Il grande Amedeo Modigliani a Genova. Ritratti provenienti da grandi musei internazionali
Una mostra a Palazzo Ducale conduce dentro al mondo complesso e maledetto di Modì. Un viaggio fra dipinti e disegni, esplorando il mistero dei suoi volti allungati…
La gioventù, il talento, lo charme e l’eleganza, la sete di vita e l’ombra della morte, la salute fragile e la malattia, l’alcol, le droghe, l’amore per Jeanne, le esplosioni di rabbia, i soldi che mancano e quelli che evaporano, fra i locali Montmartre e Montparnasse, nella Parigi d’inizio secolo. E il lavoro ostinato in atelier, l’ossessione del colore, il disegno dal vero lungo i corridoi del Louvre, i ritratti ad amanti ed amici, con la febbre di azzeccare la forma alta, imperfetta, nobile, arcaica, tribale, senza tempo eppure presente, folgorante.
Amedeo Modigliani fu il prototipo dell’artista tormentato e dissoluto. Grande come pochi, al pari di uno come Picasso, così diverso da lui per stile, carattere, atteggiamento: tra i due non correva buon sangue. Il successo però non venne e in pochi – giusto fra le élite dell’arte e della letteratura – compresero la portata del suo genio: intellettuali come Apollinaire e Andrè Salmon. Il grande pubblico e la critica ignoravano o disprezzavano. Cos’era mai quella pittura (apparentemente) ingenua, irrispettosa delle proporzioni, scorretta, senza contesto né narrazione? Un’iconografia monotona, fatta di volti come maschere e di corpi femminili nudi, in posa, a inseguire suggestioni africane e a sperimentare l’arditezza di un manierismo nuovo. Allungando le forme, calcando le linee, soffocando gli spazi.
UNA GALLERIA DI VOLTI, A PALAZZO DUCALE
A questa figura intensa, letteraria, molte mostre sono state dedicate. La prossima, a Genova, apre i battenti il 16 marzo 2017, nell’appartamento del Doge di Palazzo Ducale. Un percorso attraverso una trentina di dipinti provenienti da importanti musei internazionali, come il Musée de l’Orangerie e il Musée National Picasso di Parigi, il Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, la Pinacoteca di Brera e alcune prestigiose collezioni europee e americane.
Al centro, in particolare, il tema del ritratto. Volti fuori dal tempo, dagli sguardi appuntiti e vivi, che galleggiano in spazi pastosi, là dove collassano la cronaca e la definizione. Introspettivi e inzuppati di malinconia, i ritratti di Modigliani puntano dritto all’anima dei soggetti e la restituiscono attraverso una classicità distorta, aberrata, tanto carnale quanto sintetica. Un segno pittorico unico, che aprì uno squarcio nella storia dell’arte del Novecento, segnando una direzione solitaria e radicale. La morte, giunta a soli 35 anni, gli avrebbe negato il tempo della gloria e della pace.
– Helga Marsala
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