Elisa Zadi – Stamnos
Elisa Zadi presenterà al pubblico della notte bianca bolognese la sua ultima opera performativa dal significativo titolo STàMNOS, in cui echi arcaici e simbologie cosmiche condurranno i partecipanti a interagire in un misteriosa atmosfera piena di fascino, per di più in uno dei luoghi più straordinari d’Italia: la Torre degli Asinelli.
Comunicato stampa
Durante la Art City White Night di sabato 28 gennaio, alle ore 20:00 Elisa Zadi presenterà al pubblico della notte bianca bolognese la sua ultima opera performativa dal significativo titolo STàMNOS, in cui echi arcaici e simbologie cosmiche condurranno i partecipanti a interagire in un misteriosa atmosfera piena di fascino, per di più in uno dei luoghi più straordinari d'Italia: la Torre degli Asinelli.
Con STàMNOS Elisa Zadi propone un'installazione performativa che intende coinvolgere il pubblico per renderlo partecipe di una serie di azioni simboliche e iniziatiche, che inducono a meditare sui valori legati alle forme, alla numerologia, ai colori e agli elementi. L'opera si ispira alla forma quadrata del basamento della Torre degli Asinelli di Bologna, forma geometrica che sin dai tempi antichi è assunta come simbolo della vita terrestre, che con i suoi quattro lati e altrettanti angoli si riconduce agli elementi naturali. Partendo da questo presupposto Elisa Zadi ha pensato di disegnare un cerchio in cui inscrivere idealmente il quadrato della torre, così da fare incontrare la materialità del quadrato con la spiritualità del cerchio, in modo da renderle compiute l’una nell’altra secondo tradizione. Per fare questo l'artista si concentra sugli angoli dell’edificio, dove in prossimità di ognuno di essi viene collocato un vaso appositamente realizzato al tornio. Di ispirazione arcaica, per la forma scelta il contenitore è denominato STàMNOS , vaso capiente ma con un coperchio che ne cela il contenuto. Ogni STàMNOS è dedicato a un elemento naturale ben preciso, contraddistinto da per colore e contenuto ne perpetuerà il significato ai partecipanti su cui
sono chiamati a riflettere. All'inizio della performance vengono progressivamente accese quattro grandi candele, poste agli angoli della Torre degli Asinelli. Dopo questa operazione, collocati i vasi uno per volta, partendo dal primo vaso simboleggiante il fuoco l'artista inizia a disegnare sul suolo il cerchio suddetto, lasciando cadere una polvere combustibile bianca. Terminato il cerchio si iniziano ad aprire i vasi: dentro a ognuno di essi è legato un lungo nastro, a cui sono applicati dei cartigli, che viene srotolato e affidato agli spettatori. Ogni vaso-elemento, e il nastro in esso contenuto, ha quindi un colore specifico e messaggi dedicati. Distribuiti i vari nastri, mantenuti dai partecipanti attorno alla torre, il cerchio di polvere bianca viene finalmente acceso per creare un disegno che illumina la notte. Mentre esso si consuma in un sempre più flebile fuoco, i nastri tenuti dal pubblico vengono tagliati in più parti e ogni spettatore potrà così farsi custode di un cartiglio e interpretare il suo prezioso messaggio.
Scrive Marco Palamidessi, curatore della performance: “Continua con rinnovato entusiasmo la ricerca contemporanea di Elisa Zadi sulla simbologia e sui riflessi di questa sulla vita e sulla cultura umana, ora più che mai al centro dell'interesse dell'artista. Recuperando la propria essenza segreta, manifestandosi e compiendosi in una situazione aperta all'infinito, in STàMNOS Zadi si fa protagonista assoluta dell'azione poetica, del processo performativo, mediante il quale forme arcaiche, sensazioni e misteriose alchimie si compenetrano in una originale e ben definita fisionomia spirituale. Per mezzo d STàMNOS i la performer manifesta il proprio punto d'equilibrio, creando originali prospettive in cui inserire e guidare i partecipanti, evidenziando le mutevoli cromie dell'esistenza come dell'esperienza artistica. Il senso profondo dell'opera performativo-installativa è quello di riflettere e far riflettere su quello che sono i valori che legano da sempre l'uomo agli elementi della Natura, nel tentativo di riconquistare un linguaggio gestuale essenziale, attraverso cui assistere a un ritorno alle origini, alla fonte primaria, a radici che affondano in una dimensione passata o ideale in cui natura, religione e sono nuovamente un tutt'uno come corpo indivisibile. Un ritorno alla purezza di movenze originarie, ricercate e sinuose, cariche di energia universale, che preludono a straordinarie eppure semplici eleganze, ispirate al valore di un racconto silente, e soprattutto alla riscoperta di una sorta di estetica primitiva: tutto pone in essere una rigenerazione dello spirito a partire da un incantesimo primordiale, in cui perdersi per essere proiettati in una dimensione altra rispetto a quella quotidiana. Un ritrovarsi momentaneo in un tempo prima di se stesso, ma sempre con quella concretezza tutt'altro che vana di una ritualità in se stessa compiuta, che leviga l'aria come il fiume fa con i sassi, come la luce con la tenebra, come l'anima con il corpo e la materia”.
Nella realizzazione dei vasi in foggia arcaica Elisa Zadi si è avvalsa della collaborazione dello scultore Alfredo Quaranta, con il quale ha messo a punto l'ideazione dell'unione dei vasi stessi con i quattro elementi, differenziandoli nella diversa cromia come nella specificità dei messaggi contenuti.
Si ringrazia: Comune di Bologna, Museo d’Arte Contemporanea Cà La Ghironda, CNA Associazione Bologna, Arte Fiera Bologna, Open for Art Temporary Gallery, ArtigianArte, Art City Bologna, Art city White Night.