi, del paesuncolo…
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