Andy Warhol – 30 years later
Nel trentesimo anniversario dalla morte del grande artista della Pop Art americana, l’esposizione presenta, tra le altre, le celebri opere dedicate a Marilyn Monroe, Mao Zedong, Flowers, Dollari, Interviews e una selezione di libri raramente esposti in passato e realizzati nel 1967.
Comunicato stampa
Nel trentesimo anniversario dalla morte del grande artista della Pop Art americana, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Asolo in collaborazione con il Museo Civico, Lapis e MV Eventi di Vicenza presentano la mostra Andy Warhol: 30 years later presso il Museo Civico, dal 28 gennaio al 17 aprile 2017.
La mostra, curata da Matteo Vanzan e da Enrica Feltracco e resa possibile grazie al prezioso contributo della Cassa di Risparmio del Veneto e al supporto di Scarpa, Settentrionale Trasporti e Mario Lorenzin laboratorio avere la barba, racconta la rivoluzione del Maestro di Pittsburgh che cambiò il concetto stesso di arte, sovvertendo l’estetica di un’intera generazione.
“È riduttivo definire Andy Warhol come un semplice pittore – spiega Matteo Vanzan – la scoperta della tecnica della blotted line, ossia la linea a macchie d’inchiostro su carta assorbente, fu la rivelazione che cambiò per sempre il concetto di opera originale e di copia. La sua intenzione era infatti quella di essere lui stesso a stampare/serigrafare manualmente tutti i soggetti; le piccole imperfezioni causate da una maggiore o minore pressione della mano e del filtro serigrafico donavano ad ogni soggetto una sua individuale personalità”.
L'esposizione presenta, tra le altre, le celebri opere dedicate a Marilyn Monroe, Mao Zedong, Flowers, Dollari, Interviews e una selezione di libri raramente esposti in passato e realizzati nel 1967. Essa racconta la storia intensa di un mondo fatto di comunicazione e genialità, business e consumismo e celebra il ruolo fondamentale di una Factory divenuta punto catalizzatore dell'establishment artistico americano, dove Warhol non rappresenta solamente la Superstar del mondo dell’arte e del mercato che tutti conosciamo, ma soprattutto un Warhol/Uomo dal volto sensibile e timido, trasformatosi in uno sperimentatore dalle esplosive capacità comunicative.
Perché la volontà di raccontare questo spaccato di contemporaneità ad Asolo?
L’Assessore alla Cultura Gerardo Pesetto spiega che “Il Museo Civico di Asolo raccoglie le testimonianze della storia del piccolo e antico borgo fin dalle sue origini preistoriche. In questa prospettiva si pone la volontà che l'Amministrazione Comunale e il Museo Civico di Asolo hanno di ospitare mostre di artisti contemporanei, pensando quindi all'Arte come un grande libro dove si possono leggere i sentimenti profondi degli uomini del passato e del presente e, attraverso l'arte contemporanea, spesso espressione profetica, intravedere anche il futuro. Proprio nella Sala della Ragione che fa parte del Museo, verrà allestita la mostra dedicata ad Andy Warhol, nel trentesimo anniversario della scomparsa del poliedrico artista statunitense: il Museo quindi come luogo di memoria del passato e di proiezione verso il futuro”.
“L’omaggio dedicato ad Andy Warhol, in concomitanza con l’anniversario dalla scomparsa – continua Cristina Mondin, Direttrice del Museo Civico – assume una doppia valenza: da un lato impreziosisce la collezione permanente che rimane comunque fruibile; dall’altro permette ai visitatori di apprezzare un artista che ha innovato il concetto di arte e ha fatto della sperimentazione tra discipline diverse la sua principale caratteristica”.
Nato il 6 Agosto 1928 a Pittsburgh da immigrati cecoslovacchi e morto il 22 febbraio 1987 a New York, Andy Warhol ha fatto della provocazione e dell’ironia il suo modus operandi, creando una vera e propria filosofia, fatta di aforismi e cortometraggi, “pronta all’uso”. Una genialità costruita attorno al concetto di un Artista trasformato in una macchina di riproduzione seriale, costantemente affascinato dalla ripetizione ossessiva di un’azione, apparentemente fine a se stessa. L’artista Popular lavora con film, fotografie, serigrafie, grafiche, fumetti, non si sporca più le mani alla maniera di Pollock con barattoli di colore e sgocciolamenti: anzi il tocco dell’artista è minimo, assente in molti casi, in quanto gli intenti sono essenzialmente iconici.
Le icone pop-ular trattate non appartengono unicamente alla sfera materiale della collettività, ma anche alle idee, all’immaginario collettivo e allo stereotipo: il fumetto, il dollaro, i personaggi pubblici, le opere famose e inflazionate della storia dell’arte, tutto passa attraverso il filtro warholiano che rivisita mondo e storia in chiave diversa, conferendo all’immagine una magia unica.
“Icone riconosciute e riconoscibili – continua Enrica Feltracco – che, sottratte al loro abituale contesto, producono un effetto straniante grazie al quale acquistano nuova vita e dignità estetica, creando una cornice artistica in grado di caricarle di valori prima assenti. In questo modo il concetto di unicità dell’opera d’arte vacilla, mentre in costante ascesa è l’importanza della fase creativa”.