La galleria Francesco Pantaleone apre a Milano. L’intervista
Il gallerista palermitano prosegue l’avventura meneghina con uno spazio tutto nuovo. Quartiere di Porta Romana, un palazzo storico e la voglia di sfruttare al massimo collaborazioni e stimoli nuovi…
Nel 2013 festeggiava i primi dieci anni di vita della galleria. Francesco Pantaleone aveva inaugurato la sua attività a Palermo, in un palazzo settecentesco diroccato, nel cuore della Vucciria: antichi fasti nobiliari e atmosfere underground, edifici sventati dalle bombe e movida accelerata, energia febbrile e tutte le linee controverse di un quartiere difficile, radicalmente popolare. Quello stesso anno la galleria si sarebbe spostata un po’ più in là, fuori dal vecchio mercato, lungo al direttrice principale di Via Vittorio Emanuele, in un altro palazzo storico restaurato.
E al nuovo capitolo professionale si associava anche l’apertura di uno spazio off, a Milano. Bad New Business Gallery nasceva in via Formentini, quartiere Brera. Una finestra sull’art system, quello vero: altri umori, altre dinamiche, altre economie, altri contesti rispetto a Palermo.
“L’esperienza di Bad New Business è stato un banco di prova”, ci racconta Pantaleone, “dunque era insita una modalità ‘a tempo’, importante per conoscere meglio e imparare a leggere una realtà allora per me poco nota”. Bilanci? Evidentemente positivi, rispetto all’investimento, al ritorno d’immagine e, per l’appunto, al business. Abbastanza per restare e anzi rilanciare.
IL FASCINO DISCRETO DI PORTA ROMANA
Abbandonata quella prima location, il gallerista palermitano ci riprova, stavolta mantenendo il marchio originario – col suo nome e cognome – e scegliendo l’area di Porta Romana. “Si tratta di uno spazio con due grandi ambienti luminosi e regolari, aperto sulla strada”, ci dice. “Siamo in un palazzo di fine Ottocento, in un quartiere storico di Milano, dove la quotidianità ha un fascino riservato, più rarefatto rispetto al vortice di mondanità con cui si identifica la città, ma anche vicino a luoghi di cultura quali l’Università Bocconi e la Fondazione Prada”. E proprio il network di gallerie, qui, è più che nutrito: hanno scelto questa zona, tra le altre, Pack, Artopia, Patricia Armocida, Artra, Galica. Milano plurale e competitiva, in cui emergere è quasi utopia (tanto quanto è semplice in Sicilia), ma anche Milano di relazioni, di chance, di collezionismo e di reti da costruire.
Si inizia con Ouverture, personale di Liliana Moro, artista legata alla galleria da anni. “Sarà un lavoro asciutto e misurato, com’è la sua ricerca, ma al contempo carico di intensità e riflessioni sul presente”. Quanto al calendario delle prossime mostre, bocca cucita: “Per il futuro più che fare dei nomi mi piace poter dire che quella milanese sarà una progettualità differente e nuova, rivolta ad artisti, linguaggi e suggestioni differenti rispetto alle scelte dello spazio siciliano. Un rafforzamento di ciò che già è in atto, ma favorendo collaborazioni che sappiano darmi stimoli e spunti nuovi”. Una storia da portarsi appresso, come patrimonio importante, e la solita passione che diventa sfida, rischio: “Il mio vissuto resta, sarà la mia ancora. Ma la curiosità sarà la guida”.
– Helga Marsala
Liliana Moro, Ouverture
Opening: 28 marzo 2017, h 18:00
fino al 30 giugno 2017
Galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea
Via San Rocco 11, Milano
www.fpac.it
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