Pino Bassetto – Élan vital

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA D'ARTE MODERNA DI THIENE
via Santa Maria Maddalena, 24 Thiene, Thiene, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal lunedì al venerdì ore 16-19
sabato e domenica ore 10-12
chiuso il mercoledì

Vernissage
18/02/2017

ore 18

Artisti
Pino Bassetto
Curatori
Francesca Rizzo
Generi
arte contemporanea, personale

In questa esposizione d’arte pittorica di Pino Bassetto percorriamo una galleria di volti e di sguardi penetranti che ancorano l’osservatore davanti alla tela quasi volessero esprimersi. Vi si trovano uomini e donne immersi in una natura rigogliosa, lussureggiante, espressione di vitalità e di forza creatrice.

Comunicato stampa

Esprimere deriva da ex - prémere e si potrebbe tradurre con "spingere fuori", portare alla luce". Questo era il moto che muoveva gli stessi espressionisti francesi e tedeschi nel primo Novecento. L’idea di "slancio vitale" è suggerita infatti dal pensiero di Henri Bergson che accompagnò le ricerche artistiche dei Fauves, gli artisti post-impressionisti definiti "belve" per la loro forza di sbattere il colore, ringhiante, sulla tela. Una straordinaria energia capace di cercare nuove vie in modo creativo senza arrestarsi di fronte agli ostacoli.
Possiamo ricercare i “maestri spirituali” di Pino Bassetto proprio in questo ambito: dall’espressionismo di Kirchner e Nòlde, passando per Ensor, Soutine e Kokoschka, esponenti di percorsi artistici che, quasi un secolo fa, volevano ridestare le coscienze assopite urlando con il colore e con le forme i valori della libertà e della dignità umana.
Una necessità artistica, la loro, di interpretare la sostanziale deformazione della percezione di una realtà avvertita ormai come distorsione del felice rapporto uomo-natura e in aperta opposizione ad una società illusa ed egoista.

Scorrendo con lo sguardo le opere esposte - da Donna sul divano con bicchiere di vino a La Rossa, da Ragazza al computer ad Amazzonia - notiamo chiaramente che i dipinti danno spazio essenzialmente al colore steso non secondo l'impressione ma in relazione al personale sentire interiore del pittore il quale realizza i soggetti dopo averli fatti propri. Le tele di Bassetto vivono di forza propria in quanto create plasmando una materia densa, grassa, con colori puri che danno corpo alle forme conferendo loro effetti tridimensionali e il colore, svincolato dalla realtà che rappresenta, si allontana dalla riproduzione realistica. Un'ambientazione trasfigurata come nei Fauves, provocatoria come in Gauguin, eseguita con una velocità che rimanda a Van Gogh. Lo scavo psicoanalitico nel frenetico rincorrersi di pennellate ricorda Kokoschka, mentre gli impasti "fatti di carne", dove alla materia organica l’artista risponde con il gesto altrettanto palpitante del pennello, portano la mente a Soutine.

Ogni macchia di colore ha una precisa funzione luminosa attraverso un accostamento di colori caldi e colori freddi. I dipinti sono brillanti, vivaci, sprigionano una propria luce ottenuta grazie al bilanciamento dei colori complementari: il giallo accanto al viola, il rosso al verde, il blu all’arancio. L'artista parte dalla realtà, per poi enfatizzarla sino a deformarla in forme appiattite e semplificate. L’opera non è decorazione, l’opera è emozione. Sulla tela si scatenarono l’impeto, l’istinto e l'energia vitale irrefrenabile, dove i colori - riprendendo Derain - sono come cartucce di dinamite. Non a caso infatti ritornano nei dipinti di Bassetto riferimento all'arte tribale, africana in particolare, nella quale il colore viene applicato naturalmente senza conformismi e senza dare importanza alla relazione fra l’oggetto e la sua forma. I pennelli si muovono liberi sulla tela, senza chiaroscuri, senza prospettive.

Bassetto, spiega il proprio modo di “sentire” la pittura in questi termini: «Il colore mi piace, adoro il colore, per me la pittura è colore, per altri è il segno, il volume, la linea, per me è il colore. Il soggetto a volte è un pretesto per creare dei colori. A me è sempre piaciuto il pittore russo Soutine della Scuola di Parigi, lo considero eccezionale, certo che io non posso essere né De Maria, né Soutine, ognuno deve prendere una strada e trovare il proprio modo espressivo. La pittura, bene o male, deve dire qualcosa, la pittura deve trasmettere qualcosa agli altri, come la musica, la poesia, la scrittura. Qualcosa riesce e qualcosa no, ma in ogni caso bisogna essere se stessi». Ogni personaggio rappresentato è un mondo a sé.

Sulla base di un attento studio dei maestri della storia dell’arte, Pino Bassetto sta percorrendo la dura via della ricerca di un proprio linguaggio personale. Spatola e pennello diventano strumenti essenziali per una pittura di getto dove si vuole sottolineare la fisicità di un corpo attraverso note cromatiche esasperate e a volte acerbe. Dove la figura prende forza tra suggestioni di pennellate primitive e l'urgenza di rivelare il volto. Moti interiori resi con la forza del colore. Ne risulta una tempesta di sentimenti dove si percepisce il divertimento dell’artista creatore che non dimentica mai, nella ricca tavolozza dei colori, quel tocco di frizzante ironia.
Francesca Rizzo

Pino Bassetto si è diplomato Maestro d’arte all’Istituto d'Arte "Pietro Selvatico" di Padova e ha iniziato ben presto a dipingere al circolo di pittura “La Soffitta” , diretta per molti anni dal maestro Otello De Maria. Tutt’ora segue le attività del circolo frequentando l’ambiente e praticando da anni la pittura ad olio. Attivo in campo pittorico dal 1978, è presente a significative rassegne d'arte nazionali e internazionali, dove ottiene numerosi premi e riconoscimenti, ha al suo attivo una trentina di mostre personali. Nel 2007 il Comune di Vicenza gli ha allestito una personale per i trent'anni d'attività artistica. Attualmente propone dei corsi presso l'Università Rezzara di Vicenza.

Hanno scritto di lui:
S. Maugeri, P. Levi, M. Missaglia, S. Marini, N. Pozza, T. Motterle, P. Franceschetti, G. Mugnoni, M. Rossi, R. Schiavo, M.L. Ferraguti, M. Vigorelli, R. Dell'Angelo, B. Chiozzi, C. Albertoni, M.G. Martini, F. Conti, F. Pepe, P. De Pellegrini, G. Menato, F. Rizzo.