Sonia Lenzi – Prendimi a vivere con te
Interni di abitazioni di “figure genitoriali ideali”, come li definisce l’artista. Fanno parte di quelli che Roberta Valtorta chiama, nel testo di presentazione del lavoro, “templi laici”, presentati non nella forma solenne del tempio, ma come un “album di famiglia sociale”.
Comunicato stampa
Interni di abitazioni di “figure genitoriali ideali”, come li definisce l’artista. Fanno parte di quelli che Roberta Valtorta chiama, nel testo di presentazione del lavoro, “templi laici”, presentati non nella forma solenne del tempio, ma come un “album di famiglia sociale”.
Sonia Lenzi, scrive Roberta Valtorta, “sceglie di fotografare gli interni di case di personalità della cultura e della storia civile che ama e stima e che sono ancora in vita, e che sente e sa essere fin d’ora parte della sua storia”. Il titolo indica “un desiderio di comunione ed appartenenza, insieme a un senso di solitudine e di malinconia, che leggiamo del resto anche nei colori, nelle luci, nel modo di comporre le immagini”. Sonia Lenzi, “già da tempo impegnata in ricerche sul tema della famiglia, dell’identità, della memoria, della storia sociale, della morte – svolge il suo lavoro su due piani tra loro paralleli, ma non coincidenti (in un rapporto che Marcel Duchamp avrebbe riferito al concetto di infrasottile): la composizione di una sorta di album di famiglia che è al tempo stesso intimo, personale, e pubblico, rivolto alla collettività, anzi idealmente dentro alla collettività”. Fanno parte di questo album sia i successi, sia i fallimenti della relazione intrapresa con le persone alle quali è stato chiesto un coinvolgimento nel progetto. In mostra a Bologna, all’interno di un’altra casa, quella che era di Carlo Gajani, Francesco Guccini, Giancarla Codrignani, Eugenio Riccomini, Mario Nanni e Romano Prodi.
Interiors of homes of “ideal parent figures”, as the artist define them. They are, as Roberta Valtorta writes in her essay “secular temples”, presented not in the solemn form of a temple, but as a “social family album”.
Sonia Lenzi, says Roberta Valtorta “has chosen to photograph the interiors of the homes of cultural and civic figures whom she loves and respects and who are still alive, and feels that they are part of her history”. The title indicates “a desire for communion and belonging, along with a sense of loneliness and melancholy, that we read in the colours, in the lights, in the way of composing the images”. Sonia Lenzi, “who has been engaged for some time with themes revolving around family, identity, memory, social history and death, works on two parallel, but not coincident planes (in a relationship that Marcel Duchamp would refer to as embodying the concept of infra-thin) composing a sort of family album that is both intimate, personal and public, addressed to the community, and ideally, being within the community”. Both the successes and the failures of the relationships with the persons involved are part in this family album. In this exhibition, within the spaces of another home, the one belonged to Carlo Gajani, Francesco Guccini, Giancarla Codrignani, Eugenio Riccomini e Romano Prodi.