I capolavori della Galleria Borghese in mostra a TEFAF Maastricht. In barba alle polemiche

Qualcuno ha bocciato l’operazione, indignandosi per la presenza di un’istituzione museale in un contesto fieristico. Ma la galleria Borghese accetta l’invito al TEFAF. Una mostra che è un omaggio a un grande collezionista, vissuto tra il Cinquecento e il Seicento.

L’omaggio di TEFAF Maastricht alla straordinaria collezione della Galleria Borghese aveva generato polemiche aspre nelle scorse settimane. Furono alcuni esponenti dell’Icom, l’associazione internazionale dei Musei, a mostrare delle perplessità sull’operazione: un ‘istituzione che finisce in una fiera sarebbe un fatto riprovevole, svilente. E questo nonostante si tratti della più grande mostra mercato al mondo, in tema di arte antica e antiquariato, con standard professionali altissimi e selezioni di capolavori milionari, spesso rari. Si era difesa Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese, sottolineando l’eccezionale occasione divulgativa legata all’appuntamento olandese e la necessità per i musei italiani di uscire da un certo torpore. Svecchiarsi, aprirsi, rinnovarsi, sprovincializzarsi: una direzione necessaria. Senza considerare che la presenza di sezioni istituzionali – musei, fondazioni, accademie – all’interno delle fiere d’arte, è sostanzialmente una prassi.

TEFAF Mastricht 2017 - Expo Galleria Borghese © Harry Heuts

TEFAF Mastricht 2017 – Expo Galleria Borghese © Harry Heuts

LA PRIMA VOLTA PER VILLA BORGHESE

E così, nonostante il polverone, il progetto è andato in porto. TEFAF Maastricht, che ha aperto i battenti lo scorso 10 marzo, accoglie fra i suoi stand una sezione puramente espositiva, Galleria Borghese – An Italian Legacy, con 13 opere di grandi maestri. Un tributo alla corposa collezione di Scipione Borghese, nipote di Papa Paolo V, che oggi costituisce lo straordinario fondo conservato nella Villa capitolina. Il link diventa subito evidente e nient’affatto svilente: i musei, che sono essi stessi motori del mercato grazie agli investimenti per le acquisizioni, custodiscono spesso nuclei privati o – come in questo caso – si edificano proprio su lasciti importanti.
È la prima volta che un gruppo così ampio di opere lascia la Galleria. E sono sculture e dipinti di altissimo pregio, come il Davide che regge la testa Golia di Giovanni Battista Caracciolo: una tela drammatica, di stampo caravaggesco, che lascia emergere i volti dei protagonisti da una coltre di ombre. È invece alta 140 centimetri La Zingarella di Nicolas Cordier, commissionata da Scipione Borghese nel 1610 circa, una statua marmorea con inserti in bronzo dorato, in cui si leggono le aquile e i draghi dello stemma Borghese. Pezzi forti sono la celebre Capra Amaltea in marmo bianco, dalle intense vibrazioni luministiche, considerata la prima opera giovanile di Bernini, e Il Sonno di Alessandro Algardi, in marmo nero: una figura maschile allegorica, distesa su un lenzuolo, ispirata a un prototipo ellenistico di bambino dormiente.

– Helga Marsala

www.tefaf.com

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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