The Hidden Dimension – Capitolo I
Un progetto di Marignana Arte in due tempi, per una analisi delle relazioni tra opera, ambiente e fruitore.
Comunicato stampa
The hidden dimension, in italiano La dimensione nascosta, è il titolo del libro scritto dall’antropologo statunitense Edward T. Hall con il quale nasce, nel 1963, la prossemica: disciplina che studia il significato della distanza, della organizzazione e delle relazioni spaziali dell’uomo, inteso sia come individuo rispetto agli altri, sia rispetto alle cose che lo circondano, sia tra gruppi sociali diversi storicamente e culturalmente. Una disciplina fondamentale che prova a spiegare in che modo siamo influenzati, e influenziamo, la nostra vita in relazione a quanto siamo distanti dall’altro: da ciò che è noto, che amiamo e rispettiamo, ma anche da ciò che non conosciamo, non comprendiamo, che temiamo, forse proprio perché a noi lontano fisicamente e quindi sensibilmente ed emotivamente.
Un concetto affascinante, che Hall provò a leggere anche in relazione alle arti visuali del Novecento, in rapporto al problema della percezione e della costruzione dello spazio, e che più estesamente utilizzò per analizzare e migliorare, attraverso la descrizione degli effetti giocati dalle diverse distanze, la conformazione dell’ambiente, dell’architettura, delle città.
Una disciplina che oggi risulta attualissima e pregnante, in un’epoca dominata da migrazioni, relazioni virtuali, realtà aumentate, distanze ridottissime, incertezze esistenziali, anestesie digitali o emozioni cablate. Temi, questi, che l’arte contemporanea affronta costantemente, riflettendo sul ruolo dell’opera nella sua processualità e relazione con il fruitore e con lo spazio nel quale viene a situarsi.
Partendo da questi presupposti, Marignana Arte affida a Clarissa Tempestini e Ilaria Bignotti la curatela di un progetto espositivo in due tempi, che si sviluppa in un primo appuntamento a partire da febbraio 2017, con una selezione di sei artisti – Vanessa Safavi, Tyra Tingleff, CCH, Laura Renna, Francesco Candeloro e Enrico Boccioletti – curata da Clarissa Tempestini, per poi rinnovarsi, come seconda tappa a cura di Ilaria Bignotti, con altri sei artisti a partire da maggio 2017, in concomitanza con la apertura della Biennale di Venezia.
Attraverso le scelte curatoriali, le opere esposte si confrontano in relazione agli spazi determinati dalla loro presenza e interazione, alle peculiari distanze non solo tra esse, ma anche tra i materiali e la loro consistenza, emergenza, effimerità o persistenza, alle forme e alle dimensioni, e ancora alle reazioni del visitatore chiamato ad essere attivatore di situazioni visibili ed esperienze mutevoli in base al proprio sentire e stare nello spazio.
Secondo Hall esistono infatti Distanze di fuga, Distanze critiche, Distanze intime, personali, sociali e pubbliche, che variano in base anche al variare della nostra cultura, della nostra storia, della nostra esperienza, della nostra geografia di vita. Sono quelle dimensioni “nascoste”, ma perfettamente percepibili con i sensi e i sentimenti, in base alle quali gestiamo le relazioni con l’altro.
Nel nostro Spazio Vitale o Prossemico, e la sua rappresentazione potrebbe essere quella di una bolla di sapone che ci avvolge, ogni violazione porta ad un aumento dello stato di tensione: una tensione piacevole, se chi si spinge verso di noi è desiderato e riconosciuto; una tensione negativa, se invece chi si avvicina troppo a noi, superando questo confine invisibile, non è desiderato o ancor peggio temuto e rifiutato.
Cosa accade se queste linee di indagine le applichiamo all’arte contemporanea?
Quali le relazioni, gli scambi, i dialoghi, le affinità e i conflitti, anche, che emergono tra le opere e i fruitori negli spazi della galleria?
A queste domande prova a rispondere il progetto in due tempi di Marignana Arte, mettendo in relazione le opere e gli artisti e chiedendo di confrontarsi l’uno con l’altro, anche nella continuità delle due mostre del progetto, lasciando che qualche testimonianza del primo capitolo “invada il campo” delle opere del secondo capitolo, disegnando prossemiche improvvise e mutando le distanze di sicurezza e di relazione tra le opere stesse.
Ma il concetto di prossemica sviluppa naturalmente altre direzioni di analisi che convergono rispetto alla tipicità dello spazio di Marignana Arte: un luogo fortemente connotato, dove la struttura antica della sede emerge apertamente in una relazione intima con la modernità del recente restauro, in un sestiere, quale Dorsoduro, caratterizzato da una intensa relazione di linguaggi visuali contemporanei con una densità notevole di pubblico e di visitatori.
Al contempo, Marignana Arte è una galleria che determina peculiarissime relazioni e spaziali e visuali tra le opere e gli ambienti, chiedendo ogni volta al visitatore una posizione specifica rispetto alle fonti visive esposte. D’altro canto, la stessa città lagunare è a sua volta uno straordinario terreno di studio per la prossemica, con la sua peculiarissima conformazione geografica che determina relazioni sociali e culturali uniche nel loro genere.
La mostra si completa con un catalogo che riunisce i due tempi espositivi.