È morto a Londra Gustav Metzger, esponente di Fluxus e dell’arte autodistruttiva
La sua è stata una vita di impegno politico, ricca di colpi di scena. Il dramma della guerra e gli orrori dell’Olocausto lo avevano portato ad un’arte che raccontava il potenziale distruttivo del XX secolo, tra capitalismo e riscaldamento globale.
È morto a Londra, nella sua casa, Gustav Metzger, esponente dell’azionismo, nato a Norimberga nel 1926. Figlio di una famiglia di ebrei polacchi si è trasferito in Gran Bretagna nel 1939 per sfuggire agli orrori dell’Olocausto. La stessa fortunata sorte non toccò ai suoi genitori che morirono nel massacro. Ha studiato arte a Cambridge, Londra, Anversa e Oxford e alla fine del 1950 è stato fortemente coinvolto in movimenti anticapitalisti, così come nella Campagna per il disarmo nucleare. Artista e attivo politicamente e socialmente, si è dunque schierato molto nella sua vita ricca di colpi di scena, traumi e drammi.
ARTE E ATTIVISMO
Metzger che sposò anche Fluxus e il suo movimento di idee, nel 1959 scrisse il manifesto dell’arte auto-distruttiva, definito dall’artista stesso un’arma disperata dell’ultimo minuto, sovversiva, un attacco al sistema capitalistico e al mercato dell’arte che manipolava arte e artisti a scopo di lucro. Le sue opere sono state protagoniste di mostre personali e collettive in importanti occasioni e istituzioni dall’ICA di Londra, nel 1962 nell’ambito di Fluxus, fino alle personali nel 2004 alla Tate Britain e nel 2005 alla Generali Foundation, Vienna. La più grande mostra mai dedicata al suo lavoro è stata invece realizzata nel 2009 dalla Serpentine Gallery di Londra, che includeva, inoltre Flailing Trees, agitando alberi, 15 salici all’insù, incorporati nel cemento che simboleggiava un mondo capovolto dal riscaldamento globale.
–Santa Nastro
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