Arturo Dazzi 1881-1966
La mostra “Arturo Dazzi 1881 – 1966, Roma – Carrara – Forte dei Marmi”, per l’occasione si arricchisce di una sezione di opere di collezionisti privati della Versilia e di Carrara.
Comunicato stampa
Dopo il successo di critica e di pubblico ottenuto a Roma presso Villa Torlonia, le opere di Arturo Dazzi, dal 17 marzo al 30 aprile saranno esposte al Centro Arti Plastiche di Carrara, città natale di Arturo Dazzi e sede dell' Accademia di Belle Arti dove lo stesso artista tenne la cattedra fino al 1966.
La mostra “Arturo Dazzi 1881 - 1966, Roma - Carrara - Forte dei Marmi”, per l’occasione si arricchisce di una sezione di opere di collezionisti privati della Versilia e di Carrara.
La mostra “Arturo Dazzi 1881 - 1966, Roma - Carrara - Forte dei Marmi”, curata da Anna Vittoria Laghi, racconta l’artista attraverso i legami privilegiati che il Maestro instaurò e coltivò nell’arco della sua vita con tre città italiane: Carrara, città natale e della formazione, Roma cui l’artista deve popolarità e successo e Forte dei Marmi, il buenretiro dove lo stesso lavorò ad alcune tra le sue più importanti opere monumentali e dove, infine, coltivò la pittura (“La Versilia che mi fece diventare pittore”, aveva scritto Dazzi nell’autopresentazione della Quadriennale Romana del 1935).
Tra le tre città, è proprio Carrara a ospitare la versione più completa della mostra raccogliendo, su volere dell’Assessore Giovanna Bernardini, opere di privati che hanno gentilmente concesso quadri mai esposti al pubblico, per dare vita a una esposizione ancora più rappresentativa di questo importante esponente del ‘900.
Il Centro Arti Plastiche di Carrara, infatti, apre le porte non solo alle circa 60 opere - tra sculture, gessi, dipinti e disegni - già presenti a Roma e provenienti da Carrara, dalle collezioni dell’Accademia di Belle Arti, da quella della Fondazione Cassa di Risparmio e dagli eredi Dazzi, ma anche ad altri 25 quadri concessi esclusivamente per l’occasione da collezionisti privati.
Tra le opere esposte - direttamente dalla Donazione Dazzi di Forte dei Marmi, a cui le stesse sono state donate nel 1987 dalla vedova Dazzi – sono numerosi i pezzi non esposti da decenni che saranno visibili durante la mostra, alla quale tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
Tra i lavori più noti ci limitiamo a citare l’Adolescente, scultura esposta alla mostra sull’arte italiana a Berna del 1938, il Cavallino, celebre scultura che Dazzi espose nella Biennale di Venezia del 1928 e Curzio Malaparte, oltre a un’antologia di dipinti di grande suggestione, che documentano i diversi soggetti con i quali Dazzi si confrontò: il ritratto, il paesaggio, la natura morta e gli animali. A ciò si uniscono i lavori preparatori per la Stele Marconi.
L’esposizione, come sottolinea la curatrice, ripercorre le tappe della vita dell’artistaattraverso opere e documenti che escono per la prima volta dalle loro sedi. Disposti e organizzati secondo un percorso cronologico, le sculture, i modelli e i bozzetti in gesso, le lettere, gli articoli, i dipinti e i disegni disvelano con uno sguardo inedito il ‘dietro le quinte’ dell’universo di Dazzi.