P-Art-Y
Con P-Art-Y grandi nomi dell’arte e della musica legati dal fil rouge delle eccellenze enogastronomiche a Palazzo Bernaroli.
Comunicato stampa
Dal 26 al 30 gennaio Class Exclusive, del gruppo Sangermano, promuove a Bologna una quattro giorni dedicata all’arte con una mostra di artisti italiani e internazionali curata da Vittoria Coen, con grandi nomi che spaziano da Dalì a Christo, da Nannucci a Schuyff..fino alle generazioni più giovani. La mostra sarà allestita nello storico palazzo situato in piazza Minghetti 1, originario del XV secolo e per la prima volta aperto al pubblico, nel cuore della città, per ospitare anche protagonisti della musica internazionale, con degustazioni di vini pregiati, nelle serate comprese tra il 26 e il 29 gennaio
Una festa culturale dedicata all’arte internazionale, con i maestri delle avanguardie storiche e i nuovi talenti, unita alle eccellenze enogastronomiche e a grandi protagonisti del mondo della musica in una dimora storica di Bologna, Palazzo Bernaroli, aperta per la prima volta al pubblico. Con P-Art-Y, un gioiello dell’architettura e della storia bolognese apre le proprie porte per accogliere una quattro giorni di arte, musica e degustazione di vini pregiati, in concomitanza con Arte Fiera, grazie al mecenatismo del Gruppo Sangermano, guidato dall’imprenditore Luigi Sangermano, attraverso la start up Class Exclusive Srl.
Dal 26 al 30 gennaio sarà possibile, dunque, visitare la mostra curata da Vittoria Coen, con testi in catalogo della curatrice e di Lorenzo Bruni critico d’arte e curatore (il catalogo verrà pubblicato successivamente con le opere contestualizzate nel palazzo). Sono state selezionati lavori di 28 artisti, con installazioni anche site specific per l’occasione, allo scopo di creare un legame ideale tra antico e contemporaneo.
La mostra diventa così il cuore di un evento artistico che comprende party serali tra le opere esposte, con degustazioni ed esibizioni di alcuni deejay di fama mondiale in una location dalla facciata neo-Bentivogliesca risanata nel 1911 e sottoposta a tutela della Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici dell’Emilia Romagna.
Nel cortile di Palazzo Bernaroli, che risale al XV secolo, i visitatori saranno accolti da una serie di progetti video realizzati dagli artisti Cuochi e Corsello, Nico Vascellari, Stefani Calegati e Luca Trevisani, pensati per entrare in contatto fisico con lo spazio circostante. Il video è il primo step della mostra che si sviluppa sui due piani dell’edificio e nell’altana con opere che testimoniano il lavoro di almeno tre generazioni di artisti italiani e stranieri. Gli artisti selezionati, oltre a quelli già citati, sono: Can Altay, Federico Romero Bayter, Andrea Bianconi, Nyoman Erawan, Rainer Ganhal, Daniela Gullotta, Christian Jankowsky, Giorgio Laveri, Ma Liuming, Esther Mahlangu, Barbara Nahmad, Paolo Parisi, Davide Rivalta, Franco Savignano, Kamen Stoyanov, Wayan Suja, Sadegh Tirafkan, Kevin Van Braak, Yi Wei, Terry Winters.
Pittura, scultura, video, installazioni fotografie.
Lo spazio della mostra, dal 26 al 29 gennaio compreso, sarà lo sfondo di serate musicali che mettono in relazione le tante eccellenze dell’arte con le eccellenze del food made in Italy, grazie al concept con il quale il gruppo Sangermano diventa mecenate per mettere in relazione varie espressioni culturali. Il concept sarà riproposto in altre città italiane ed estere.
Vittoria Coen è una critica d’arte contemporanea, professore all’Accademia di Belle Arti di Brera. Già direttore artistico delle collezioni d’arte e di storia della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e consulente dell’Università di Bologna per il settore arti visive, ha diretto la Galleria civica d’arte contemporanea di Trento e le Collezioni d’arte e di storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. Ha pubblicato numerosi saggi teorici, tra i quali “Costruttivismo e Bauhaus” e “L’idea e l’oggetto, arte tra estetica e comunicazione” e tenuto seminari e lezioni in varie università del mondo.
Lorenzo Bruni è critico d’arte e curatore indipendente e coordina dal 2000 lo spazio non profit Base/ Progetti per l’arte a Firenze. Già consulente del Museo Pecci di Prato e docente all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, collabora con l’Accademia di Firenze e ha curato mostre collettive di artisti internazionali e doppie personali tra Bologna e Palermo. Ha al suo attivo varie pubblicazioni, tra le quali “66/16” sulla smaterializzazione dell’opera d’arte operata da alcuni artisti dagli anni Sessanta.