Cronaca di una residenza d’artista. Niccolò de Napoli e Michele Tiberio in Sicilia in Val di Noto
Gli artisti sono stati ospiti presso Tenuta La Favola, oasi di coltura biologica e biodiversità immersa nel paesaggio. Un progetto di Bridge Art curato da Lorenzo Madaro
Protagonisti per la prima volta di un progetto comune, gli artisti sono stati ospiti presso Tenuta La Favola, oasi di coltura biologica e biodiversità immersa nel paesaggio del Val di Noto, in Sicilia. Parliamo della residenza smArt_grounding//2 @Tenuta la Favola, progetto promosso da Bridge Art, format che coniuga arte contemporanea ed eco sostenibilità, ideato e diretto da Lori Adragna e Valeria Valenza, con il patrocinio del Comune di Noto. Vincitore della call per le residenze brevi 2016-2017, il progetto dal titolo Vademecum per un dialogo, appena concluso a cura di Lorenzo Madaro, coinvolgeva gli artisto Niccolò de Napoli e Michele Tiberio. E noi ve lo raccontiamo con immagini e le voci dei protagonisti. Per entrambi gli artisti “l’interesse per la scultura e per alcune sue declinazioni peculiari che evidenziano l’importanza per la forma e il valore intrinseco della materia“, spiega il curatore, “rappresenta un’esperienza di dialogo e di avvicinamento tra persone, ma anche di rapporto costante con il contesto e quindi con il paesaggio, avviando un percorso tra materia, forma e ambiente, e sviluppando una pratica che include materiali che potenzialmente appartengono alla realtà individuale, riadattandoli, spingendoli attraverso un grado di tensione costante verso un progetto installativo unitario”.
PRIMO STEP
Si trattava del primo step di una ricerca più ampia sul territorio che sfocerà in una esposizione presso gli spazi del CUMO – Consorzio Universitario Mediterraneo Orientale, partner di Bridge Art. “La tenuta è come mi aspettavo“, racconta Tiberio, riportando le sue impressioni sulla residenza, “antica e nuova allo stesso tempo. Vigneti e uliveti a perdita d’occhio coprono la terra dura che arriva fino al mare. La natura è predominante sull’uomo che prova a controllarla e plasmarla, a prenderle quanto può, ma alla fine non è possibile costringerla. E così al mio arrivo la terra normalmente arida e calda che si estende verso l’Africa è sferzata da pioggia e vento che saranno la mia colonna sonora”. Peculiarità di quei giorni trascorsi in Sicilia infatti, le inattese condizioni meteorologiche, decisamente avverse, che hanno determinato e scandito i ritmi e l’approccio al lavoro, e “ci hanno dato però l’opportunità di vedere quei posti sotto altre vesti, scaturendo da essi una sorta di piacevole inquietudine”, commenta De Napoli. Che continua: “un territorio pieno di contrasti: bellezza disarmante, sia paesaggistica che architettonica, intervallata da brutture incompiute o abbandonate, ma che in maniera anomala acquisivano fascino e imponente personalità e si collocavano quasi in maniera perfetta in quel paesaggio”.
DIALOGO CON IL LUOGO
Tiberio ha creato all’interno del capanno da lavoro una scultura di rami sospesi, annodati con il filo colorato, indizi del più vasto progetto “Legare gli alberi”. Un’opera ambientale e performativa, questa, da realizzare prossimamente a Noto. De Napoli è intervenuto fra le capriate del tetto ligneo, utilizzando una pellicola nera da imballaggio ed alcuni elementi naturali: un pezzo di carbone, una foglia di ficus, un limone. L’artista, nell’orbita di una riflessione sulle relazioni tra individui e sui comportamenti dell’uomo nella società, ha inoltre collocato all’interno di una cantina sperimentale dismessa una serie di contenitori di cartoline, vuoti, innescando un forte dialogo con l’architettura del luogo e con il senso intrinseco di abbandono.
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