Francesca Sarteanesi – Grappoli
Grappoli è una collezione di disegni su carta che fanno del gioco e della serialità i due elementi attraverso cui costruire o ricostruire un mondo, tutti legati a quella linea orizzontale che apre al divenire.
Comunicato stampa
Domenica 8 gennaio alle ore 17, presso Lo Spazio di via dell’ospizio, verrà inaugurata la mostra “Grappoli” di Francesca Sarteanesi.
L’attrice pratese, che dal 2006 lavora con la compagnia GLI OMINI, non è nuova a sconfinamenti nel campo delle arti figurative (come testimoniano le mostre alla Galleria LATO di Prato e al Frida di Milano).
Grappoli è una collezione di disegni su carta che fanno del gioco e della serialità i due elementi attraverso cui costruire o ricostruire un mondo. Cataloghi di cose, animali, porzioni di corpi, parole… tutti legati a quella linea orizzontale che apre al divenire, quel “legnetto” dal quale e attraverso il quale una realtà si mette a circolare e a proliferare.
"Che non son grappoli perché non c’è l’uva.
Tutto parte da un legnetto.
Ma è un pezzetto di legno che assomiglia a un grappolo.
Un legnetto.
E’ un pezzo di legno dal quale ciondolano delle cose.
Un legnetto.
Penzolano delle cose.
Sono delle cose che stanno aggrappate.
E’ un raggruppamento di cose.
In fin dei conti.
…
Raggruppati.
Sono delle cose che vengono giù.
Il primo grappolo che ho disegnato è stato quello di maiali perché fuori dalla finestra vedevo un'aia.
Ero sola in casa.
Mi annoiavo.
Era caldo.
Forse luglio.
Forse.
Fuori quest’aia deserta.
Io con un foglio a quadretti e una penna nera.
Non stavo facendo nulla.
Non stavo pensando a nulla.
Avrei potuto in quel momento con quella penna e quel foglio farci un’ infinità di cose.
Potevo scrivere una lettera, una scambio di battute per un nuovo inizio di spettacolo, dei conti che non tornano mai, oppure scarabocchiare a caso qualcosa, come quando uno prova a vedere se la penna che ha in mano funziona.
Funzionava.
Scarabocchio qualcosa che assomiglia ad un pezzettino di legno lungo e sottile.
Un legnetto.
Poi ecco l’aia.
Ecco che spunta sul foglio un maialino.
Poi due poi tre, poi un grappolo di maiali.
Da lì il gioco è stato semplice e rilassante.
Ho capito che non importava neanche guardare troppo lontano.
Fuori dalla finestra certe volte è già molto molto lontano.
E allora ho guardato in giù.
Ho abbassato gli occhi.
E lì c’erano i miei piedi.
C’erano tutti i piedi che mi ricordavo di aver visto.
C’erano tutti i piedi che mi ricordavano qualcosa.
I piedi per me sono sempre stati una grande fonte di risate.
Mi hanno sempre fatto tanto ridere.
Poi mi sono stufata anche dei piedi.
E anche di ridere.
E ho iniziato ad aggrappare a questo legno tutto quello che mi veniva in mente.
Un pensiero.
Un immagine.
Una frase.
Un gioco.
É diventato il mio passatempo preferito.
Ho capito che avevo qualcosa di forte che poteva sorreggere ogni mia fantasia.
Un legnetto.
Ed è cosi che sono arrivati tanti grappoli.
Alcuni felici
Altri brutti ma belli.
E altri che ancora avranno da crescere.
Questione di tempo.
Poi mi stuferò".