Mimmo Rotella, il maestro dei décollage a New York. Grande mostra da Gladstone Gallery
Una tra le più importanti gallerie del mondo celebra un grande italiano, protagonista indiscusso delle ricerche artistiche del Novecento. Mostra e catalogo ragionato di Mimmo Rotella, da Gladstone Gallery e al Center for Italian Modern Art.
Uno di quegli artisti che hanno davvero inventato un linguaggio. Un pioniere, un volto simbolo del Novecento. Uno che non si è accontentato della buona pittura e di un’attitudine alla sintesi formale, all’intelligenza visiva. Mimmo Rotella voleva di più. E un giorno, stanco di una pratica che sentiva desueta, indebolita, fra la routine del pennello e un’astrazione senza vie di fuga, depose le armi. “Non volevo più dipingere”, raccontò nel 2001 in un’intervista col critico Enrico Giustacchini, ricordando il tormento degli anni Cinquanta: “Ero giunto alla conclusione che tutto ormai, in pittura, fosse stato fatto”. E come spesso accade, quando la crisi aggredisce il talento, una via si apre all’improvviso, come una folgorazione. “Una mattina del ’53, mi trovavo nel centro di Roma, e osservavo i muri completamente tappezzati di manifesti pubblicitari lacerati. Ciò mi colpì moltissimo, e pensai: ‘Ecco le nuove immagini che io devo dare al pubblico’. Nessuno aveva mai fatto questo. Così è nato il décollage: è stata una sorta di… illuminazione zen”.
DÉCOLLAGE E RETRO D’AFFICHE. GLADSTONE CELEBRA ROTELLA
Proprio quell’intuizione straordinaria, che lo colse al ritorno da un viaggio negli States, è al centro di una grande mostra attesa per il 4 marzo 2017 da Gladstone Gallery, a New York, realizzata in collaborazione con il Mimmo Rotella Institute. Per l’occasione sarà presentato, lunedì 6 marzo, presso il CIMA Center for Italian Modern Art, il primo volume del Catalogo Ragionato di Rotella (1944-1961), con la cura di Germano Celant, edizioni Skira.
Il corpus di opere, realizzate fra il ’53 e il ’62, racconta il cambiamento radicale nel lavoro dell’artista e l’introduzione di un nuovo “oggetto”, destinato a entrare nella storia dell’arte. Nascevano così, nelle molte peregrinazioni da flâneur contemporaneo, i cosiddetti décollage: manifesti staccati, in cui voci, immagini, umori della metropoli e della cultura pop si rigeneravano, si sovrapponevano, si decostruivano, nel gesto audace dello strappo. La forte sensibilità pittorica sperimentava il gusto per il remix, l’interesse per l’objet trouvè e un fine saccheggio di cinema, pubblicità, televisione.
E tutto s’ibridava, si snaturava, nella ricombinazione di questi collage squarciati, risignificati. L’alto e il basso, la star e il prodotto di consumo, il volto celebre e il lettering commerciale, nel passo euforico di una scrittura polverizzata, consunta, oltre il mito dell’origine e della compiutezza.
In mostra da Barbara Gladstone anche i “Retro d’affiche”, serie in cui Rotella agisce sul retro dei manifesti, tirandone fuori la carica espressiva, fra tracce di ruggine, colla, intonaco e sedimenti vari. “Strappare i manifesti dai muri è l’unica rivalsa, l’unica protesta contro una società che ha perso il gusto dei cambiamenti e delle trasformazioni strabilianti”: l’anima politica di un lavoro che rompeva gli schemi, forzando i codici e le sintassi. Testimone, ancora oggi, di un tempo della velocità e della disgregazione.
– Helga Marsala
Mimmo Rotella, “Selected Early Works”
Gladstone Gallery
130 East 64th Street, New York
Preview Breakfast: 4 marzo 2017, h. 10-11.30
Fino al 15 aprile 2017
www.gladstonegallery.com
© 2017 Mimmo Rotella by SIAE
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