Artisti e rivali. Quattro coppie di artisti fra le pagine di un libro
Scritto dal critico d’arte Sebastian Smee, il volume edito da Utet ripercorre la storia di quattro coppie artistiche. Puntando l’attenzione sullo stretto legame tra creatività, carriera e vita privata. E riportando l’artista al centro del discorso.
Artisti rivali è un bel volumone per i tipi di Utet, che racconta le relazioni personali e appassionate fra quattro coppie di maestri della pittura otto-novecentesca: Manet e Degas, Matisse e Picasso, Pollock e de Kooning, Freud e Bacon. L’arco di un secolo di storia dell’arte, ricostruito attraverso uno studio approfondito su fonti informali, lettere, diari, articoli, interviste.
L’autore è il Premio Pulitzer per il giornalismo di critica 2011, Sebastian Smee, critico d’arte del Boston Globe di origine australiana, dallo stile di scrittura avvincente e narrativo, nonostante l’alto specialismo dei contenuti.
Questa caratteristica è messa in luce proprio dalla sua traduttrice italiana, Violetta Bellocchio, che ha presentato il volume all’interno delle lezioni della Professoressa Raffaella Pulejo in Accademia di Brera lo scorso primo febbraio. A sua volta scrittrice di romanzi, Utet l’ha incaricata del lavoro proprio in virtù della sua familiarità con la narrazione. Una scrittura così coinvolgente, pur nei tecnicismi del lessico, che porta dentro le storie e permette un accesso diverso all’arte: “È la prima volta che mi confronto con il ruolo di traduttrice di un volume così ampio. Mi sono messa al servizio della scrittura di un altro autore, mettendo da parte il mio stile. Non potevo sperare in una migliore masterclass sull’arte contemporanea, che mi è servita per il mio nuovo romanzo di prossima pubblicazione. Smee usa parole precise, che talvolta mi hanno irritata, come per esempio l’abuso di aggettivazione. Ho dovuto fare scelte di sintesi anche per non rischiare certe derive verso le quali la traduzione italiana avrebbe condotto. Un’espressione come ‘la pittura audace’ o ‘un giardino verdeggiante’ avrebbero spinto l’immaginario sulla narrativa. Mentre qui siamo di fronte a una ricostruzione storica. Altre parole invece come ‘genius’ non lasciano dubbio, e riconducono a un immaginario preciso: il genio rinascimentale. Immagine che calza ancora su una figura moderna come quella di Picasso, ma che si trasforma sulle figure di Bacon o Freud, tanto che oggi non si usa più attribuita a maestri contemporanei”.
TRA PUBBLICO E PRIVATO
Il secolo dell’arte moderna si dipana fra le quattro storie, senza ridursi alla mera biografia, per descrivere piuttosto l’arco dei cambiamenti del sistema, dalle strette relazioni fra gli artisti ottocenteschi negli atelier, primi giudici dei lavori, come nel dipinto di Bazille (1870) dove si intravede Manet commentare i lavori dei colleghi, alla cronaca dei sabati sera in casa Stein, dove un Picasso ancora scarso col francese assiste impotente e rabbioso alle presentazioni delle opere di Matisse, elegante e forbito seduttore del collezionista. Oppure alla solidarietà fra artisti dopo le guerre, come nel caso di Bacon che mantiene Freud, quasi un fratello minore cui tendere la mano, con un fare istrionico da “arrivato”, fra i primi moderni imprenditori di se stessi, calibratissimi nella costruzione della propria immagine pubblica. Infine entra la società mediatica dove Pollock, rispetto all’immigrato De Kooning, viene usato dall’establishment come prova del vero talento americano, rispetto ai geni soffocati dalla censura del blocco sovietico, piazzandolo sulla rivista Life nel 1949 come una rock star, ma anche abusato dopo il documentario girato su di lui da Hans Namuth, cui segue una sua crisi di nervi per la sensazione di manipolazione subita.
L’ARTISTA IN PRIMO PIANO
Quello che l’accademia insegna, e poi la critica, è che l’oggetto d’arte parla da sé. Non si deve cercare di rintracciare la personalità dell’artista in esso. Il volume ribalta invece la prospettiva e riporta l’artista in primo piano con psicosi e nevrosi, carne e sangue, senza mitologie romantiche. L’influenza degli accadimenti biografici, come quella della competizione e rivalità, si ricompone ordinata nell’evoluzione del lavoro. Impossibile non ammettere interferenze nei rapporti fra queste quattro coppie. La gelosia è movente per il superamento nella propria ricerca artistica. Prima ancora del critico, che dirige e influenza la produzione (il caso di Greenberg per Pollock), c’è lo sguardo del rivale/collega, impietoso, che tocca lì dove i nervi sono scoperti (Manet taglierà la tela di Degas che lo ritrae con la moglie Suzanne). Ma anche la constatazione che, nel momento di crisi, gli artisti si raccolgono e condividono riflessioni, pensieri, progetti, laddove non arriva il riconoscimento del pubblico e del mercato.
– Neve Mazzoleni
Sebastian Smee – Artisti Rivali
traduzione di Violetta Bellocchio
Utet, Novara 2016
Pagg. 304, € 20
ISBN 9788851126810
www.utetlibri.it
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