Fausto Melotti. Trappolando – Catalogo
Presentazione catalogo della mostra Fausto Melotti. Trappolando, Silvana Editoriale.
Comunicato stampa
Montrasio Arte è lieta di presentare Fausto Melotti. Trappolando il catalogo Silvana Editoriale pubblicato in occasione dell’omonima mostra che, a cura di Sara Fontana e Ruggero Montrasio, compie attraverso opere anche mai esposte prima, un excursus nella produzione ceramica dell’artista a partire dalla metà degli anni ’40 sino agli anni ’60.
Mercoledì 18 gennaio 2017 alle ore 18.00 gli storici e critici Sara Fontana, Lorenzo Fiorucci, Marco Tonelli con le curatrici Ilaria Despina Bozzi, Adelaide Santambrogio introdurranno il pubblico al volume e alla mostra, che include anche una serie di ritratti fotografici e fotografie di Toni Thorimbert e Vittorio Pigazzini, anch’essi presenti al talk.
In 240 pagine Fausto Melotti. Trappolando e con i saggi di: Ilaria Despina Bozzi, Sara Fontana, Lorenzo Fiorucci, Marco Tonelli, le interviste di Ilaria Despina Bozzi, Adelaide Santambrogio, ripercorre l’avventura di Fausto Melotti nella ceramica dal suo apparire negli anni ’30, data della IV Esposizione Triennale internazionale delle arti decorative e industriali moderne di Monza, agli anni ’60.
Attraverso l’evoluzione artistica di Melotti, il catalogo traccia anche la storia delle esposizioni nazionali, come le Triennali Milanesi, e internazionali dedicate al design e arti applicate o decorative italiane, quali ad esempio XX Century Italian Art organizzata dal Museum of Modern Art di New York; evidenzia le collaborazioni dell’artista con gli architetti Gio Ponti, in particolare, Studio BBPR, Ico e Luisa Parisi, Giampiero Aloi, Sandro Angelini, Melchiorre Bega, Carlo De Carli, lo studio Figini-Pollini, Gigi Gho, Franca Helg, Angelo Mangiarotti; dedica una sua parte alla accoglienza dell’operato di Melotti da parte di critici d’arte quali ad esempio Enrico Crispolti, Renato Barilli, Paolo Fossati. Particolar rilievo è dato al supporto dato da Gio Ponti e dalla rivista Domus, e a Carlo Belli, la corrispondenza fra il critico di riferimento del Milione e l’artista è infatti il focus del capitolo scritto da Marco Tonelli.
A completare il percorso critico un capitolo di Sara Fontana sulle relazioni fra Melotti e la fotografia, a cui la mostra di Montrasio Arte dedica una sezione apposita, e due interviste di Adeleide Santambrogio a Alberto Montrasio e Ilaria Despina Bozzi a Luigi Gilli.
La mostra Trappolando prosegue fino al 24 Febbraio. L’itinerario espositivo prende le mosse dagli anni Quaranta con il Vaso del 1949 fino al Teatrino Scheiwiller del 1962. Un nucleo di opere, di cui alcune mai esposte precedentemente, testimonia la rinascita artistica e creativa di Melotti all’indomani del secondo conflitto mondiale, quando la completa distruzione dello studio milanese lo spinge verso una produzione quasi frenetica di ceramiche e di sculture in terracotta, proseguita per circa quindici anni con inatteso successo ma senza alcuna eco critica. L’artista dà vita a una serie di invenzioni poetiche originalissime: vasi sole, vasi luna, vasi pesce, vasi gallo, vasi pavone e le grandi figure femminili dette Kore.
Il titolo Trappolando, come spiega Sara Fontana, proviene dalle memorie personali di Fausto Melotti; in particolare, è stato suggerito da una frase estratta da una sua lettera del 1943. A ridosso degli eventi bellici che chiudono bruscamente il soggiorno romano, Melotti scrive da Rovereto alla moglie Lina: “Mi sono messo, se non proprio a lavorare, a trappolare. Ho un po’ di creta e faccio delle testine grosse come un pugno. Ma mi organizzerò meglio”.
Sebbene l'attività da ceramista sia passata in secondo piano fino agli anni ’60, è indispensabile per comprendere appieno la produzione dell'artista. Scrive infatti Lorenzo Fiorucci nel saggio contenuto all'interno del catalogo: “Semmai ciò che colpisce è constatare la presenza di un tempo lungo della scultura ceramica melottiana, che nella sua complessità copre all'incirca più di mezzo secolo: dagli anni '30 fino alla conclusione della sua parabola terrena nel 1986, con picchi di significativa originalità proprio all'indomani del conflitto bellico e per tutto il decennio successivo, fino almeno ai primi anni ’60”.