Quando il realismo diventa investigativo. Una mostra con 12 progetti a New York
Dodici progetti che si approcciano all'arte con piglio investigativo. Alla Fridman Gallery di New York una mostra collettiva spiega come gli artisti di oggi raccontino la realtà servendosi di dati, prove e nuove tecnologie.
Secondo il curatore della mostra, l’artista Paolo Cirio, esiste un nuovo genere di realismo in arte, un realismo che potremmo definire “probatorio” nel suo tentativo di raccontare il mondo attraverso l’uso di apparati di tipo investigativo. Gli artisti insomma, utilizzano il proprio linguaggio per rendere evidenti grandi problemi del presente: l’invasione della privacy, la violazione dei diritti umani, gli scandali politici, i disastri ambientali. E lo fanno servendosi di dati, documenti, indizi, esattamente come farebbe un investigatore che conduce un’indagine. Il risultato però non è un fascicolo pieno di informazioni, ma si trasforma, piuttosto, in installazione, video, scultura, fotografia, sfruttando la potenza evocativa del racconto per immagini e puntando a stimolare nello spettatore una risposta emotiva oltre che intellettuale.
GLI ARTISTI INVITATI
Evidentiary Realism, che sarà allestita presso la Fridman Gallery di New York fino al 31 marzo, è un progetto realizzato in collaborazione con il berlinese Nome Project diretto dall’italiano Luca Barbeni. Gli artisti invitati sono dodici e le opere in mostra costituiscono un campione molto rappresentativo dell’approccio investigativo ai sistemi sociali complessi: dal progetto di anatomia forense di Thomas Keenan ed Eyal Weizman, dedicato ai crimini di guerra, a quello di Nora Al-Badri & Jan Nikolai Nelles, che riproduce in 3D (illegalmente) il busto di Nefertiti, fino all’animazione di James Bridle che ricostruisce, sulla base di mappe e testimonianze verbali, i luoghi di detenzione e deportazione degli immigrati. Non manca la presenza di alcuni artisti “senior”, come Harun Farocki, Hans Haacke e Mark Lombardi, che rappresentano in un certo senso la continuità storica di questa tendenza, che seppur in grandissima ascesa in questi ultimi anni (non poteva essere altrimenti, nell’epoca post-Snowden e post-verità), si connette a un filone storico importante.
– Valentina Tanni
Evidentiary Realism
dal 28 febbraio al 31 marzo 2017
NOME Gallery + Fridman Gallery in NYC
287 Spring St, New York, NY 10013
www.evidentiaryrealism.net
Artisti:
Forensic Architecture, Amy Balkin, Josh Begley, James Bridle, Ingrid Burrington, Harun Farocki, Hans Haacke, Navine G. Khan-Dossos, Mark Lombardi,
Nora Al-Badri & Jan Nikolai Nelles, Kirsten Stolle, Suzanne Treister. Curated and organized by Paolo Cirio.
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