Georges Vantongerloo – Dalla scultura alla fotografia

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO MUSEO FRANCESCO MESSINA
Via San Sisto, 4, 20123 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
12/01/2017

ore 18

Artisti
Georges Vantongerloo
Generi
fotografia, personale

Le fotografie delle opere di Vantongerloo esposte in collaborazione con la Galleria Massimo Minini, indagano il rapporto tra la bidimensionalità della fotografia e i modi della scultura.

Comunicato stampa

Il 12 gennaio 2017, alle ore 18 lo Studio Museo Francesco Messina presenta la mostra dal titolo “Georges Vantongerloo – Dalla scultura alla fotografia”, un appuntamento che si inserisce all’interno del ciclo di esposizioni “Il lato della scultura” inaugurato dal Museo nel biennio 2015 – 2016.
Le fotografie delle opere di Vantongerloo esposte in collaborazione con la Galleria Massimo Minini, indagano il rapporto tra la bidimensionalità della fotografia e i modi della scultura. Si tratta di 29 fotografie tra studi, servizi da tavola, maquettes di architetture di interni, esterni, dipinti, disegni e sculture: le prime realizzate nel 1917 -“Construction de l’ovoide”, in tre versioni e “Construction dans la boule”- rappresentano punti di vista diversi della stessa scultura; seguono diversi scatti di “Construction des rapports des volumes” del 1919 e “Rapports des volumes”. Del 1920 sono “Theière ou cafetière” e “Service à thé”, opere realizzate in ceramica dallo stesso artista. Alcune fotografie propongono delle maquettes di architetture di interni come “Bureau” e “Bureau et fauteuil” del 1920 e “Table basse” del 1919: tutte immagini in cui l’artista ha voluto dare una lettura architettonica a forme che partono dalla scultura. Infine uno degli scatti più significativi è il progetto per la costruzione di un ponte sulla Schelda di Anversa: l’immagine è stata rielaborata da Vantongerloo fotografando dei modelli frontalmente e creando un fotomontaggio tramite l’utilizzo del collage.
Tutte le fotografie sono scattate con modalità, luci e punti di vista diversi. Come sottolinea Angela Madesani nel catalogo della mostra: “Il punto di osservazione della scultura di Vantongerloo si trova in uno spazio nero e indefinito, una forma di rappresentazione simile a quella di El Lissitzki, di Malevič.”
Georges Vantongerloo, artista belga nato nel 1886, studiò all’Accademia di Anversa; durante la prima guerra mondiale, internato in Olanda, conobbe Piet Mondrian e Theo van Doesburg, con i quali fondò il movimento De Stijl, il Neoplasticismo. Fu uno dei firmatari del primo manifesto e collaboratore della rivista d’arte ed architettura che accompagnò la nascita del movimento.
Vantongerloo produsse una serie di pitture e sculture secondo i principi neoplastici che, pur con l’introduzione dell’intero spettro cromatico e dell’utilizzo di proporzioni elastiche, continueranno a segnare le sue opere. La sua ricerca, basata sul rapporto tra matematica e scultura, influenzata dalla concezione razionale del mondo di Spinoza, ha come fine quello di approfondire il tema della spazialità, creando una sintesi tra architettura e scultura, con l’intento di superare i limiti delle tre dimensioni.
Stabilitosi a Parigi nel 1927, figurò nel 1930 alla Mostra “Cercle et Carré” e nel 1932 partecipò alla fondazione del gruppo Abstraction – Création. Si dedicò, oltre alla scultura, anche alla ricerca e alla produzione fotografica come mezzo di riflessione. Attraverso questa ricerca Vantongerloo ha compreso quanto fosse fondamentale la fotografia per il processo creativo di un artista moderno.