L’instabilitá degli oggetti
L’instabilitá degli oggetti è un percorso in cui le forme, le immagini e i segni forniscono un’interpretazione non rettilinea: strutture narrative in cui non domina la verticalità, e l’evoluzione del pensiero si riferisce a leggi diverse da quelle che strutturano il sapere.
Comunicato stampa
L’instabilitá degli oggetti è un percorso in cui le forme, le immagini e i segni forniscono un’interpretazione non rettilinea: strutture narrative in cui non domina la verticalità, e l’evoluzione del pensiero si riferisce a leggi diverse da quelle che strutturano il sapere.
Ispirandosi al titolo del romanzo di A.M. Homes (The Safety of the Objects, 1990), il progetto apre una riflessione sugli oggetti rivisitando la loro funzione, il portato simbolico di cui sono investiti nella società dei consumi, la loro centralità nella cultura visiva dell’ultimo secolo.
Tra le mani, nelle vite dei personaggi di Homes gli oggetti sono i destinatari di una proiezione completa ingannevolmente gli individui e le loro vicende. Nelle riflessioni degli artisti coinvolti la mancata identificazione tra forma e funzione, possesso e determinatezza, innesca una crisi in cui ogni certezza si trasforma in interrogativo. La forma degli oggetti collassa, cede la propria integrità e si apre ad altre letture; invece di garantire con la propria solida razionalità i confini dell’identità e del desiderio, l’oggetto viene scomposto e modificato, compie dichiarazioni illegittime, elude ogni tentativo di finitezza.
Le opere in mostra sono episodi diversi di una sperimentazione del possibile, apparizioni che punteggiano lo spazio come inganni o come errori, come situazioni aperte, con un elemento comune nella condensazione di dimensioni tra loro apparentemente inconciliabili (nello spazio, nel tempo, nella tassonomia del visibile).
Installazioni di piccolo formato, video e immagini fotografiche abiteranno la storica architettura, posandosi sulla sua superficie e attivando dialoghi imprevisti con i visitatori.
La mostra è allestita negli spazi dell’ex Atelier Corradi, progettato all’inizio degli anni Cinquanta dall’architetto Enrico De Angeli. Gli ambienti e gli arredi sono stati tutelati nel 2012 con decreto del Ministero Beni Culturali.
Opere di Bruno Baltzer e Leonora Bisagno, Emanuele Becheri, Luca Capuano, Daniele D’Acquisto, Davide D’Elia, Serena Fineschi, Laura Pugno, Alessandro Valeri.