I Giovedì della Villa #25
Per I Giovedì della Villa l’appuntamento di oggi è dedicato a quattro artisti residenti a Villa Medici.
Comunicato stampa
Per I Giovedì della Villa l’appuntamento del 2 marzo è dedicato a quattro artisti residenti a Villa Medici: in programma alle 19 l’esposizione Esplorare la città dai suoi margini di Olivier Kosta-Théfaine, seguita alle 20.30 da Un grain de figue, opera da camera di Benjamin Attahir su testo di Lancelot Hamelin, eseguita al piano da Alvise Sinivia.
Olivier Kosta-Théfaine (1972) si definisce un “pittore di paesaggi” ed esplora la città dai suoi margini. Nell’intento di riabilitare il “non interessante” o il “connotato”, l’artista ricolloca nel campo della poesia il rapporto di forza spesso inestricabile che intratteniamo con la città.
Considerandosi lui stesso un puro prodotto della città, si fa gioco degli stereotipi e trasforma i riferimenti comuni. Il classico è allontanato attraverso tecniche di “vandalismo cheap”; quando compone sulle tre cupole del Palais de Tokyo un cielo bruciato con l’accendino, ispirato agli affreschi dei palazzi italiani, i graffiti dei soffitti della sua adolescenza assumono quindi l’aspetto di dipinti rinascimentali.
Nel 2015, Olivier Kosta-Théfaine inaugura “(Idéale) géographie”, una serie di mostre collettive nelle quali riunisce artisti internazionali interessati come lui ai margini dei paesaggi urbani.
Compositore, violinista e direttore d’orchestra, Benjamin Attahir presenta a Villa Medici Un grain de figue, un doppio monologo per voce e ensemble su testo di Lancelot Hamelin, interpretato da Raquel Camarinha, soprano, Jennifer Decker, attrice, ed eseguito da Roman Falik, Alvise Sinivia, Fanny Vicens, Patrik Wibart. Un grain de figue può essere visto sia come una composizione teatrale che come una fotografia che si sta sfumando. La scenografia diventa soltanto il luogo e il tempo abitato dall’essere davanti ai nostri occhi.
Nella cucina di un piccolo appartamento, durante una notte piovosa, si può vedere solo una caraffa e un bicchiere, un geranio che sta morendo e, su una sedia, un vestito scuro. Ma su un’altra sedia c’è una donna, spettinata, appena sveglia. Sulla camicia da notte, ha indossato quella di un uomo. Quando posa i piedi sulla sedia, porta le cosce contro il petto, il mento sulle ginocchia, e la sedia scricchiola. Fuori il rumore della pioggia, e in quel luogo, in quel momento, inizia Un grain de figue.
Nato nel 1989, Benjamin Attahir, dal 2009 al 2013, studia al Conservatorio di Parigi beneficiando al contempo dei consigli di Pierre Boulez. È vincitore di numerosi concorsi e riconoscimenti: Bloomington, SACEM, UNESCO, Académie des Beaux-Arts. La sua musica è eseguita in Europa, Stati Uniti e Asia da orchestre e ensemble prestigiosi. Collabora con artisti di fama internazionale: Daniel Barenboim, Tugan Sokhiev, Hae-Sun Kang, Claude Delangle, Geneviève Laurenceau, nonché con compagnie quali la Comédie-Française e il Teatro Liyuan-Quanzhou. Ospite regolare di diversi festival (Lucerna, Utrecht, Aix-en-Provence...), è autore di due opere di cui dirige la prima nel 2012 e 2015. L’ambito scenico è la colonna vertebrale della sua scrittura musicale che trae ispirazione a metà strada tra Oriente e Occidente. Le sue opere sono pubblicate dalle edizioni Durand-Salabert.
Basandosi su tre realizzazioni sceniche antagoniste - lirica, teatrale e di riappropriazione di una forma extraeuropea - il progetto di Benjamin Attahir vuole essere il luogo di una riflessione attorno alla modernizzazione dell’oggetto musicale continuo. La necessità di tale ricerca scaturisce da una problematica semplice: permettere la convivenza del significato e del significante, della sonorità e del senso di un testo portato in scena. La sfida principale è quella di dare al cantante o all’attore una libertà nella quantificazione del tempo della declamazione, ritrovando così la libertà agogica permessa dal continuo alle origini della tragedia in musica.
Lancelot Hamelin è nato nel 1974, è scrittore e drammaturgo. Ha diciotto anni quando il FIS, il Fronte islamico di salvezza, viene eletto in Algeria, e ventitré quando gli attentati del 1995 colpiscono Parigi. Decide di lavorare sulle ferite inferte dalla guerra di Algeria, determinanti, ai suoi occhi per la vita sociale francese. Interessato ai rapporti tra finzione e realtà, comincia a scrivere per il teatro, e successivamente si dedica al romanzo, alla scrittura di serie televisive, al reportage e al fumetto. Da cinque anni lavora sui sogni, considerati come ulteriore strumenti per avvicinarsi al reale. I suoi scritti sono editi da Théâtre Ouvert e Quartett. Ha collaborato con i registi Mathieu Bauer, Éric Massé, Christophe Perton e Philippe Quesne. I suoi romanzi sono pubblicati da L'Arpenteur: Le Couvre-feu d'octobre (2012) e À la crête des vagues (2016). Collabora con il Théâtre Nanterre-Amandiers, ha pubblicato due fumetti con l’editore Glénat, lavora alla rivista Parages del Théâtre National de Strasbourg e fa parte del collettivo Petrol.
A Villa Medici, Lancelot Hamelin desidera completare il progetto di inchiesta onirica che conduce in alcune città dal 2012. Da New Orleans, durante le elezioni americane, fino a Nanterre, passando per Parigi, Marsiglia, Valencia, Calais e Roma, raccoglie racconti di sogni e incubi. Per la strada, a bruciapelo, o durante dei laboratori di scrittura, chiede: “Hai sognato stanotte?” e annota il loro racconto - la storia di un sogno e di una persona, di un incontro e di un luogo… Di questo materiale inafferrabile, cerca di farne scrittura. È un progetto di non-finzione, che esplora i meandri dell’inconscio intimo e collettivo.
Alvise Sinivia è nato nel 1987. Il percorso di questo pianista, improvvisatore e performer è scandito dai molteplici incontri con artisti di tutti i generi (danzatori, coreografi, circensi, video maker, pittori e scultori). Musicista curioso e costantemente alla ricerca, rinnova continuamente il suo rapporto con lo strumento di cui sperimenta da diversi anni i paradossi e i limiti sonori e fisici. Si forma con Alain Planès e Emmanuel Strosser al Conservatoire national supérieur de musique et de danse di Parigi, dove fa numerosi incontri che nutrono la sua musica. Impegnato nella creazione, collabora regolarmente con compositori e partecipa all’Orchestre de Nouvelles Créations, Expérimentations et Improvisation Musicales. Fondatore e direttore artistico del collettivo WARN!NG, è anche promotore di diversi progetti con musicisti della sua generazione quali il Duo Widmung con l’oboista Olivier Stankiewicz e il Duo Art’ung con la sassofonista Carmen Lefrançois.
Il soggiorno a Villa Medici offre ad Alvise Sinivia l’occasione di approfondire e analizzare il rapporto tra il movimento e il suono, e per estensione tra il corpo e lo strumento. Sinivia desidera inoltre sviluppare un corpus di gesti sonori lavorando in parallelo su una nuova forma di notazione di questo linguaggio. Adatta e trasforma il suo strumento per cogliere quell’interfaccia che è il piano in maniera globale coinvolgendo tutto il corpo. Considerando il gesto come punto di partenza della scrittura del suono, realizza un ciclo di proteiformi brani-performance in collaborazione con altri artisti.
In allegato comunicato stampa e immagini.
Nel mese di marzo, gli appuntamenti con i borsisti nell’ambito de I Giovedì della Villa continuano con Eva Jospin, artista visiva, e Alvise Sinivia, musicista e danzatore (9 marzo); i fotografi Simon Brodbeck e Lucie de Barbuat (16 marzo), e Lucia Piccioni, storica dell’arte (23 marzo), che renderà omaggio al grande maestro Jannis Kounellis, recentemente scomparso, che avrebbe dovuto dialogare con lei in questa occasione.