Albano Morandi
Da dove nasce l’ispirazione artistica? La mostra di Albano Morandi alla Galleria Milano indaga questo quesito, mettendo in campo la concezione che l’opera si crei a partire da un’iconografia preesistente nella memoria dell’artista.
Comunicato stampa
Da dove nasce l’ispirazione artistica? La mostra di Albano Morandi alla Galleria Milano indaga questo quesito, mettendo in campo la concezione che l’opera si crei a partire da un’iconografia preesistente nella memoria dell’artista. Una memoria che guarda al passato ma anche al presente, in un’ottica allo stesso tempo diacronica e sincronica. La memoria, secondo Morandi, è una «porta che deve rimanere sempre spalancata», accogliendo ed unendo, in un metaforico passaggio da una stanza all’altra, le menti di personalità artistiche che diventano complici di un «delitto perfetto». Tale «porta» è dunque intesa non come demarcazione ma come soglia da varcare, un’apertura che permette un confronto dialogico incarnando ciò che Federico Fellini avrebbe definito ‘disponibilità’: disponibilità dell’artista verso l’altro artista, dell’artista verso il pubblico e del pubblico verso l’artista.
La mostra è suddivisa in tre sezioni. La prima, Colori, è un confronto dialogico con Fortunato Depero ed è costituita da un testo di teatro Sintetico Futurista con un’istallazione pittorica in 45 parti; la seconda, Les chants de la mi-mort, parte da una suggestione musicale di Alberto Savinio nata visitando un giorno d’estate il cimitero monumentale di Milano ed è composta da 25 ritratti e da un’istallazione sonora di Luca Formentini; la terza, Memetica, presenta l’opera come reincarnazione, trovando interlocutori di diverse generazioni, tra cui Blinky Palermo, Lucio Pozzi, Renato Ranaldi, Tomas Rajlich…
Testi letterari, oggetti, installazioni, tele e disegni sono parte di un unico progetto.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi di Nicoletta Boschiero, Giovanna Dalla Chiesa e Elena Di Raddo, edito da Corraini Edizioni.
Albano Morandi (Salò, 1958) vive e lavora a Raffa di Puegnago (BS). Diplomato in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma, le sue sperimentazioni si servono del teatro, della pittura, della scultura e delle installazioni al fine di «usare il mondo delle forme per trasfigurare il mondo delle cose». Ha partecipato alla Quadriennale di Roma (1986; 1996), ha vinto il premio ex-aequo al 40° Premio Nazionale d’Arte Suzzara (2000) e nel 2007 ha esposto negli eventi collaterali della 52a Biennale di Venezia. Ha tenuto oltre centocinquanta mostre nelle principali città europee, in Asia e negli Stati Uniti.