Sfondare lo spazio. E sbatterci la testa

Nel piccolo spazio del BASE, Maurizio Mochetti dispone due opere datate 1966: una sfida alle limitazioni fisiche, realizzata attraverso un’espansione geometrica dello spazio mentale. A Firenze, fino al 10 febbraio.

“L’opera d’arte è l’idea” e la sua realizzazione è continuamente perfettibile. Entrare nello spazio ripensato da Maurizio Mochetti (Roma, 1940) diviene quindi un’esperienza in primo luogo mentale. Nello scarno b/n degli interni del BASE si corre lungo due direttrici primarie, disposte in un’angolazione sfasata e non convenzionale, ma idealmente convergente “in Binfinito”: nei due cerchi neri che prolungano il cilindro sospeso (Proiezioni) o nell’ideale retta “che si libra nello spazio” (Binfinito).

Questo gioco di equilibri instabili sottolinea la pochezza della nostra percezione, in uno spazio quasi bistrattato dalle opere esposte. E mentre passando la porta si sbatte la testa sul cilindro, invece di lamentarsi della disposizione user unfriendly, ci si potrebbe chiedere se sotto questa capocchia non ci sia qualcosa più di uno spillo.

Simone Rebora

Firenze // fino al 10 febbraio 2012
Maurizio Mochetti – Binfinito
BASE / PROGETTI PER L’ARTE
Via San Niccolò 18r
055 2207281
[email protected]
www.baseitaly.org


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Simone Rebora

Simone Rebora

Laureatosi in Ingegneria Elettronica dopo una gioventù di stenti, Simone capisce che non è questa la sua strada: lascia Torino e si dedica con passione allo studio della letteratura. Novello bohémien, s’iscrive così alla Facoltà di Lettere a Firenze, si…

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