Regione Lazio, prima proposta di legge sul settore culturale. Una chance per le imprese creative
Un consigliere regionale del Partito Democratico presenta una legge innovativa, per chi lavora nel campo della creatività e della cultura in Lazio. Fondi, organi consultivi, progetti e strategie…
La proposta è senz’altro innovativa, se non addirittura rivoluzionaria per un’amministrazione regionale. Lo è nello spirito, ma anche nelle strategie individuate. Un esempio di politica consapevole e – è il caso di dirlo – creativa. Si tratta dell’ultima iniziativa di legge del consigliere della Regione Lazio Gian Paolo Manzella (PD), depositata lo scorso 27 febbraio: l’intuizione felice di chi, dalla parte della politica, alla cultura guarda davvero, con criterio.
QUANTO VALE IL SISTEMA CULTURA
Tutto parte da una serrata riflessione intorno alle industrie creative e culturali, e all’impatto che queste hanno sulla qualità della vita e sullo sviluppo economico dei territori. Non a caso sono oggi 70 le regioni europee ad averle inserite tra le priorità delle Smart Specialisation Strategies, richieste dalla Commissione Europea per l’utilizzo dei Fondi Strutturali UE, mentre sono oltre 40 le città europee inserite nella Rete delle Città creative UNESCO, spesso impegnate nella messa a punto di programmi specifici.
Ed ecco un po’ di dati snocciolati da Manzella: secondo il rapporto annuale Symbola, nel 2014 sono stati 89.7 i miliardi di euro prodotti dal sistema cultura-creatività in Italia, una cifra che è pari al 6.1% della ricchezza del Paese, con un impatto occupazionale pari a 1.5 milioni di persone.
E solo nel Lazio, per lo stesso anno di riferimento, il valore aggiunto legato al settore è stato pari a 14.7 miliardi, con 202mila occupati. In sintesi: una fetta cospicua dell’industria creativa italiana si trova sul territorio laziale. Che fare? Investire, potenziare, ricavarne davvero un asset strategico, col supporto delle istituzioni.
LE MISURE E GLI STANZIAMENTI
La proposta mira a offrire un sostegno economico e strutturale alle micro, piccole e medie imprese che operano nel settore dei beni e servizi culturali e artistici: dall’architettura all’audiovisivo, dai musei alla televisione, dal multimediale al design, dalla moda alla pubblicità.
Gli interventi vanno dall’erogazione di contributi a fondo perduto, alle misure per favorire l’accesso al credito; da alcune modalità alternative di finanziamento, alla promozione di strumenti di formazione professionale; dall’assistenza per le competenze gestionali, finanziarie e di marketing, alla promozione del crowdfunding.
A questo scopo la Regione stanzierebbe un Fondo per la Creatività, nella misura di 2,5 milioni di euro annui – attualmente ne esiste uno di 1,5 milioni, che è però destinato solo alle imprese del settore che nascono – mentre l’istituzione di un Consiglio della Creatività, composto da esperti del nominati dal Presidente della Regione, fungerebbe da ponte tra l’amministrazione, il mondo dell’impresa e le varie professionalità culturali. Uno strumento prezioso, nel segno dell’ascolto e della proposta.
La misura elaborata da Manzella disegna così un’architettura necessaria ed efficace, che si fa modello possibile per tutte le regioni d’Italia. La parola, adesso, passa al consiglio. E chissà che Roma, nel pantano in cui è, non prenda diligentemente esempio.
– Helga Marsala
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