Gli artisti di oggi? Irrilevanti. Tomaso Montanari spara a zero: ma salva la Street Art
La libertà degli artisti contemporanei coincide anche con la loro massima irrilevanza, secondo lo studioso. I politici italiani sono disinteressati alla cultura? Sono anzitutto molto ignoranti
“Se gli artisti figurativi contemporanei dovessero estinguersi, chi se ne accorgerebbe, se non i galleristi?”. Il Giornale di Brescia intervista Tomaso Montanari in occasione di un incontro sul tema Arte e potere: e le risposte del noto polemista conservatore, docente di Storia dell’arte moderna a Napoli, virano presto da Caravaggio, Borromini e Bernini al contemporaneo. Il potere oggi è in mano al mercato?, domanda l’intervistatore. “È così”, risponde lo studioso. “Ed è un mercato che non ha alcun ‘messaggio’ da trasmettere al di fuori di se stesso. Il mercato sembra garantire all’artista la massima libertà: può fare finalmente tutto ciò che vuole. Ma il paradosso è che questa libertà coincide anche con la massima irrilevanza”.
I POLITICI SONO IGNORANTI
La sorpresa arriva quando il giornalista chiede se l’arte contemporanea possa oggi incarnare l’identità civile di una nazione. “Credo sia ancora possibile quando l’arte è meno legata alla personalità ‘divistica’ degli artisti”, è la risposta. “Penso ad esempio alla Street Art: conosciamo poco degli autori, ma ha un enorme rilievo sociale perché entra nelle periferie rendendole spesso più abitabili. Ci sono casi, anche in Italia, di comunità che raccolgono soldi per commissionare opere ai writers. Questo fa capire che c’è ancora bisogno di un’arte che cambi in positivo il volto dei luoghi in cui viviamo”. Inevitabile a questo punto un riferimento alla politica: I politici italiani sono disinteressati alla cultura? “Sono anzitutto molto ignoranti. Prevale poi l’idea distorta della cultura come grande intrattenimento di massa, destinato non a far pensare ma a distrarre”.
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